Transizione

salve...ho 20 anni mi chiamo oliver . vorrei diventare donna ma non so cosa fare , non so da dove partire ...è vero che prima di iniziare la cura ormonale bisogna avere il " consenso" da parte di un psichiatra?? come faccio a trovarlo ?? devo andare all'ospedale o in privato??

ne aprofitto per avere dei chiarimenti se era possibile circa l'effetto degli ormoni femminili sul mio corpo . non riesco a capire per esempio in che modo potrà cambiare il viso se la struttura ossea rimane la stessa ?? cambia la pelle?? io ho una pelle molto spessa ( da uomo ) cambierà in qualche modo ?? e i peli del viso ?? io non ho molta barba ...dovrò fare un'intervento specifico per la rimozione della barba ?? che tipo di intervento ?
una cosa a cui penso sono i miei piedi ..calzo un 45 quindi non ho dei piedi propio femminili...cambierà qualcosa con gli ormoni oppure no ?? e il grasso del corpo si distribuirà in maniera differente...io sono molto magro e l'unica parte in cui eccede un pò di grasso sono le cosce .

come faccio a trovare un endocrinologo ?? gli ormoni costano tanto ?

scusi per le mille domande ma ho veramente bisogno di risposte...

grazie mille
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
anche se non sono un endocrinologo, proverò a risponderLe, perché si tratta del tema anche di mia competenza e perché la domanda ha atteso già più giorni. Prima però vorrei fare qualche domanda a Lei:

Da quanto tempo ha iniziato ad avvertire questo bisogno ?
Si tratta di una Sua decisione che per Lei è già chiara ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
ho iniziato ad avvertire questo bisogno da un anno ed è una decisione chiarissima...grazie per l'interesse
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
può rivolgersi ad un reparto di endocrinologia di un ospedale, meglio un ospedale universitario, chiedendo una visita endocrinologica. L'endocrinologo può valutare la fattibilità, le contraindicazioni ed i fattori di rischio dal punto di vista medico; può anche spiegare i meccanismi d'azione degli ormoni e degli altri farmaci, loro effetti collaterali ecc.,

Ovviamente, dopo che si è completato il periodo di crescita ossea, gli ormoni non possono più modificarne la forma, però gli ormoni sessuali femminili anche nell'età post-adolescenziale hanno molteplici effetti, che interessano l'idratatazione, la consistenza, il trofismo di molti tessuti: non solo quelli organi che sono riconosciuti come organi femminili sessuaali secondari (le mammelle), ma anche la cute e gli annessi cutanei; influenzano anche la distribuzione del grasso sottocutaneo. Influenzano anche il metabolismo, alcuni componenti del sangue, e, la cosa importante: influenzano anche gli altri sistemi ormonali, in particolare, antagonizzano anche gli effetti degli ormoni sessuali maschili, riducendo l'influenza di questi su aspetti del corpo e sul metabolismo, e annullando, col tempo, la potenza sessuale maschile. Gli ormoni sessuali femminili possono avere anche una serie di effetti collaterali: a partire dalle malattie vascolari e fino alle malattie cancerogene (di quei tessuti che stimolano).

Oltre agli ormoni, vengono usati anche gli altri farmaci e anche metodi non farmacologici estetici e chirurgici. Non è questo il luogo per descriverli tutti. La legge italiana attuale riconosce l'atribuzione del sesso femminile ad una persona biologicamente maschio solo dopo che ha eseguito l'intervento chirurgico di modificazione dei genitali, che è dunque previsto nel percorso. Tuttavia, non in tutti i casi questo viene permesso (vedi in seguito) anche dopo aver iniziato il percorso, e normalmente si tratta di una distanza di tempo abbastanza lunga (anni) fra una fase ed altra.

Tutti gli interventi ormonali (e altri farmacologici) e chirurgici previsti nel percorso, quanto ne sappia io, oggi sono finanziati dallo Stato. Quanto ne sappia io, non viene finanziata tutta una serie di interventi estetici e di chirurgia plastica. Le consiglierei, comunque, di qualsiasi intervento o cura si trattasse, di chiedere il parere a quei endocrinologi che Le seguiranno, ed evitare a prendere iniziative da solo, perché alcuni interventi possono essere rischiosi e, in generale, si tratta di un ambito dove prolifera un mercato di servizi non autorizzati, dei quali non si può avere garanzie di qualità e di innocuità..

I percorso però non si svolge solo sul piano "fisico", ma anche psichico, e l'endocrinologo non può decidere da solo se iniziare il percorso e con quali modalità, perché bisogna considerare anche quei fattori che sono i più importanti: quelli psicologici, come le motivazioni e le aspettative della persona. Per cui, dopo i primi incontri l'endocrinologo dovrà segnalare la Sua domanda allo psichiatra della zona (del servizio pubblico) incaricato a valutare le domande. In diverse città e regioni l'organizzazione può essere un po' diversa: questo psichiatra può essere dell'ASL oppure dell'equipe degli psichiatri dello stesso ospedale. Dunque Lei viene automaticamente segnalato a tali psichiatra o all'equipe psichiatrica specificamente incaricati da organi pubblici, se desidererà di partecipare all'iter. La tappa della valutazione psichiatrica viene oggi criticata da chi ne vede la limitazione alla libertà di autoidentificazione e da chi non è d'accordo che si tratta di un disturbo psichico che debba valutare uno psichiatra. Tuttavia, per ora la visita psichiatrica è legalmente indispensabile, e serve oggi ormai non per applicare lo stigma al fenomeno, ma soprattutto per escludere i casi delle persone per le quali tale percorso è controindicato per motivi psichici e le persone che, facendo tale percorso, si esporrebero ai rischi importanti per la loro salute psichica. Il percorso che Lei desidera di fare espone la persona potenzialmente (ma anche realisticamente) agli effetti anche psicotropi degli ormoni e altri preparati usati, alle difficoltà di adattamento nella nuova vita, ai potenziali (ma molto realistici) stigma ed isolamento nella società, negli ambienti di famiglia, di lavoro, fra gli amici. In effetti, benché le tendenze legislative attuali tendono a tutelare i trans nell'ambiente lavorativo, nella società manca il riconoscimento. L'assoluta maggioranza dei datori di lavoro oggi non sarebbero disposti ad assumere i trans. Perciò è da onsiderare anche le gravi problematiche economiche di tale persone. Il percorso espone anche alla difficoltà di trovare il partner, e di costruire eventualmente una famiglia, e, anche se può "sembrare" la "cosa più naturale", espone anche alla necessità di ricostruire, rivedere molti aspetti della propria personalità, che è in realtà la cosa più complessa e difficile: così come scrivo io adesso non sembra a molti che pensano di iniziare tale percorso, ma è perché, appunto, loro sono solo all'inizio. Ora si capisce che non è sufficiente solo il desiderio, che tale percorso richiede molto di più e che la valutazione psichiatrica svolge la funzione anche di aiutare alla persona di rendersi conto della propria decisione. Gli psichiatri che se ne occupano su incarico solitamente radunano nel proprio aproccio anche molti strumenti psicologici, anche se la persona viene sottoposta anche ai test psicologici e, talvolta, ai colloqui anche con una/uno psicologa/o. Importante però sapere che queste valutazioni (alle quali la persona viene sottoposta secondo il protocollo) non sono una psicoterapia, non hanno come l'obbiettivo di aiutare alla persona di sviluppare gli "elementi necessari" dal punto di vista psicologico. L'obbiettivo è la valutazione non è necessariamente positiva (permissiva), ma può essere anche negativa o può soffermare l'iter in modo che la persona potrà tornarci ma dopo un tempo sufficiente perché abbia più requisiti.

Per cui, ancora prima di accedere all'iter ufficiale ha senso di iniziare un percorso di psicoterapia, anzi la prima cosa da fare nella Sua situazione è proprio questa: trovare una/o psicoterapeuta che La possa seguire, con il quale si possa discutere magari prima su molti questi aspetti. Questo psicoterapeuta può essere psicologo/a o psichiatra nel privato o nel pubblico: non importa, perché non è lui che prende decisioni sull'iter, non è llui che fa le valurtazioni, ma è una persona che La accompagna nel percorso. Anzi, è importante che lo psicoterapeuta non sia nel ruolo del giudice, e che lavorando con lei/lui Lei possa trovaris a Suo agio. Tale percorso psicoterapeutico dovrebbe proseguire anche successivamente, in parallelo al percorso delle cure endocrinologiche e non di rado anche dopo che tutto l'iter ufficiale sia finito (vedi le probematiche sociali e psicologiche che ho menzionato nel paragrafo precedente). I centri che se ne occupano in modo più specifico si trovano più spesso presso le Cliniche Universitarie nelle grandi città. Lei può provare anche fare la ricerca di uno specialista nella sezione di "Psicologia" di questo sito.

Nelle librerie può trovare diversi libri sull'argomento, comprese le esperienze personali di trans. Su internet può trovare alcuni siti con i forum organizzati da trans.

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Post Scriptum
La prima tappa "ufficiale" può essere non necessariamente un reparto di Endocrinologia, ma in diverse città spesso anche di Urologia o di Andrologia.
Comunque, è importante riuscire a trovare una/o psicoterapeuta di riferimento (ne ho già scritto).

un saluto,