Un nodulo tiroideo che mi è stato scoperto casualmente, come spesso accade, l'anno scorso nel
Gentili dottori,
vi scrivo in merito ad un nodulo tiroideo che mi è stato scoperto casualmente, come spesso accade, l'anno scorso nel corso di un check-up generale. Si tratta di un nodulo isolato nel III inferiore del lobo sx, di circa 1 cm di diametro e quindi solitamente non candidabile all'agoaspirato.
Gli esami della funzionalità tiroidea nonché degli anticorpi antitiroidei, effettuati in due prelievi a distanza di due mesi, hanno dato valori completamente nella norma (tiroide normofunzionale).
L'esito di tre distinte ecografie effettuate nell'arco di 15 mesi è stato (lo sintetizzo in un unico referto): "unico nodulo disomogeneo per presenza di componente mediale più ipoecogena e restante ambito isoecogeno di dimensioni 8 x 9 x 11, si apprezza una vascolarizzazione prevalentemente periferica con alcuni vettori vascolari intranodulari, senza evidenza di caratteristiche di anarchia di circolo; non linfoadenopatie bilateralmente". Da quello che mi è stato detto sono referti che non presentano particolari evidenze preoccupanti.
Tuttavia, data età e sesso, per maggior sicurezza a Marzo di quest'anno a Roma sono stato sottoposto ugualmente ad un agoaspirato con il seguente referto: "numerosi tireociti in atteggiamento follicolare con aspetti di ipercellularità e isolate alterazioni del profilo nucleare. Classificazione TIR 3".
Come purtroppo ho appreso, con un esito classificato TIR 3 si procede "da protocollo" all'asportazione di tutta la tiroide.
Così a Luglio, per ulteriori approfondimenti, mi sono recato a Pisa, dove nel corso della visita mi è stato fatto anche un ago aspirato.
Stavolta l'esito è stato "tracce di colide, alcuni macrofagi e tireociti talvolta in microfollicoli o riuniti in piccoli e grandi gruppi regolari (reperti orientativi per nodulo benigno e compatibili con giudizio clinico di gozzo nodulare)".
Vista la difformità dei due referti, mi è stato consigliato dall'ospedale di Pisa di sottoporre a revisione presso di loro i vetrini del primo agoaspirato, e per quelli hanno confermato per il referto di "nodulo ad architettura microfollicolare". Va rilevato però che in sede di tale revisione a Pisa hanno sottoposto a nuovo esame anche i loro vetrini, cioè del secondo agoaspirato, confermando per quelli la diagnosi di "nodulo benigno".
Dunque due due esiti diversi e confermati(TIR 3, TIR 2).
Come se l'ago avesse pizzicato due zone citologicamente diverse nello stesso nodulo: ma è possibile che accada in un nodulo di piccole dimensioni?
In questi casi è consigliabile fare un terzo agoaspirato oppure ci sono altri esami dirimenti (scintigrafia, galectina-3)?
Sottolineo peraltro che in 15 mesi, dalle 3 ecografie, non si è apprezzata nessuna variazione dimensionale o di ecogenicità del nodulo.
E' chiaro dalla domanda che vi pongo che la mia intenzione è di evitare - se non indispensabile - di operarmi, o almeno di rinviare quanto più possibile.
Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte,
Luigi
vi scrivo in merito ad un nodulo tiroideo che mi è stato scoperto casualmente, come spesso accade, l'anno scorso nel corso di un check-up generale. Si tratta di un nodulo isolato nel III inferiore del lobo sx, di circa 1 cm di diametro e quindi solitamente non candidabile all'agoaspirato.
Gli esami della funzionalità tiroidea nonché degli anticorpi antitiroidei, effettuati in due prelievi a distanza di due mesi, hanno dato valori completamente nella norma (tiroide normofunzionale).
L'esito di tre distinte ecografie effettuate nell'arco di 15 mesi è stato (lo sintetizzo in un unico referto): "unico nodulo disomogeneo per presenza di componente mediale più ipoecogena e restante ambito isoecogeno di dimensioni 8 x 9 x 11, si apprezza una vascolarizzazione prevalentemente periferica con alcuni vettori vascolari intranodulari, senza evidenza di caratteristiche di anarchia di circolo; non linfoadenopatie bilateralmente". Da quello che mi è stato detto sono referti che non presentano particolari evidenze preoccupanti.
Tuttavia, data età e sesso, per maggior sicurezza a Marzo di quest'anno a Roma sono stato sottoposto ugualmente ad un agoaspirato con il seguente referto: "numerosi tireociti in atteggiamento follicolare con aspetti di ipercellularità e isolate alterazioni del profilo nucleare. Classificazione TIR 3".
Come purtroppo ho appreso, con un esito classificato TIR 3 si procede "da protocollo" all'asportazione di tutta la tiroide.
Così a Luglio, per ulteriori approfondimenti, mi sono recato a Pisa, dove nel corso della visita mi è stato fatto anche un ago aspirato.
Stavolta l'esito è stato "tracce di colide, alcuni macrofagi e tireociti talvolta in microfollicoli o riuniti in piccoli e grandi gruppi regolari (reperti orientativi per nodulo benigno e compatibili con giudizio clinico di gozzo nodulare)".
Vista la difformità dei due referti, mi è stato consigliato dall'ospedale di Pisa di sottoporre a revisione presso di loro i vetrini del primo agoaspirato, e per quelli hanno confermato per il referto di "nodulo ad architettura microfollicolare". Va rilevato però che in sede di tale revisione a Pisa hanno sottoposto a nuovo esame anche i loro vetrini, cioè del secondo agoaspirato, confermando per quelli la diagnosi di "nodulo benigno".
Dunque due due esiti diversi e confermati(TIR 3, TIR 2).
Come se l'ago avesse pizzicato due zone citologicamente diverse nello stesso nodulo: ma è possibile che accada in un nodulo di piccole dimensioni?
In questi casi è consigliabile fare un terzo agoaspirato oppure ci sono altri esami dirimenti (scintigrafia, galectina-3)?
Sottolineo peraltro che in 15 mesi, dalle 3 ecografie, non si è apprezzata nessuna variazione dimensionale o di ecogenicità del nodulo.
E' chiaro dalla domanda che vi pongo che la mia intenzione è di evitare - se non indispensabile - di operarmi, o almeno di rinviare quanto più possibile.
Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte,
Luigi
[#1]
Con tutti i limiti di una valutazione a distanza:
troverei utile l'esecuzione di una scintigrafia, soprattutto alla luce del primo dato citologico.
Se da questa, peraltro, non emergesse la chiara evidenza di un nodulo caldo, considerato il primo referto, la valutazione istologica, dopo escissione chirurgica sarebbe indicata.
In ogni caso e in linea generale, un esame citologico, non puo' dare mai garanzie assolute.
troverei utile l'esecuzione di una scintigrafia, soprattutto alla luce del primo dato citologico.
Se da questa, peraltro, non emergesse la chiara evidenza di un nodulo caldo, considerato il primo referto, la valutazione istologica, dopo escissione chirurgica sarebbe indicata.
In ogni caso e in linea generale, un esame citologico, non puo' dare mai garanzie assolute.
Dr. Sergio Di Martino
Specialista in Endocrinologia
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.4k visite dal 26/11/2011.
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