Ipertiroidismo di graves/basedow
Ho 30 anni e sono affetto da ipertiroidismo (di grado lieve) di Graves/Basedow. La diagnosi venne fatta nel 1999 da uno specialista in medicina interna (FT4 2,76mcg/dl [norma: 0,71 - 1,85); TSH 0,00 microUI/ml [norma: 0,49 - 4,67], più presenza di anticorpi autoimmuni), e venni curato col Tapazole (terapia d'attacco 5 mg 2 cp 2 volte al giorno, per 2 mesi; terapia di mantenimento 5 mg 1 cp 1 volta al giorno per 2 anni); al termine della terapia, rimasi eutiroideo, in remissione, sicuramente fino al 2005. Tra il 2005 ed il 2008 purtroppo non feci più controlli alla tiroide, e nell'Aprile del 2008 scoprii di aver avuto una ricaduta in tale arco di tempo (sempre lieve, ma con valori di FT4 leggermente più elevati rispetto al 1999): mi fu prescritto nuovamente il Tapazole, questa volta in cura con un medico nucleare (terapia d'attacco 5 mg 2 cp 3 volte al giorno, per 2 mesi; terapia di mantenimento 5 mg 1 cp 1 volta al giorno, per 2 anni e mezzo). Poco dopo un dopo l'interruzione del Tapazole (Ottobre 2010) ebbi un'altra ricaduta (sempre lieve), ed ora sono temporaneamente (da un mese) in cura col medico di famiglia con un terzo ciclo d'attacco di Tapazole (5 mg 2 cp 2 volte al giorno), in attesa di una decisione da prendere.
Le ecografie tiroidee (una nel 1999 e una nel 2008) descrivono una tiroide più vascolarizzata del normale ma priva di noduli; le scintigrafie (una nel 1999, l'altra nel 2008) segnalano tiroide leggermente ingrossata ma con omogenea distribuzione intraparenchimale del tracciante.
Tutti gli altri esami ematochimici, cardiologici (ECG e holter) e oculistici sono sempre stati nella norma.
La sintomatologia in compenso è sempre stata un po' fastidiosa: tachicardia sinusale anche a riposo, dimagrimento, tremore alle mani, insofferenza al caldo, irritabilità e difficoltà di concentrazione. Per fortuna, nessun esoftalmo.
A parte questa malattia autoimmune, sono sano e non soffro di altre patologie.
La prima domanda è: non volendo sottopormi né a tiroidectomia né a radioterapia, è possibile mantenere la terapia farmacologica a vita? Ossia, continuare col Tapazole, a basso dosaggio (2,5 / 5 mg al giorno) a tempo indeterminato? Esistono dati sull'assunzione a basso dosaggio a vita?
La seconda domanda spiega il perché della mia contrarietà a tiroidectomia e iodoterapia: in entrambi i casi ho letto che esistono più probabilità di incorrere in ipotiroidismo iatrogeno rispetto a quelle di rimanere definitivamente eutiroideo, è vero? Ecco perché vorrei rimanere a vita in terapia col Tapazole: non vorrei curare l'ipertiroidismo provocandomi un ipotiroidismo col quale presumo che dovrei in ogni caso assumere un farmaco a vita, l'Eutirox. Ha senso questo ragionamento?
Pregando i gentili dottori di rispondere ad entrambe le domande, li ringrazio per la disponibilità e la gentilezza nel darmi una mano per un problema decisionale che credo possa interessare anche altri pazienti come me.
I migliori saluti e grazie ancora per l'aiuto.
Le ecografie tiroidee (una nel 1999 e una nel 2008) descrivono una tiroide più vascolarizzata del normale ma priva di noduli; le scintigrafie (una nel 1999, l'altra nel 2008) segnalano tiroide leggermente ingrossata ma con omogenea distribuzione intraparenchimale del tracciante.
Tutti gli altri esami ematochimici, cardiologici (ECG e holter) e oculistici sono sempre stati nella norma.
La sintomatologia in compenso è sempre stata un po' fastidiosa: tachicardia sinusale anche a riposo, dimagrimento, tremore alle mani, insofferenza al caldo, irritabilità e difficoltà di concentrazione. Per fortuna, nessun esoftalmo.
A parte questa malattia autoimmune, sono sano e non soffro di altre patologie.
La prima domanda è: non volendo sottopormi né a tiroidectomia né a radioterapia, è possibile mantenere la terapia farmacologica a vita? Ossia, continuare col Tapazole, a basso dosaggio (2,5 / 5 mg al giorno) a tempo indeterminato? Esistono dati sull'assunzione a basso dosaggio a vita?
La seconda domanda spiega il perché della mia contrarietà a tiroidectomia e iodoterapia: in entrambi i casi ho letto che esistono più probabilità di incorrere in ipotiroidismo iatrogeno rispetto a quelle di rimanere definitivamente eutiroideo, è vero? Ecco perché vorrei rimanere a vita in terapia col Tapazole: non vorrei curare l'ipertiroidismo provocandomi un ipotiroidismo col quale presumo che dovrei in ogni caso assumere un farmaco a vita, l'Eutirox. Ha senso questo ragionamento?
Pregando i gentili dottori di rispondere ad entrambe le domande, li ringrazio per la disponibilità e la gentilezza nel darmi una mano per un problema decisionale che credo possa interessare anche altri pazienti come me.
I migliori saluti e grazie ancora per l'aiuto.
[#1]
L'indicazione, considerate le frequenti recidive, sarebbe per una soluzione piu' radicale, iodoterapia o tiroidectomia, da valutare sulla scorta dei dati clinici ed ecografici.
La possibilita' di continuare col Metimazole, non la si puo' accantonare del tutto, ma il farmaco comunque ha delle possibili potenzialita' di tossicita', che non si possono, anche in un futuro, escludere completamente.
L'eventuale assunzione di Tiroxina, ha il solo scopo
sostitutivo, e se assunta in modo corretto, non crea problemi particolari.
In ogni caso e' indispensabile il parere dell'endocrinologo che La segue.
La possibilita' di continuare col Metimazole, non la si puo' accantonare del tutto, ma il farmaco comunque ha delle possibili potenzialita' di tossicita', che non si possono, anche in un futuro, escludere completamente.
L'eventuale assunzione di Tiroxina, ha il solo scopo
sostitutivo, e se assunta in modo corretto, non crea problemi particolari.
In ogni caso e' indispensabile il parere dell'endocrinologo che La segue.
Dr. Sergio Di Martino
Specialista in Endocrinologia
[#2]
Ex utente
Gent.mo Dottore, ringraziandola per la velocità nella risposta e la cortesia, la aggiorno sulla situazione: anche il mio endocrinologo sarebbe favorevole ad una tiroidectomia totale come la sola terapia "realmente risolutiva" in considerazione delle numerose redicive.
Il dubbio che mi preoccupa in questa soluzione (tiroidectomia totale + eutirox a vita) è che dovrei comunque assumere a vita un farmaco (eutirox anziché tapazole), ma a differenza della soluzione farmacologica cui accennavo (conservazione tiroide + metimazolo a vita) mi priverebbe però, oltre a ciò, dell'autonomia nella produzione di un ormone: ciò che mi mette a disagio in tal senso è che la mia sopravvivenza fisica sarebbe legata definitivamente ad un farmaco.
Dalla sua risposta credo perciò di capire che la predilezione della soluzione più "radicale" (cito la Sua definizione) da parte Sua (e presumibilmente del mio endocrinologo) sia dovuta principalmente al fatto che il potenziale di tossicità a lungo termine dell'eutirox è assai inferiore (o addirittura assente, trattandosi di un analogo di sintesi dell'ormone tiroideo prodotto endogenamente) rispetto a quello del metimazole: mi può confermare se ho capito correttamente?
Un'ultima domanda in tal senso: quando dice che tale farmaco (metimazolo) presenta comunque dei rischi di tossicità che non si possono escludere completamente, intende che tale rischio è indipendente dalle dosi e dal tempo, e che quindi può comparire senza preavviso anche dopo anni di assunzione? E' un rischio significativo, e a che cosa si riferisce: ev. epatotossicità, neutropenie, oncogenicità/mutagenicità?
Scusandomi per le tante domande, ringrazio ancora Lei e lo staff del sito per questa opportunità di consulto a distanza (di cui non voglio abusare!): penso che il servizio che fornite consenta di disporre di uno o più pareri altamente qualificati e di prendere una decisione in modo più informato.
I migliori saluti e grazie ancora per l'aiuto e la pazienza.
Il dubbio che mi preoccupa in questa soluzione (tiroidectomia totale + eutirox a vita) è che dovrei comunque assumere a vita un farmaco (eutirox anziché tapazole), ma a differenza della soluzione farmacologica cui accennavo (conservazione tiroide + metimazolo a vita) mi priverebbe però, oltre a ciò, dell'autonomia nella produzione di un ormone: ciò che mi mette a disagio in tal senso è che la mia sopravvivenza fisica sarebbe legata definitivamente ad un farmaco.
Dalla sua risposta credo perciò di capire che la predilezione della soluzione più "radicale" (cito la Sua definizione) da parte Sua (e presumibilmente del mio endocrinologo) sia dovuta principalmente al fatto che il potenziale di tossicità a lungo termine dell'eutirox è assai inferiore (o addirittura assente, trattandosi di un analogo di sintesi dell'ormone tiroideo prodotto endogenamente) rispetto a quello del metimazole: mi può confermare se ho capito correttamente?
Un'ultima domanda in tal senso: quando dice che tale farmaco (metimazolo) presenta comunque dei rischi di tossicità che non si possono escludere completamente, intende che tale rischio è indipendente dalle dosi e dal tempo, e che quindi può comparire senza preavviso anche dopo anni di assunzione? E' un rischio significativo, e a che cosa si riferisce: ev. epatotossicità, neutropenie, oncogenicità/mutagenicità?
Scusandomi per le tante domande, ringrazio ancora Lei e lo staff del sito per questa opportunità di consulto a distanza (di cui non voglio abusare!): penso che il servizio che fornite consenta di disporre di uno o più pareri altamente qualificati e di prendere una decisione in modo più informato.
I migliori saluti e grazie ancora per l'aiuto e la pazienza.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.3k visite dal 27/12/2010.
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