Attacchi panico con quadro di ipertiroidismo subclinico
Gentile Dottore,
Appartengo ad una famiglia in cui esistono parecchi membri che hanno sofferto di problemi tiroidei (le mie due sorelle maggiori di anni 50 e 46 hanno sofferto di gozzi multinodulari che hanno in entrambi i casi portato all'asportazione totale della ghiandola), mio padre 75 anni, lo ha tuttora, abbinato ad un ipertiroidismo subclinico
Lo scorso ottobre, durante un'attività di screening mi sono stati identificati due noduli alla tiroide di dimensioni di qualche mm (4 e 6 mm). Inoltre le analisi hanno identificato uno stato di ipertiroidismo subclinico (purtroppo non ho sottomano i valori). Eseguita una scinitigrafia qualche mese dopo (marzo) mi è stato diagnosticata la presenza di un nodulo leggermennte ipercaptante ed i valori degli ormoni hanno confermato l'ipertiroidismo subclinico. Vista la situazione, l'endocrinologo che mi ha in cura mi ha quindi suggerito di rimandare ulteriori analisi al prossimo anno, spiegandomi che la mia situazione non è “curabile” tranne con un’asportazione che però a sua detta sarebbe prematura
Il problema per cui scrivo è però il seguente. Nonostante io sia da sempre di natura tendenzialmente ansioso, negli ultimi 10 mi sono impratichito (in maniera autodidatta) di tecniche di gestione dello stress (techniche cognitvo comportamentali) che mi avevano prodotto grandi beneficio e mi avevano permesso di mantenere un alta qualità della vita a fronte di diverse situazioni stressanti (nascita figli, lunghi viaggi all’estero per lavoro ecc).
Il mio problema riguarda però l l'insorgenza da qualche mese di veri e propri attacchi di panico. I primi occasionali attacchi li ho sperimentati lo scorso inverno, la cosa però si era risolta cambiando alcune abitudini di vita e sperimentando tecniche anti stress
Recentemente però ho come l'impressione che i sintomi fisici dell'ansia abbiano preso il sopravvento e mi trovo in stato di grande difficoltà a controllare lo stato d'ansia cronico che mi assale e che da qualche settimana, abbastanza repentinamente (a seguito di una influenza) mi paralizza (provocandomi anche un certo sconforto, oltre che spossatezza, sfiducia,totale inappetenza, demotivazione).
Ora, il periodo che sto vivendo è oggettivamente diffcile (ho perso il lavoro e da giugno sono stato costretto ad accettare una posizione in un'altra città, da cui faccio il pendolare settimanalmente lontano dalla mia famiglia ) tuttavia sono sorpreso ed un po’ spaventato dal perdurare e dall'intensità dei sintomi soprattutto dal loro alto grado debilitante per che come me vive di attività intellettuale (sono un ricercatore).
Il mio dilemma come avete intuito è cosa curare prima e come? E' possibile spiegare il mio quadro recente in soli termini di peggiorata disfunzione tioridea? Se si, veramente non esistono cure? O dovrei invece dedicarmi a cercare supporto per lo stato di panico e depressione che sto vivendo?
Vi ringrazio per i vostri consigli
Appartengo ad una famiglia in cui esistono parecchi membri che hanno sofferto di problemi tiroidei (le mie due sorelle maggiori di anni 50 e 46 hanno sofferto di gozzi multinodulari che hanno in entrambi i casi portato all'asportazione totale della ghiandola), mio padre 75 anni, lo ha tuttora, abbinato ad un ipertiroidismo subclinico
Lo scorso ottobre, durante un'attività di screening mi sono stati identificati due noduli alla tiroide di dimensioni di qualche mm (4 e 6 mm). Inoltre le analisi hanno identificato uno stato di ipertiroidismo subclinico (purtroppo non ho sottomano i valori). Eseguita una scinitigrafia qualche mese dopo (marzo) mi è stato diagnosticata la presenza di un nodulo leggermennte ipercaptante ed i valori degli ormoni hanno confermato l'ipertiroidismo subclinico. Vista la situazione, l'endocrinologo che mi ha in cura mi ha quindi suggerito di rimandare ulteriori analisi al prossimo anno, spiegandomi che la mia situazione non è “curabile” tranne con un’asportazione che però a sua detta sarebbe prematura
Il problema per cui scrivo è però il seguente. Nonostante io sia da sempre di natura tendenzialmente ansioso, negli ultimi 10 mi sono impratichito (in maniera autodidatta) di tecniche di gestione dello stress (techniche cognitvo comportamentali) che mi avevano prodotto grandi beneficio e mi avevano permesso di mantenere un alta qualità della vita a fronte di diverse situazioni stressanti (nascita figli, lunghi viaggi all’estero per lavoro ecc).
Il mio problema riguarda però l l'insorgenza da qualche mese di veri e propri attacchi di panico. I primi occasionali attacchi li ho sperimentati lo scorso inverno, la cosa però si era risolta cambiando alcune abitudini di vita e sperimentando tecniche anti stress
Recentemente però ho come l'impressione che i sintomi fisici dell'ansia abbiano preso il sopravvento e mi trovo in stato di grande difficoltà a controllare lo stato d'ansia cronico che mi assale e che da qualche settimana, abbastanza repentinamente (a seguito di una influenza) mi paralizza (provocandomi anche un certo sconforto, oltre che spossatezza, sfiducia,totale inappetenza, demotivazione).
Ora, il periodo che sto vivendo è oggettivamente diffcile (ho perso il lavoro e da giugno sono stato costretto ad accettare una posizione in un'altra città, da cui faccio il pendolare settimanalmente lontano dalla mia famiglia ) tuttavia sono sorpreso ed un po’ spaventato dal perdurare e dall'intensità dei sintomi soprattutto dal loro alto grado debilitante per che come me vive di attività intellettuale (sono un ricercatore).
Il mio dilemma come avete intuito è cosa curare prima e come? E' possibile spiegare il mio quadro recente in soli termini di peggiorata disfunzione tioridea? Se si, veramente non esistono cure? O dovrei invece dedicarmi a cercare supporto per lo stato di panico e depressione che sto vivendo?
Vi ringrazio per i vostri consigli
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Psichiatra, Psicoterapeuta
Egregio signore
Come sicuramente saprà l'ipertiroidismo può scatenare attacchi simili alle crisi di panico; d'altra parte a stessa consapevolezza di essere affetto da tale malattia può scatenare, PER AUTOSUGGESTIONE, tali crisi sopratutto durante un periodo di stress come quello che lei sta attraversando e che da solo sarebbe sufficiente per scatenare crisi di panico.
Il mio consiglio è quello di ripetere in primo luogo il dosaggio degli ormoni tiroidei per accertarsi che non ci siano variazioni rispetto a prima e, nel caso, assumere i farmaci necessari, poi di farsi visitare presso il Centro di Salute Mentale della sua zona, dove probabilmente le prescriveranno una terapia antidepressiva in seguito alla quale i suoi disturbi dovrebbero migliorare se non scomparire del tutto.
La saluto cordialmente
Come sicuramente saprà l'ipertiroidismo può scatenare attacchi simili alle crisi di panico; d'altra parte a stessa consapevolezza di essere affetto da tale malattia può scatenare, PER AUTOSUGGESTIONE, tali crisi sopratutto durante un periodo di stress come quello che lei sta attraversando e che da solo sarebbe sufficiente per scatenare crisi di panico.
Il mio consiglio è quello di ripetere in primo luogo il dosaggio degli ormoni tiroidei per accertarsi che non ci siano variazioni rispetto a prima e, nel caso, assumere i farmaci necessari, poi di farsi visitare presso il Centro di Salute Mentale della sua zona, dove probabilmente le prescriveranno una terapia antidepressiva in seguito alla quale i suoi disturbi dovrebbero migliorare se non scomparire del tutto.
La saluto cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.4k visite dal 12/07/2010.
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