Linfoma n.h. in trattamento e febbre persistente
Buonasera,
mia madre è attualmente in terapia con protocollo R Chop per un Linfoma N.
H. a grandi cellule di tipo B al quarto stadio con localizzazione midollare.
Settimana prossima completera' tutti i sei cicli di chemioterapia, c'è stata una risposta eccellente alla terapia (non ha mai dovuto saltare un solo ciclo nonostante la mielosoppressione anche grazie alla costante somministrazione dopo ogni ciclo di filgrastim e eritropoietina).
Alla tac di rivalutazione intermedia non si è evidenziato nessun interessamento linfonodale.
L'unica variazione è un ispessimento delle pareti dell'antro gastrico per cui di consigliava indagine endoscopica.
L'ematologa, alla luce di una gastroscopia effettuata a metà luglio di ques'anno e della pet effettuata i primi di settembre nella quale non c'era ombra di problematiche a carico dello stomaco, dubita che si possa trattare di qualcosa di preoccupante.
Alla Pet di Gennaio, qualora dovesse evidenziarsi qualcosa a livello gastrico, si procederà con ulteriore esame endoscopico.
Tutta questa premessa per evidenziare la mia preoccupazione in merito ad una febbre pressoché costante intorno a 37.5, massimo 38.5 che si presenta sempre nelle ore pomeridiane.
La situazione peggiora subito dopo la somministrazione de fattori di crescita granulocitari.
Il punto è che vorrei capire la ragione di questa febbre?
Potrebbe essere ancora la malattia?
È un problema legato ai fattori di crescita?
È un'alterazioni da immunitaria?
Non ho ricevuto risposta certa da parte dei medici che curano mia madre.
Non voglio pensare sia la malattia, perché dai primi sintomi all'inizio della terapia ho visto miracoli! Prima della diagnosi mia madre era arrivata a fare trasfusioni ogni due giorni, dal primo ciclo in poi neppure solo eritropoietina con emoglobina che nonostante la chemioterapia si è assestata intorno a 11.
Ma ovviamente la paura maggiore per questa febbre resta sempre quella legata a una persistenza di malattia.
Cosa potreste dirmi voi in merito?
Grazie mille!
mia madre è attualmente in terapia con protocollo R Chop per un Linfoma N.
H. a grandi cellule di tipo B al quarto stadio con localizzazione midollare.
Settimana prossima completera' tutti i sei cicli di chemioterapia, c'è stata una risposta eccellente alla terapia (non ha mai dovuto saltare un solo ciclo nonostante la mielosoppressione anche grazie alla costante somministrazione dopo ogni ciclo di filgrastim e eritropoietina).
Alla tac di rivalutazione intermedia non si è evidenziato nessun interessamento linfonodale.
L'unica variazione è un ispessimento delle pareti dell'antro gastrico per cui di consigliava indagine endoscopica.
L'ematologa, alla luce di una gastroscopia effettuata a metà luglio di ques'anno e della pet effettuata i primi di settembre nella quale non c'era ombra di problematiche a carico dello stomaco, dubita che si possa trattare di qualcosa di preoccupante.
Alla Pet di Gennaio, qualora dovesse evidenziarsi qualcosa a livello gastrico, si procederà con ulteriore esame endoscopico.
Tutta questa premessa per evidenziare la mia preoccupazione in merito ad una febbre pressoché costante intorno a 37.5, massimo 38.5 che si presenta sempre nelle ore pomeridiane.
La situazione peggiora subito dopo la somministrazione de fattori di crescita granulocitari.
Il punto è che vorrei capire la ragione di questa febbre?
Potrebbe essere ancora la malattia?
È un problema legato ai fattori di crescita?
È un'alterazioni da immunitaria?
Non ho ricevuto risposta certa da parte dei medici che curano mia madre.
Non voglio pensare sia la malattia, perché dai primi sintomi all'inizio della terapia ho visto miracoli! Prima della diagnosi mia madre era arrivata a fare trasfusioni ogni due giorni, dal primo ciclo in poi neppure solo eritropoietina con emoglobina che nonostante la chemioterapia si è assestata intorno a 11.
Ma ovviamente la paura maggiore per questa febbre resta sempre quella legata a una persistenza di malattia.
Cosa potreste dirmi voi in merito?
Grazie mille!
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Il fattore di crescita granulocitario può dare rialzi febbrili e dolori ossei ma se la febbre ha un'origine antecedente alla somministrazione del g-csf non vedo come possa essere questo il responsabile. Di sicuro serve una rx del torace ed esami di controllo dell'emocromo e soprattutto della proteina C reattiva sierica, che può dare un rapido indirizzo, seppure generico e aspecifico, sulla natura della febbre. Altri dati importanti da conoscere sono le condizioni generali della paziente, la presenza di sudorazioni, la scomparsa di eventuali sintomi durante il periodo di defervescenza nel corso della giornata. Aggiungerei che una gastroscopia con biopsia sia assolutamente da effettuare, a scanso di brutte sorprese, visto che il quadro iniziale non era esattamente confortante.
Dr. daniele sabiu
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.7k visite dal 15/12/2019.
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