Dubbi su anemia, impiego di eprex e aplasia

Gent.mo Dottore, il mio dubbio riguarda mio padre 80enne (diabetico e cardiopatico) a cui è stata diagnosticata, dopo vari esami e terapie, un'anemia macrocitica resistente alle comuni terapie. Lui risente in particolar modo di questa situazione ed è sempre stanco è spesso gli si riscontra pressione bassa. Lo specialista che lo ha in cura ha proposto di provare con dosi minime settimanali (1000 - 2000 U.) di eritropietina Eprex. Dando uno sguardo in rete ho letto che tale farmaco nel 2001 ca. è stato un pò nell'occhio del ciclone in quanto gli erano imputati diversi casi di aplasia eritroide al di sopra della media. Da quanto ho letto ciò era dovuto alla diversa lavorazione del farmaco in suo stabilimento e alla sua somministrazione per via sottocutanea. In seguito a ciò la casa produttrice avrebbe modificato il buguiardino suggerendo come unico metodo di somministrazione la sola via endovenosa. Ho dato uno sguardo a tale bugiardino ma mi sembra che la somministrazione per via sottocutanea rientri ancora nella prassi di somministrazione. Volevo sapere allo stato attuale delle cose è cambiato qualcosa sull'utilizzo di tale farmaco e, aldilà degli effetti collaterali che ogni farmaco può avere, se Eprex risulta essere un farmaco più a rischio rispetto ad altre eritropoietine. La rigrazio.
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Dr. Vincenzo Martino Cardiologo 6.6k 209
Gentile utente, l'eprex è il più comune farmaco eritrostimolatore utilizzato nella pratica clinica quotidiana soprattutto nei pazienti affetti da insufficienza renale cronica. La via di somministrazione preferità è sottocutanea, il principale effetto indisiderato è dato dall'incremento pressorio.
Cordialmente,

Dr. Vincenzo MARTINO

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Utente
Utente
Gent. Dott. Martino. proprio ieri mio padre ha fatto un visita cardiologica di controllo presso un suo collega cardiologo di Napoli, il quale si è molto raccomandato di tenere sotto controllo l'anemia in particolar modo per un soggetto come lui che è stato anche colpito da ictus 8 mesi fa e che fortunamente non sembra averne particolarmente risentito. La risonanaza magnetica di controllo fatta 2 mesi fa parla di "Molteplici aree di sofferenza parenchimale su base vascolare". Sempre secondo il suo collega, non si tratta di vero e proprio ictus ma di più aree cerebrali che hanno risentito di volta in volta di scarsa ossigenazione per i bassi valori di emoglobina. Lei cosa ne pensa?
Suggeriva inoltre, prima di ricorrere ad un eventuale analisi del midollo, di fare un esame dei reticolociti, cosa che stranamente fin ora l'ematologa che lo ha in cura non ha richiesto. A tal proposito, attualmente sta facendo delle flebo con con Ferlixit anticipate (in bolo) da Epargriseovit AD, il tutto a gg. alterni e senza trarne particolare beneficio. Quanto tempo di sopensione è necessario prima di fare l'esame dei reticolociti senza che questo ne risulti alterato? La ringrazio per la disponibilità.
Giovanna G.
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Dr. Vincenzo Martino Cardiologo 6.6k 209
Gentile utente, sarei curioso di sapere qual'è l'effettivo tasso emoglobinico di suo padre, perchè non ho elementi validi per comprendere le terapie intraprese da suo padre.
Cordialmente,
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Utente
Utente
Egregio Dott., mi scuso per il ritardo (dovuto a cause di forza maggiore) nel replicare alla sua risposta.
Dunque, l'emoglobina si attesta intorno ai 10,00 g/Dl, che forse non è un valore bassissimo ma lui sembra risentirne particolarmente, infatti è da quando ha questo valore che accusa una forte stanchezza e credo che lei mi insegni che tante volte in medicina conti tanto anche la sensibilità individuale. L'ematocrito è intorno ai 31,500% e i globuli rossi intorno ai 32,00 (x10.e6 /ul). Ferro e ferritina sono nella norma. ha fatto vari cicli (per endovena) con ferlixit, epargriseovit, prefolic, benexol (quest'ultimo intramuscolo)e benadon cpr ma i valori dell'emocromo non hanno avuto significativi miglioramenti e l'emoglobina è arrivata al max a 11,00 g/Dl. L'esame di sangue occulto nelle feci su tre campioni,, e ripetuto più volte ha dato sempre esito negativo.
Attendo un suo parere in particolar modo sull'uso di dosi minime di EPREX. Grazie.

Giovanna G.
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Dr. Vincenzo Martino Cardiologo 6.6k 209
Gentile utente, a dire il vero i valori riportati mi sembrano "ottimali" per l'età e le patologie di suo padre, pertanto ritengo che l'eventuale prescrizione di eritropoietina segua un iter clinico che solo il collega prescrittore ne sappia la logica. Spero, che le dosi consigliate, sebbene basse, possano dare l'effetto ricercato.
Auguri
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Utente
Utente
Sbaglio o mi sembra di aver intuito che secondo la sua esperienza l'eritropietina somministrata a così basse dosi sortisca ben poco effetto? Questo nonostante cerchi di correggere valori non bassissimi di emoglobina? La ringrazio per la sua disponibilità.

Giovanna G.
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Dr. Vincenzo Martino Cardiologo 6.6k 209
Gentile sig.ra Giovanna, diciamo che secondo me si sta facendo un tentativo terapeutico che spero dia gli effetti desiderati dal collega.
Saluti
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