Avis e chiarimenti sui test effettuati
Salve, avrei delle domande riguardanti le diagnosi e i test che si effettuano sulle donazioni di sangue!
Sono donatrice e ancora non ho ben capito come si svolgono le diagnosi sul sangue donato, le mie domande sono le seguenti:
Vorrei sapere quanto tempo intercorre tra la donazione e l'effettiva analisi in laboratorio? I test virologici: NAT, HIVAb 1- 2 (per l'aids), HBSaG (epatite B), HCVAb e costituenti virali (per epatite c) vengono effettuati ogni qualvolta che si effettua una donazione, nonostante il questionario preliminare e "la buona fede" del donatore? Si effettuano più controlli virologici a distanza di tempo sulla stessa sacca di sangue per verificare la presenza effettiva di un virus prima del responso finale? Sono obbligati a chiamarti se riscontrano qualche positività o qualche patologia che compromette la salute del donatore e ricevente? O queste tipologie di analisi e prassi variano a seconda dell'ente comunale?
Mi sorgono dei dubbi in quanto l'ultima volta che ho donato il sangue insieme al mio ragazzo non abbiamo ricevuto l'esito dei test sulle malattie sessualmente trasmissibili.. Ora io mi chiedo i test come NAT su hiv e altre malattie che percentuale hanno di affidabilità? magari il contagio é avvenuto nel giro di 3giorni, e il donatore é ignaro ed é andato a donare al 4giorno.. Tutto ciò non compromettono anche le trasfusioni? Scusate le mille domande, ma anche sul sito dell'avis io non trovo chiarimenti.Grazie a chi mi risponderà
Sono donatrice e ancora non ho ben capito come si svolgono le diagnosi sul sangue donato, le mie domande sono le seguenti:
Vorrei sapere quanto tempo intercorre tra la donazione e l'effettiva analisi in laboratorio? I test virologici: NAT, HIVAb 1- 2 (per l'aids), HBSaG (epatite B), HCVAb e costituenti virali (per epatite c) vengono effettuati ogni qualvolta che si effettua una donazione, nonostante il questionario preliminare e "la buona fede" del donatore? Si effettuano più controlli virologici a distanza di tempo sulla stessa sacca di sangue per verificare la presenza effettiva di un virus prima del responso finale? Sono obbligati a chiamarti se riscontrano qualche positività o qualche patologia che compromette la salute del donatore e ricevente? O queste tipologie di analisi e prassi variano a seconda dell'ente comunale?
Mi sorgono dei dubbi in quanto l'ultima volta che ho donato il sangue insieme al mio ragazzo non abbiamo ricevuto l'esito dei test sulle malattie sessualmente trasmissibili.. Ora io mi chiedo i test come NAT su hiv e altre malattie che percentuale hanno di affidabilità? magari il contagio é avvenuto nel giro di 3giorni, e il donatore é ignaro ed é andato a donare al 4giorno.. Tutto ciò non compromettono anche le trasfusioni? Scusate le mille domande, ma anche sul sito dell'avis io non trovo chiarimenti.Grazie a chi mi risponderà
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Medico Chirurgo
Salve,
mi pare logico che al di là della buona fede e del questionario, il donatore venga testato per HIV - HBV - HCV - e Sifilide ad ogni donazione sia con test sierologici che con test NAT.
Tali test riducono il periodo finestra a 12 giorni.
Le sacche vengono testate prima di essere considerate idonee con test NAT molto sensibili.
Il donatore che risulti inidoneo viene informato della causa della sua inidoneità. Temporanea o permanente.
Tutto questo riduce statisticamente a zero il rischio di trasmissione di malattie virali.
E' logico che se, si fa per dire, un donatore è tanto dissennato da andare a donare al quarto giorno dopo un rapporto con un HIV positivo di cui conosce lo status non è più un donatore ma un criminale e dovrà rispondere alla sua coscienza prima che alla legge.
Cari saluti,
Dr. Caldarola.
mi pare logico che al di là della buona fede e del questionario, il donatore venga testato per HIV - HBV - HCV - e Sifilide ad ogni donazione sia con test sierologici che con test NAT.
Tali test riducono il periodo finestra a 12 giorni.
Le sacche vengono testate prima di essere considerate idonee con test NAT molto sensibili.
Il donatore che risulti inidoneo viene informato della causa della sua inidoneità. Temporanea o permanente.
Tutto questo riduce statisticamente a zero il rischio di trasmissione di malattie virali.
E' logico che se, si fa per dire, un donatore è tanto dissennato da andare a donare al quarto giorno dopo un rapporto con un HIV positivo di cui conosce lo status non è più un donatore ma un criminale e dovrà rispondere alla sua coscienza prima che alla legge.
Cari saluti,
Dr. Caldarola.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 13.2k visite dal 21/01/2016.
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