Leucemia linfatica cronica

Buongiorno Dottori,

scrivo per mio padre, 68 anni, al quale è stata recentemente diagnosticata una leucemia linfatica cronica. Per correttezza Vi informo che qualche mese fa, immediatamente dopo la diagnosi, anche mio padre si era rivolto ai dottori di "medicitalia", ricevendo risposte confortanti, ora si è cancellato come utente.

Ora, mio padre, ha fatto ulteriori esami (tra cui il prelievo del midollo) dal quale sono emersi dei valori che vorrei chiederVi quanto possano “predire” l’aggressività della malattia. Ho letto in internet, in particolare, del CD38 (che per mio padre è negativo) o la delezione 17 e/o 11 (in particolare quest'ultima sembra essere positiva per mio padre il che mi preoccupa).

Vi faccio una elenco degli esami fatti (anche quelli di qualche anno fa dove tale malattia non gli era ancora stata diagnosticata):

06/09/2012
Leucociti 9,67
Emoglobina 15,8
Piastrine 207
Linfociti 48,8% - val. assoluto 4,72

26/09/2013
Leucociti 11,03
Emoglobina 15,3
Piastrine 193
Linfociti 60,3% - val. assoluto 6,65

30/07/2014
Leucociti: 14,53 (4.20-10)
Emoglobina: 15,2 (14-18)
Piastrine: 202 (140-450)
Linfociti: 64,4% - val. assoluto 9,36

Successivamente dopo alcuni giorni ha fatto i seguenti esami:
Linfociti (CD45): 7,47
CD3 (linfociti totali): 38%
CD5: 89%
CD19 (linfociti B): 55%
CD20: 55%
SMIG (immunogl. di superficie): 55%
CD38: 1%
CD23 (linfociti B attivati): 52%

Ora, dopo il prelievo del midollo gli è stata fatta la seguente diagnosi:

Obiettivamente: fegato all’arco, milza non apprezzabile. Non linfoadenomegalie significative nelle stazioni sup di repere
Immunofenotipo periferico e midollare: espansione di elementi B linfoidi positivi per CD19,CD20, CD5, CD23 E Smlg
Aspirato midollare: teca ossea di consistenza normale. All’aspirazione si estraggono numerosi frustoli che allo striscio mostrano un midollo a buona cellularità caratterizzata da un infiltrazione linfoide matura attorno al 40-70% della cellularità. Le altre filiere ematopoietiche appaiono discetamente rappresentate e normomaturanti.
Indagine di citogenetica classica: (100% metafasi alterate su 25 esaminate) 46, XY, del(11)/q22,q23), del(13)(q13q22)
Multicolor FISH: presenza di delezione 11q22.3(ATM) nel 58% e della delezione 13q14.3 nel 66% dei 300 nuclei in interfase analizzati.
Conclusioni: Le indagini effettuate sono conclusione per LLC-B stadio 0 sec. RAI.
Il paziente proseguirà solo con controlli ogni 6 mesi circa con esami bioumorali

Come scritto precedentemente gradirei sapere se si può già capire l'aggressività della malattia, visto in particolare la delezione del cromosoma 11 che ho letto in internet complica la questione.

Grazie veramente tanto in anticipo.
[#1]
Dr. Michele Cimminiello Ematologo 4.1k 76
Ebbene si la delezione dell'11 lascia presagire che si è difronte ad una malattia importante, peggio, però, sarebbe stata la delezione del 17.
Relativamente all'aggressività della malattia utile valutare la cinetica della linfocitosi (cioè l'aumento dei linfociti nel tempo) che in due anni è raddoppiato, nell'ambito però di un numero assoluto più che accettabile.
Sono d'accordo con i colleghi sul non trattamento, un pò meno sul monitoraggio in follow-up: non lascerei passare tanto tempo nel fare in controlli.
La saluto e in bocca al lupo per suo papà.

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[#2]
Utente
Utente
Buongiorno Dottore,

la ringrazio infinitamente della cortese e sincera risposta. Non le nascondo, tuttavia, che quel suo "si è di fronte ad una malattia importante" mi ha un po' scoraggiato.

Le volevo chiedere cosa intendesse per "malattia importante" in base alla sua esperienza: una malattia che richiederà dei trattamenti precoci che comunque dovrebbero tenerla a bada per un po' (7-10 anni), oppure qualcosa di veramente aggressivo che porterà via mio padre in pochi anni, oppure cosa?

Un'ultima domanda, ho letto della familiarità che esiste per questa malattia... è una cosa marcata oppure trascurabile?

La ringrazio nuovamente in anticipo. Mi scuso dell'ulteriore disturbo e forse delle domande non molto sensate.

Grazie ancora.
[#3]
Dr. Michele Cimminiello Ematologo 4.1k 76
Tutto dipende dalla cinetica della malattia e cioé dall'evoluzione dell'aumento del numero dei linfociti. L'aggressività è data dall'anomalia citogenetica.
Il trattamento prima o poi lo dovrà fare, ma sicuramente non ora.
Tempo? Non mi sento di fare alcuna previsione, non è mio costume.
Familiarità: descritti casi di familiarità ma sono statisticamente non significativi.
Mi tenga informato.
La saluto