Mutazione ii fattore in omozigosi, pregressa tep, e durata della terapia anticoagulante

Salve,
sono una ragazza di vent’ anni e da tre anni sono in terapia con anticoagulanti orali a causa di una tromboembolia polmonare, dovuta ad una trombofilia genetica (mutazione in omozigosi del fattore II della protrombina e del PAI 1, e del MTHFR e del PROCR G4678C) combinata all’uso di estroprogestinici che assumevo in tutta tranquillità perché ancora non sapevo di essere portatrice di queste mutazioni. Vi scrivo perché non so se è opportuno continuare ancora la terapia anticoagulante.
Tre anni fa ho avuto una trombosi venosa profonda all’asse iliaco-femoro-popliteo, e a distanza di due o tre giorni dall’esordio dei sintomi (che non sono stati prontamente riconosciuti) a questa trombosi è seguita un’embolia polmonare, documentata da una angioTC polmonare. Appena ricoverata in ospedale sono stata sottoposta prima a terapia eparinica e.v., e dopo pochi giorni ho iniziato ad assumere anticoagulanti orali (acenocumarolo,4 mg ). Dopo un anno mi sono sottoposta a una seconda angioTC polmonare che non ha evidenziato reliquati. A distanza di tre anni, l’ecodoppler degli arti inferiori dimostra la presenza di trombi a parete a carico dell’iliaca, della femorale comune e della poplitea, in assenza di reflussi e in assenza di segni di sindrome post trombotica.
I Risultati degli esami genetici sono stati:
Omozigosi Fattore II G20210A
Omozigosi PAI-1 4G
Omozigosi MTHFR C677T
Omozigosi PROCR G4678C (recettore endoteliale per la Proteina C)
Ho eseguito altri esami per sondare la presenza di autoanticorpi (ANA, APCA, ds-DNA, C-ANCA, P-ANCA, Anticardiolipina IgM e IgG) che si sono rivelati tutti NEGATIVI, e i livelli di proteina C e S erano nella norma.

Dei medici che ho consultato, alcuni dicevano di sospendere la terapia anticoagulante, altri di continuarla per tutta la vita. Vorrei un vostro parere. Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 336
La decisione se continuare la terapia o nò la può prendere soltanto il suo medico che gli ha prescritto gli anticoagulanti. Il discorso è di tipo preventivo poichè è evidente che le mutazioni genetiche rimarranno sempre, però questa presenza di trombi ad oggi a livello della iliaca e femorale consiglierebbe a livello preventivo di continuare con la terapia anticoagulante; ne parli, comunque, con il suo angiologo

Un saluto

A. Baraldi