Io vi chiedo secondo voi e possibile un quadro di piastrinopenia cosi severo senza nient'altro
buonasera,scrivo per avere un consulto per mio padre.
Tre anni fa durante esami di routine gi fu diagnosticata una piastrinopenia (12) seguita da una miriade di analisi,tra cui prelievo del midollo,tutte fortunatamente con esito negativo.
Ogni 3 mesi fa analisi del sangue e il problema piastrine persiste (circa 20x100) ma tutti gli altri valori sono nella norma.
Il medico che lo ha in cura dice che non ha niente ,che la sua malattia è solo la mancanza di piastrine.Io vi chiedo secondo voi e possibile un quadro di piastrinopenia cosi severo senza nient'altro?c'è da preoccuparsi?
mio padre ha 56 anni,ex fumatore,in leggero sorappeso ,moderata attività fisica.
ringrazio anticipatamente.
Tre anni fa durante esami di routine gi fu diagnosticata una piastrinopenia (12) seguita da una miriade di analisi,tra cui prelievo del midollo,tutte fortunatamente con esito negativo.
Ogni 3 mesi fa analisi del sangue e il problema piastrine persiste (circa 20x100) ma tutti gli altri valori sono nella norma.
Il medico che lo ha in cura dice che non ha niente ,che la sua malattia è solo la mancanza di piastrine.Io vi chiedo secondo voi e possibile un quadro di piastrinopenia cosi severo senza nient'altro?c'è da preoccuparsi?
mio padre ha 56 anni,ex fumatore,in leggero sorappeso ,moderata attività fisica.
ringrazio anticipatamente.
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Gentile Utente,
quando si parla di piastrinopenia si fa riferimento a una conta piastrinica inferiore a 140000/mcl. Generalmente si ha a che fare con piastrinopenie acquisite e più raramente con forme ereditarie. Una piastrinopenia può essere dovuta a una ridotta produzione piastrinica, a un aumento della distruzione periferica o a un sequestro. Questa distinzione si può fare abbastanza accuratamente esaminando un aspirato midollare che da quello che mi dice suo padre ha già fatto (sarebbe necessario comunque leggere il referto molto accuratamente).
In generale, il primo rischio principale che bisogna scongiurare è quello di una eventuale emorragia. Generalmente, se il numero delle piastrine è superiore a 20000/mcl è raro osservare emorragie spontanee gravi, almeno nei casi in cui siano assenti anormalità dei fattori della coagulazione o di una concomitante disfunzione qualitativa delle stesse piastrine. Un primo consiglio quindi che le posso dare è quello di avvisare suo padre sulla necessità di evitare traumi, ridurre o evitare iniezioni intramuscolari, visite rettali, supposte ed enteroclismi inutili, ridurre al minimo i prelievi venosi e dopo ogni iniezione di esercitare una buona pressione per almeno 10 minuti. Si ricordi di non somministrare farmaci noti per inibire la funzione piastrinica (p.e. aspirina e altri antinfiammatori).
Nella mia esperienza professionale, in qualità di tossicologo medico, mi capita spesso di diagnosticare piastrinopenie provocate da farmaci, che si verificano in soggetti assolutamente sani e con valori piastrinici simili a quelli di suo padre. Questa diagnosi si pone sulla base del nesso temporale tra la somministrazione del farmaco e la comparsa della piastrinopenia. Nella mia esperienza ho osservato una ridotta produzione di piastrine dopo l’assunzione di diuretici tiazidici, amrinone, etanolo, trimethoprim-sulfametossazolo e chemioterapici. Nelle persone trattate con eparina, sali d’oro, rifampicina, sulfonamidi, penicillina o acido valproico ho osservato una maggiore distruzione delle piastrine. Quindi un altro consiglio che posso darle, che in realtà è valido per tutte le piastrinopenie di origine non determinata, è di sospendere tutti i farmaci non essenziali. Se è assolutamente necessario, possono essere sostituiti con composti a struttura chimica diversa. In genere, dopo aver sospeso il farmaco responsabile, la piastrinopenia si risolve nel giro di alcuni giorni, ma in alcuni casi può resistere per mesi a causa della bassa escrezione del farmaco in questione.
Riguardo quindi alla possibilità che una piastrinopenia possa manifestarsi anche in soggetti sani, la risposta che posso darle è che questa condizione è possibile e che la diagnosi si pone dopo aver escluso tutte le altre forme di piastrinopenia secondaria.
Un’altra forma di piastrinopenia che ho osservato nella mia attività clinica è la piastrinopenia autoimmune dovuta a una distruzione accelerata delle piastrine mediata da anticorpi antipiastrina. Nella maggior parte dei casi si manifesta in soggetti precedentemente sani (si chiama porpora trombocitopenica idiopatica cronica), tenga sempre presente però che questa forma può presentarsi anche in presenza di altre sindromi. Come le dicevo questa speciale forma di piastrinopenia, che colpisce per la maggioranza adulti, in genere non è associata ad alcun evento scatenante chiaro. Le remissioni spontanee della “porpora trombocitopenica idiopatica cronica” sono possibili, ma relativamente rare. Nella maggior parte dei casi, si può avere una remissione completa o parziale dopo trattamenti specifici che, nel caso dovesse essere la forma che ha colpito suo padre, il suo medico curante al momento opportuno sono certo le proporrà.
Non mi resta che rimetterla alle cure del medico curante (immagino sia un ematologo) che, stia pur certa, matura ogni sua decisione clinica sulla base della specifica situazione clinica di suo padre.
Grazie
Stefano Fortinguerra
quando si parla di piastrinopenia si fa riferimento a una conta piastrinica inferiore a 140000/mcl. Generalmente si ha a che fare con piastrinopenie acquisite e più raramente con forme ereditarie. Una piastrinopenia può essere dovuta a una ridotta produzione piastrinica, a un aumento della distruzione periferica o a un sequestro. Questa distinzione si può fare abbastanza accuratamente esaminando un aspirato midollare che da quello che mi dice suo padre ha già fatto (sarebbe necessario comunque leggere il referto molto accuratamente).
In generale, il primo rischio principale che bisogna scongiurare è quello di una eventuale emorragia. Generalmente, se il numero delle piastrine è superiore a 20000/mcl è raro osservare emorragie spontanee gravi, almeno nei casi in cui siano assenti anormalità dei fattori della coagulazione o di una concomitante disfunzione qualitativa delle stesse piastrine. Un primo consiglio quindi che le posso dare è quello di avvisare suo padre sulla necessità di evitare traumi, ridurre o evitare iniezioni intramuscolari, visite rettali, supposte ed enteroclismi inutili, ridurre al minimo i prelievi venosi e dopo ogni iniezione di esercitare una buona pressione per almeno 10 minuti. Si ricordi di non somministrare farmaci noti per inibire la funzione piastrinica (p.e. aspirina e altri antinfiammatori).
Nella mia esperienza professionale, in qualità di tossicologo medico, mi capita spesso di diagnosticare piastrinopenie provocate da farmaci, che si verificano in soggetti assolutamente sani e con valori piastrinici simili a quelli di suo padre. Questa diagnosi si pone sulla base del nesso temporale tra la somministrazione del farmaco e la comparsa della piastrinopenia. Nella mia esperienza ho osservato una ridotta produzione di piastrine dopo l’assunzione di diuretici tiazidici, amrinone, etanolo, trimethoprim-sulfametossazolo e chemioterapici. Nelle persone trattate con eparina, sali d’oro, rifampicina, sulfonamidi, penicillina o acido valproico ho osservato una maggiore distruzione delle piastrine. Quindi un altro consiglio che posso darle, che in realtà è valido per tutte le piastrinopenie di origine non determinata, è di sospendere tutti i farmaci non essenziali. Se è assolutamente necessario, possono essere sostituiti con composti a struttura chimica diversa. In genere, dopo aver sospeso il farmaco responsabile, la piastrinopenia si risolve nel giro di alcuni giorni, ma in alcuni casi può resistere per mesi a causa della bassa escrezione del farmaco in questione.
Riguardo quindi alla possibilità che una piastrinopenia possa manifestarsi anche in soggetti sani, la risposta che posso darle è che questa condizione è possibile e che la diagnosi si pone dopo aver escluso tutte le altre forme di piastrinopenia secondaria.
Un’altra forma di piastrinopenia che ho osservato nella mia attività clinica è la piastrinopenia autoimmune dovuta a una distruzione accelerata delle piastrine mediata da anticorpi antipiastrina. Nella maggior parte dei casi si manifesta in soggetti precedentemente sani (si chiama porpora trombocitopenica idiopatica cronica), tenga sempre presente però che questa forma può presentarsi anche in presenza di altre sindromi. Come le dicevo questa speciale forma di piastrinopenia, che colpisce per la maggioranza adulti, in genere non è associata ad alcun evento scatenante chiaro. Le remissioni spontanee della “porpora trombocitopenica idiopatica cronica” sono possibili, ma relativamente rare. Nella maggior parte dei casi, si può avere una remissione completa o parziale dopo trattamenti specifici che, nel caso dovesse essere la forma che ha colpito suo padre, il suo medico curante al momento opportuno sono certo le proporrà.
Non mi resta che rimetterla alle cure del medico curante (immagino sia un ematologo) che, stia pur certa, matura ogni sua decisione clinica sulla base della specifica situazione clinica di suo padre.
Grazie
Stefano Fortinguerra
Stefano Fortinguerra, MD Tox.PhD
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 15.6k visite dal 26/11/2007.
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