Sindrome mioproliferativa cronica tipo trombocitemia essenziale

Gentile Dottore,
mia madre (anni 72) negli ultimi 2 anni ha riscontrato una crescita progressiva delle piastrine (fino ad un valore massimo di 516; attualmente sono 476). Il suo medico, vista la presenza di una lieve piastrinosi con restanti parametri emocromocitometrici nella norma, ha richiesto la ricerca della mutazione JAK2 V617F, che è risultata positiva. Pertanto le hanno diagnosticato una malattia clonale dell'emopoiesi, mioproliferativa cronica.
Considerato il basso numero di cellule CD34 circolanti, l'assenza di splenomegalia ed il valore normale di emoglobina, la diagnosi è stata quella di trombocitemia essenziale.
Ci hanno detto che per effettuare con certezza la diagnosi differenziale con la mielofibrosi idiopatica sarebbe stato opportuno eseguire una bipsia osteomidollare, ma mia madre non si è sentita di affrontare tale esame.
Adesso, con una piastrinosi di valori sostanzialmente invariati rispetto ad un anno fa, con esami ematochimici di base accettabili, in assenza di iperglicemia e ipercolesterolemia, considerato il rischio trombotico legato alla malattia di base e la sua età, l'ematologa che la segue le ha consigliato di iniziare una terapia citoriduttiva con idrossiurea (oncocarbide, 1 g al giorno, con dosaggio da regolare). Questo al fine di ridurre il rischio trombotico legato alla malattia.
Lei che cosa le consiglia di fare? Mia madre è un po' scettica. Stando bene e non avendo alcun disturbo ha paura di iniziare una cura che, le è stato detto, può avere alcuni effetti collaterali (in particolare per il fegato).
Leggendo su questo sito le risposte fornite per casi analoghi mi sembra di aver capito (ma non sono un medico) che, quando il valore di piastrine è al di sotto di 1.000.000 potrebbe essere sufficiente una terapia a base di acetilsalicilico come antiaggregante.
E se facesse solo dei controlli periodici senza iniziare alcuna terapia?
Grazie per la sua risposta.
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Dr. Michele Cimminiello Ematologo 4.1k 76
Di sicuro deve fare la biopsia osteomidollare (non si sa in modo definitivo quale è la diagnosi, allora quale terapia iniziare?). Il numero delle piastrine non è importante, ma lo è la clinica.
La saluto

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Utente
Utente
Mi scusi, ma cosa intende con il termine "la clinica"? A me era sembrato di capire, parlando con l'ematologo che segue mia madre, che, anche eseguendo una biopsia osteomidollare ed accertando effettivamente se si tratti di mielofibrosi idiopatica o meno, la cura - nel caso specifico di mia madre - sarebbe comunque sempre la stessa. Anche per questo motivo mia madre non si è sentita di fare tale esame.
Grazie.
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Dr. Michele Cimminiello Ematologo 4.1k 76
Intendo lo stato clinico, di salute, come sta, se ha problemi circolatori, di trombosi, di insufficienza di circolo, etc. Ecco quanto.
Lo so che l'esame è fastidioso, ma sapere se si è difronte ad una patologia definita credo che sia meglio.
La saluto