Policitemia
Gent.mi Dottori,
Il mese di Settembre 2010 ho ricevuto la diagnosi di Trombocitemia Essenziale (con test JAK 2 positivo). Dal 2007 avevo i trombiciti che oscillavano tra i 470.000 e 700.000 con gli altri valori nella norma. Naturalmente ho fatto anche la biopsia midollare che ha confermato la diagnosi.
Da quest'anno non so come mai hanno cominciato a salire anche gli eritrociti (6,14), emoglobina (18), ematocrito (56) e leucociti (10,71). Ho fatto una sonografia pochi giorni fà che non rileva ingrandimenti di milza e/o fegato. I trombo sono a 684.000. Anche il prurito che prima della diagnosi non c'era o c'era in forma molto più lieve è aumentato. Può esserci un motivo psicologico per questo cambiamento di tendenza improvviso o è normale per questo tipo di malattie.
Al momento prendo la cardiospirina e faccio i salassi.
Naturalmente le mie speranze sono rivolte ai cosiddetti inibitori JAK2 che sono ancora in fase di studio.
1)Secondo voi che cosa rappresentano questi farmaci? Sono davvero ín grado di dare una qualità di vita migliore rispetto alle terapie "vecchie"?
2)Migliorano anche i sintomi fisici che accompagnano la malattia?
3)Pensa che essendo un paziente giovane potrei già avere accesso alle nuove terapie e se si, mi conviene o comporta troppi rischi?
4)Oltre alle nuove terpie in vista è pensabile che fra 10 anni questa malattia possa essere definitivamente curata con un farmaco senza pensare ad un trapianto del midollo?
Grazie mille delle risposte.
Il mese di Settembre 2010 ho ricevuto la diagnosi di Trombocitemia Essenziale (con test JAK 2 positivo). Dal 2007 avevo i trombiciti che oscillavano tra i 470.000 e 700.000 con gli altri valori nella norma. Naturalmente ho fatto anche la biopsia midollare che ha confermato la diagnosi.
Da quest'anno non so come mai hanno cominciato a salire anche gli eritrociti (6,14), emoglobina (18), ematocrito (56) e leucociti (10,71). Ho fatto una sonografia pochi giorni fà che non rileva ingrandimenti di milza e/o fegato. I trombo sono a 684.000. Anche il prurito che prima della diagnosi non c'era o c'era in forma molto più lieve è aumentato. Può esserci un motivo psicologico per questo cambiamento di tendenza improvviso o è normale per questo tipo di malattie.
Al momento prendo la cardiospirina e faccio i salassi.
Naturalmente le mie speranze sono rivolte ai cosiddetti inibitori JAK2 che sono ancora in fase di studio.
1)Secondo voi che cosa rappresentano questi farmaci? Sono davvero ín grado di dare una qualità di vita migliore rispetto alle terapie "vecchie"?
2)Migliorano anche i sintomi fisici che accompagnano la malattia?
3)Pensa che essendo un paziente giovane potrei già avere accesso alle nuove terapie e se si, mi conviene o comporta troppi rischi?
4)Oltre alle nuove terpie in vista è pensabile che fra 10 anni questa malattia possa essere definitivamente curata con un farmaco senza pensare ad un trapianto del midollo?
Grazie mille delle risposte.
[#1]
Rigurdo alle sue domande , ad oggi questi inibitori sono in fase di sperimentazione clinica, per cui non è possibile ancora avere un quadro completo della loro effettiva efficacia. Le lascio un link dell'istituto di ematologia di Pavia con notizie al riguardo ; aggiungo che , ad oggi, la terapia è quella che sta facendo.
http://www.ematologia-pavia.it/Terapie/Policitemia.htm
http://www.ematologia-pavia.it/Terapie/Policitemia.htm
Un saluto
A. Baraldi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.8k visite dal 25/03/2011.
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