Linfoma non hodgkin grandi cellule b

Buongiorno, a mio padre (70 anni) è stato diagnosticato un linfoma non hodgkin diffusa a grandi cellule B. La PET ha evidenziato masse linfonadali nella zona mesenteriale fino a Suv 8.5, ma dal referto non sembrano colpiti linfonodi in altre sedi.
Ora sta facendo la chemio terapia con protocollo CHOP-R poiché è risultato positivo al Cd20. Dopo la prima seduta a dosaggio ridotto del 24.12.2010 ha avuto un po' di problemi di nausea, ma soprattutto molto dolore diffuso, con fitte che variavano dalla testa, al torace, al ventre. Ieri ha fatto la seconda seduta, ovvero ha completato la dose della prima. L'oncologo nella visita pre chemioterapia ha notato che i linfonodi non hanno subito la riduzione sperata, e secondo lui il dolore dei giorni scorsi non è riferibile alla chemioterapia, ma alla malattia. Sono molto in ansia, e temo che questo significhi che non basteranno le 4-6 sedute preventivate. Il fatto che non abbia risposto come l'oncologo sperava può significare che la malattia sia refrattaria alla cura? E' possibile che gli effetti della cura tardino, ma che comunque si manifestino entro le 6 sedute?
Ringrazio anticipiatamente l'attenzione dedicata.
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 336
Credo sia necessario fare le sedute complete e poi si trarranno le conclusioni; è prematuro farlo in questo momento

Un saluto

A. Baraldi

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Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Mi ritrovo ad un mese di distanza a dover chiederLe un nuovo consulto. Purtroppo la situazione generale di mio padre non è buona. Dopo la seconda seduta di chemioterapia ha avuto diversi episodi di svenimento e vomito causati, secondo il pronto soccorso da sub occlusione intestinale curata con clisteri evacuativi, effettuati durante ricoveri. Nonostante tutte queste manovre, i dolori addominali continuano molto forti da non permettergli nemmeno di dormire. In queste condizioni non è riuscito a fare la terza seduta di chemioterapia programmata per venerdì scorso. A questo punto l'oncologo lo ha visitato e a riscontrato che, contrariamente a quanto si aspettava, il linfonodo addominale, quello con SUV MAX 8.5, non ha subito nessuna riduzione nonostante le due sedute di chemioterapia già effettuate. A questo punto l'oncologo ha sospeso la chemioterapia e ha prescitto un agoaspirato sul linfonodo addominale e una nuova TAC. Lo stesso ci ha riferito che teme che la massa addominale non sia dovuta al Linfoma ma sia qualcos'altro.
Circa 30 anni fa mio padre è stato sottoposto a colecistectomia e appendicite: questa operazione ha creato diverse aderenze in prossimità della ferita, con una formazione di ernia. Già da tempo gli era stato consigliato di riaprire la ferita per "sistemare", ma è una operazione che ha sempre rimandato. Visto che il linfonodo addominale è in prossimità di questa laparocele, potrebbe in qualche modo essere collegato a questi dolori e al fatto che il linfonodo non diminuisca con la chemio? Inoltre mi chiedevo se interrompere la chemioterapia non vanifichi le sedute già fatte.
Grata per la cortese attenzione, la saluto cordialmente.
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 336
Potrebbe esserci una relazione con questa situazione pregressa. A questo punto aspettiamo la nuova TAC ed agoaspirato. Le sedute di chemio già fatte non vengono vanificate, di certo, comunque, c'è poi necessità delle altre.
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Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Grazie mille per la celere risposta. Attendiamo dunque l'esito di questi esami.