Rischio contagio hiv con prostituta
Spettabili Dottori,
sono a scriverVi per un problema che mi sta profondamente angosciando da più di un mese a questa parte.
In data 15 gennaio 2018 ho avuto un rapporto sessuale con una prostituta di appartamento (di nazionalità cinese...). La penetrazione vaginale è stata inizialmente non protetta da condom (non ho parole per commentare la mia idiozia...); tuttavia, una volta resomi conto della stupidità del gesto, ho interrotto la penetrazione scoperta, ho indossato il profilattico ed ho concluso il rapporto eiaculando nel condom. La durata della penetrazione vaginale non protetta è stata molto breve, probabilmente inferiore a 10 secondi. Lo stato sierologico della signorina mi è ovviamente ignoto.
Circa 3 settimane e mezzo dopo il fatto di cui sopra, ho avuto un episodio febbrile con temperatura corporea che ha raggiunto ca. 39°C. La febbre è durata meno di due giorni ed è passata assumendo paracetamolo 1000mg. Negli stessi giorni ho avuto un leggero mal di gola ed ho avvertito una sensazione di gonfiore e calore al collo. Visivamente non mi è parso di riscontrare linfonodi ingrossati; tuttavia, palpandomi il collo ho avvertito in più punti una sensazione di dolore. Nella stessa zona si sono verificati arrossamenti cutanei (non pruriginosi) e sono comparsi pochi brufoli. Sotto le ascelle e nella regione inguinale non ho riscontrato fenomeni analoghi. Altri sintomi che leggo associati alle sindromi da infezione primaria da HIV (rash cutanei morbilliformi, astenia, nausea, vomito, mal di testa, diarrea...) non si sono manifestati.
Volevo quindi chiederVi:
1) è possibile stimare, almeno approssimativamente, il rischio di contagio HIV che ho corso?
2) i sintomi che ho descritto possono essere posti in relazione ad una eventuale sieroconversione?
RingraziandoVi per l'attenzione accordatami, porgo distinti saluti.
P.S. Per mia ignoranza sulle diverse specializzazioni mediche (sono ingegnere) non so se la sezione più opportuna per questo consulto sia Venereologia o Malattie Infettive. Nel caso, chiedo cortesemente venga spostato.
sono a scriverVi per un problema che mi sta profondamente angosciando da più di un mese a questa parte.
In data 15 gennaio 2018 ho avuto un rapporto sessuale con una prostituta di appartamento (di nazionalità cinese...). La penetrazione vaginale è stata inizialmente non protetta da condom (non ho parole per commentare la mia idiozia...); tuttavia, una volta resomi conto della stupidità del gesto, ho interrotto la penetrazione scoperta, ho indossato il profilattico ed ho concluso il rapporto eiaculando nel condom. La durata della penetrazione vaginale non protetta è stata molto breve, probabilmente inferiore a 10 secondi. Lo stato sierologico della signorina mi è ovviamente ignoto.
Circa 3 settimane e mezzo dopo il fatto di cui sopra, ho avuto un episodio febbrile con temperatura corporea che ha raggiunto ca. 39°C. La febbre è durata meno di due giorni ed è passata assumendo paracetamolo 1000mg. Negli stessi giorni ho avuto un leggero mal di gola ed ho avvertito una sensazione di gonfiore e calore al collo. Visivamente non mi è parso di riscontrare linfonodi ingrossati; tuttavia, palpandomi il collo ho avvertito in più punti una sensazione di dolore. Nella stessa zona si sono verificati arrossamenti cutanei (non pruriginosi) e sono comparsi pochi brufoli. Sotto le ascelle e nella regione inguinale non ho riscontrato fenomeni analoghi. Altri sintomi che leggo associati alle sindromi da infezione primaria da HIV (rash cutanei morbilliformi, astenia, nausea, vomito, mal di testa, diarrea...) non si sono manifestati.
Volevo quindi chiederVi:
1) è possibile stimare, almeno approssimativamente, il rischio di contagio HIV che ho corso?
2) i sintomi che ho descritto possono essere posti in relazione ad una eventuale sieroconversione?
RingraziandoVi per l'attenzione accordatami, porgo distinti saluti.
P.S. Per mia ignoranza sulle diverse specializzazioni mediche (sono ingegnere) non so se la sezione più opportuna per questo consulto sia Venereologia o Malattie Infettive. Nel caso, chiedo cortesemente venga spostato.
[#1]
La sede ove porre il consulto è corretta: siamo dermatologi e specialisti in Malattie sessualmente trasmissibili.
Il rischio di contrarre MST per un rapporto non protetto con una prostituta è alto. Purtroppo anche l'HIV deve essere computata.
Direi che i tempi di latenza impongano subito la visita Venereologica e i test sierologici specifici, non più le ipotesi.
Programmi subito la visita con fiducia.
Carissimi saluti
Dr Laino
Il rischio di contrarre MST per un rapporto non protetto con una prostituta è alto. Purtroppo anche l'HIV deve essere computata.
Direi che i tempi di latenza impongano subito la visita Venereologica e i test sierologici specifici, non più le ipotesi.
Programmi subito la visita con fiducia.
Carissimi saluti
Dr Laino
Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it
[#2]
Utente
Spett.le Prof. Laino,
La ringrazio molto per la solerte risposta. Se lecito, vorrei però abusare della Sua pazienza per chiederLe un paio di chiarimenti.
1) Lei scrive: "Il rischio di contrarre MST per un rapporto non protetto con una prostituta è alto. Purtroppo anche l'HIV deve essere computata." Ne sono purtroppo consapevole. Ma, mi chiedevo, che vuol dire 'alto'? Devo quindi considerarmi già infetto al 100%? Al 90%? Al 50%? Al 10%? All'1%? Allo 0,5%? Allo 0,05%? Comprendo bene che con un consulto a distanza non mi possa dare rassicurazioni più precise, ma mi chiedevo se si potesse quantificare il rischio corso in termini un po' più precisi. Inoltre: la breve durata del rapporto è un fattore di riduzione del rischio o è ininfluente?
2) La comparsa dei sintomi che Le ho indicato e la loro tempistica devono indurre a pensare ad una probabile sieroconversione oppure tali sintomi devono essere considerati aspecifici?
Programmerò a breve visita dermatologica. Quanto al test HIV, non so se avrò mai il coraggio di farlo: un eventuale risultato positivo avrebbe esiti devastanti...
Comunque, La ringrazio nuovamente per la Sua disponibilità.
La ringrazio molto per la solerte risposta. Se lecito, vorrei però abusare della Sua pazienza per chiederLe un paio di chiarimenti.
1) Lei scrive: "Il rischio di contrarre MST per un rapporto non protetto con una prostituta è alto. Purtroppo anche l'HIV deve essere computata." Ne sono purtroppo consapevole. Ma, mi chiedevo, che vuol dire 'alto'? Devo quindi considerarmi già infetto al 100%? Al 90%? Al 50%? Al 10%? All'1%? Allo 0,5%? Allo 0,05%? Comprendo bene che con un consulto a distanza non mi possa dare rassicurazioni più precise, ma mi chiedevo se si potesse quantificare il rischio corso in termini un po' più precisi. Inoltre: la breve durata del rapporto è un fattore di riduzione del rischio o è ininfluente?
2) La comparsa dei sintomi che Le ho indicato e la loro tempistica devono indurre a pensare ad una probabile sieroconversione oppure tali sintomi devono essere considerati aspecifici?
Programmerò a breve visita dermatologica. Quanto al test HIV, non so se avrò mai il coraggio di farlo: un eventuale risultato positivo avrebbe esiti devastanti...
Comunque, La ringrazio nuovamente per la Sua disponibilità.
[#3]
Gentile utente 2 considerazioni:
- La probabilità per 1 singolo rapporto è bassa intorno allo 0.1%
Questo potrebbe far pensare che si è quasi certamente al sicuro, ma qui arriva unìaltra fonte:
Come si considera la PEP (Profilassi Post Esposizione per rischio HIV) in questo caso?
- Fonte con stato di infettività per HIV non noto:
PEP CONSIDERATA
Ciò vuol dire che in base alle statistiche il rischio è basso ma è conservata la possibilità di essere infetti da HIV
Inoltre il suo rapporto è stato con persona ad altissimo rischio per costumi sessuali, etnia e tendenza a non utilizzare i dispositivi profilattici nel proprio lavoro.
Ecco il mio articolo su questo dato:
https://www.medicitalia.it/blog/dermatologia-e-venereologia/7532-rapporto-sessuale-ad-alto-rischio-quando-considerare-con-urgenza-la-profilassi-post-esposizione.html
Per il resto non posso certo dire che questi siano sintomi di sieroconversione ma non certo possiamo escludere e confermare le cose via internet: non è serio!
Saluti ancora
Dr Laino
- La probabilità per 1 singolo rapporto è bassa intorno allo 0.1%
Questo potrebbe far pensare che si è quasi certamente al sicuro, ma qui arriva unìaltra fonte:
Come si considera la PEP (Profilassi Post Esposizione per rischio HIV) in questo caso?
- Fonte con stato di infettività per HIV non noto:
PEP CONSIDERATA
Ciò vuol dire che in base alle statistiche il rischio è basso ma è conservata la possibilità di essere infetti da HIV
Inoltre il suo rapporto è stato con persona ad altissimo rischio per costumi sessuali, etnia e tendenza a non utilizzare i dispositivi profilattici nel proprio lavoro.
Ecco il mio articolo su questo dato:
https://www.medicitalia.it/blog/dermatologia-e-venereologia/7532-rapporto-sessuale-ad-alto-rischio-quando-considerare-con-urgenza-la-profilassi-post-esposizione.html
Per il resto non posso certo dire che questi siano sintomi di sieroconversione ma non certo possiamo escludere e confermare le cose via internet: non è serio!
Saluti ancora
Dr Laino
[#4]
Utente
Spett.le Prof. Laino,
volevo informarLa della visita specialistica dermo-venereologica che, dietro Suo consiglio, ho effettuato in data 2 marzo.
Il medico che mi ha visitato è, credo, persona competente (è titolare di cattedra di Clinica Dermatologica ed è stato primario ospedaliero).
Comunque, il medico non ha riscontrato segni dermatologici suggestivi di malattie veneree e mi ha spiegato che, talora, in fase di infezione primaria da HIV si manifesta un rash cutaneo simile alla rosolia (io non l'ho avuto). Ha inoltre effettuato la palpazione dei linfonodi al collo, sotto le ascelle e all'inguine e li ha trovati tutti non reattivi.
Quanto all'episodio oggetto di questo consulto, ha definito il singolo rapporto a 'basso' rischio (ma non mi ha dato percentuali!) e ha detto che, secondo lui, il successivo episodio febbrile è stato una banale virosi stagionale e non una sindrome da sieroconversione.
Il medico non ha infine ritenuto di prescrivere test sierologici.
Condivide l'operato del Suo collega?
Saluti
volevo informarLa della visita specialistica dermo-venereologica che, dietro Suo consiglio, ho effettuato in data 2 marzo.
Il medico che mi ha visitato è, credo, persona competente (è titolare di cattedra di Clinica Dermatologica ed è stato primario ospedaliero).
Comunque, il medico non ha riscontrato segni dermatologici suggestivi di malattie veneree e mi ha spiegato che, talora, in fase di infezione primaria da HIV si manifesta un rash cutaneo simile alla rosolia (io non l'ho avuto). Ha inoltre effettuato la palpazione dei linfonodi al collo, sotto le ascelle e all'inguine e li ha trovati tutti non reattivi.
Quanto all'episodio oggetto di questo consulto, ha definito il singolo rapporto a 'basso' rischio (ma non mi ha dato percentuali!) e ha detto che, secondo lui, il successivo episodio febbrile è stato una banale virosi stagionale e non una sindrome da sieroconversione.
Il medico non ha infine ritenuto di prescrivere test sierologici.
Condivide l'operato del Suo collega?
Saluti
[#5]
Buongiorno
Gli esami sierologici sono necessari ed ovviamente definitivi.
La sieroconversione HIV non reca solitamente un rush simile alla rosolia (quello è più classico per la sifilide che ha un esantema maculo-papuloso diffuso nella forma secondaria) ma una sindrome pseudo-mononucleosica (febbre, angina faringea, linfoadenopatie diffuse).
Ancora saluti.
Dr Laino
Gli esami sierologici sono necessari ed ovviamente definitivi.
La sieroconversione HIV non reca solitamente un rush simile alla rosolia (quello è più classico per la sifilide che ha un esantema maculo-papuloso diffuso nella forma secondaria) ma una sindrome pseudo-mononucleosica (febbre, angina faringea, linfoadenopatie diffuse).
Ancora saluti.
Dr Laino
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 51.9k visite dal 25/02/2018.
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