Tempo d'incubazione e trasmissione condiloma
Buongiorno a tutti, il mio ragazzo si è trovato un condiloma sul pene e presto gli verrà asportato. Io sono in attesa di una visita ginecologica e pap test per assicurarmi che non si tratti di niente di grave anche se a prima vista non ho niente. Ma tra i vari vostri consulti e comunque in generale su internet ho trovato pareri molto differenti circa il tempo d'incubazione e il tipo di trasmissione, potete darmi una risposta definitiva? Premetto che sto insieme al mio ragazzo da circa 1 anno e mezzo (mi sembra molto come incubazione anche se ho sentito parlare addirittura di 1 anno, da qui il dubbio) e non abbiamo mai avuto rapporti sessuali fuori dalla nostra relazione, inoltre osserviamo entrambi una buona igiene sessuale anche prima dei rapporti.
Grazie a tutti
Grazie a tutti
[#1]
Gentile Utente, come spesso ripetiamo avere l'HPV non vuol dire avere le manifestazioni.Per quanto riguarda l'incubazione, pertanto, è difficile dar risposte, perchè per assurdo ognuno di noi potrebbe avere l'HPV sin dalla nascita ma non avere alcuna manifestazione durante la propria vita.
Cari saluti
Cari saluti
Dr.Alessandro Benini
Dirigente Medico Centro Grandi Ustionati
Osp."M.Bufalini" Cesena
[#2]
Sottolineo le corrette asserzioni del Dott. Benini ed aggiungo:
la MALATTIA DA HPV: in questo caso Condilomatosi genitale è una patologia MOLTO infettiva ed autoinoculante;
pertanto la presenza ATTIVA di una condilomatosi genitale nel suo ragazzo, deve necessariamente indurre il partner (chiaramente lei) a procedere con una Visita specialistica VENEREOLOGICA, con l'esperto di cute e mucose gentiali:
questo poichè il PAP test che è un esame necessario, non può definire uno stato attivo di condilomatosi o microcondilomatosi genitale della zona vulvo vaginale, che dovrebbe essere come sempre affermiamo effettuata dallo specialista indicato (venereologo) esperto di Malattie Sessualmente Trasmissibili e soprattutto esperto di cute e mucose esterne.
le consiglio di leggere per sua dettagliata informazione, un mio articolo pubblicato anche nel nostro portale nella sezione Minforma e trattante la tematica dell'HPV e delle sue manifestazioni (condilomi, verruche) all'indirizzo:
https://www.medicitalia.it/minforma/dermatologia-e-venereologia/
cari saluti
la MALATTIA DA HPV: in questo caso Condilomatosi genitale è una patologia MOLTO infettiva ed autoinoculante;
pertanto la presenza ATTIVA di una condilomatosi genitale nel suo ragazzo, deve necessariamente indurre il partner (chiaramente lei) a procedere con una Visita specialistica VENEREOLOGICA, con l'esperto di cute e mucose gentiali:
questo poichè il PAP test che è un esame necessario, non può definire uno stato attivo di condilomatosi o microcondilomatosi genitale della zona vulvo vaginale, che dovrebbe essere come sempre affermiamo effettuata dallo specialista indicato (venereologo) esperto di Malattie Sessualmente Trasmissibili e soprattutto esperto di cute e mucose esterne.
le consiglio di leggere per sua dettagliata informazione, un mio articolo pubblicato anche nel nostro portale nella sezione Minforma e trattante la tematica dell'HPV e delle sue manifestazioni (condilomi, verruche) all'indirizzo:
https://www.medicitalia.it/minforma/dermatologia-e-venereologia/
cari saluti
Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it
[#3]
Gentile paziente,
e come potrei non sottoscrivere le asserzioni dei due precedenti colleghi? Tengas comunque conto che le patologie da HPV essendo di natura virale hanno la caratteristica sia dell'incubazione molto variabile sia della rercidività, ma questo per un motivo molto semplice: i virus penetrano dentro le cellule e vi si riproducono fino a distruggerle, per poi andare in quelle vicine che a loro volta vengono infettate e diatrutte e così via. Questo fatto ci pone alcuni problemi:
1)quando distruggo localmente l'infezione virale, per quanto abbondi nella distruzione del tessuto in causa, non avrò mai la matematica certezza di avere eliminato tutte le cellule infette, perchè, in teoria ne basterebbe una affetta per potere riproporre il quadro dopo tempo
2)il fatto che il virus viva dntro le cellule fa sì che tutte le cure x os (per bocca) siano inutili, poichè per distruggere il virus dovremmo dare delle medicine che indiscriminatamente distruggerebbero tutte le cellule, anche quelle sane. NOn è così per tutte le malattie virali, ma per l'HPV il discorso è questo.
3) Il tempo di incubazione è anche dipendente dall'immunità locale, che probabilmente blocca e tiene in qualchemodo sottocontrollo l'invasione dei virus dando all'espressione del virus altre variabilità
Fatte queste premesse di ordine generale, direi che l'infezione da HPV non va ASSOLUTMENTE sottovalutata, in quanto gli HPV sono con buona pace dei colleghi che li sottovalutano, una famiglia di virus cancerogeni. E'una famiglia con un sacco di fratelli, + di 100, ma alcuni di essi è provato che promuovano il carcinoma della cervice uterina, della vulva, del pene. Quindi è necessario davanti a quale di questi fratelli ci troviamo se uno di quelli più cattivi o meno. La tecnologia ci permette di saperlo utilizzando una metodica mollto sofisticata che si chiama PCR o ibridizzazione in situ) che riesce a riconoscere anche piccoli pezzetti di DNA virale. Ma il fatto di trovare che l'HPV in oggetto è di quelli che non sono generalmente implicati nella cancerizzazione non significa che il pericolo potenzialer non esista, perchè ho personalmente visto pazienti con K del collo dell'utero da HPV 2 che generalmente non viene considerato a rischio.
Era una paziente molto immunodepressa ma il fatto sta che il carcinoma c'è stato.
Finito questo momento informativo, direi che i controlli da fare per i due partner sono:
Nell'uomo una penescopìa con acido acetico per evidenziare eventuali lesioni non solo a livello di asta ma anche di glande e/o foglietti prepuziali, nella donna vulvoscopìa, colposcopìa e PAP test. Il pap test da solo è molto insufficiente perchè generalmente fatto alla cieca e male da personale non esperto (ma purtroppo neppure tutti i ginecologi lo fanno bene) e, anche se fatto con tutti i crismi potrebbe andare a prelevare cellule sane dando quindi una falsa negatività. Per cui utile Vulvoscopìa, colposcopìa PAP test e nei centri specializzati Lavaggio delle zone con raccolta e ricerca di materiale virale eventualmente presente in questo liquido.
Una volta poi fatta la terapia, consiglio semprter ai mieipazienti di usare il profilattico per tutta la durata del rapporto e per tutti i tipi di rapporto e controlli a 45 giorni, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno. Trascorso questo tempo si può pensare rasgionevolmente che quantomeno il rischio di infezione sia più basso (senza parlare di guarigione) per cui smetytere col profilattico e penescopìe e colposcopìe ogni 8 mesi circa.
Questi sono i protocolli che utilizzo nel centro di cui sono responsabile.
Con ciò pur rimanendo a disposizione, le faccio il m,io in bocca al lupo ed i miei più cari saluti
DR. Mocci
e come potrei non sottoscrivere le asserzioni dei due precedenti colleghi? Tengas comunque conto che le patologie da HPV essendo di natura virale hanno la caratteristica sia dell'incubazione molto variabile sia della rercidività, ma questo per un motivo molto semplice: i virus penetrano dentro le cellule e vi si riproducono fino a distruggerle, per poi andare in quelle vicine che a loro volta vengono infettate e diatrutte e così via. Questo fatto ci pone alcuni problemi:
1)quando distruggo localmente l'infezione virale, per quanto abbondi nella distruzione del tessuto in causa, non avrò mai la matematica certezza di avere eliminato tutte le cellule infette, perchè, in teoria ne basterebbe una affetta per potere riproporre il quadro dopo tempo
2)il fatto che il virus viva dntro le cellule fa sì che tutte le cure x os (per bocca) siano inutili, poichè per distruggere il virus dovremmo dare delle medicine che indiscriminatamente distruggerebbero tutte le cellule, anche quelle sane. NOn è così per tutte le malattie virali, ma per l'HPV il discorso è questo.
3) Il tempo di incubazione è anche dipendente dall'immunità locale, che probabilmente blocca e tiene in qualchemodo sottocontrollo l'invasione dei virus dando all'espressione del virus altre variabilità
Fatte queste premesse di ordine generale, direi che l'infezione da HPV non va ASSOLUTMENTE sottovalutata, in quanto gli HPV sono con buona pace dei colleghi che li sottovalutano, una famiglia di virus cancerogeni. E'una famiglia con un sacco di fratelli, + di 100, ma alcuni di essi è provato che promuovano il carcinoma della cervice uterina, della vulva, del pene. Quindi è necessario davanti a quale di questi fratelli ci troviamo se uno di quelli più cattivi o meno. La tecnologia ci permette di saperlo utilizzando una metodica mollto sofisticata che si chiama PCR o ibridizzazione in situ) che riesce a riconoscere anche piccoli pezzetti di DNA virale. Ma il fatto di trovare che l'HPV in oggetto è di quelli che non sono generalmente implicati nella cancerizzazione non significa che il pericolo potenzialer non esista, perchè ho personalmente visto pazienti con K del collo dell'utero da HPV 2 che generalmente non viene considerato a rischio.
Era una paziente molto immunodepressa ma il fatto sta che il carcinoma c'è stato.
Finito questo momento informativo, direi che i controlli da fare per i due partner sono:
Nell'uomo una penescopìa con acido acetico per evidenziare eventuali lesioni non solo a livello di asta ma anche di glande e/o foglietti prepuziali, nella donna vulvoscopìa, colposcopìa e PAP test. Il pap test da solo è molto insufficiente perchè generalmente fatto alla cieca e male da personale non esperto (ma purtroppo neppure tutti i ginecologi lo fanno bene) e, anche se fatto con tutti i crismi potrebbe andare a prelevare cellule sane dando quindi una falsa negatività. Per cui utile Vulvoscopìa, colposcopìa PAP test e nei centri specializzati Lavaggio delle zone con raccolta e ricerca di materiale virale eventualmente presente in questo liquido.
Una volta poi fatta la terapia, consiglio semprter ai mieipazienti di usare il profilattico per tutta la durata del rapporto e per tutti i tipi di rapporto e controlli a 45 giorni, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno. Trascorso questo tempo si può pensare rasgionevolmente che quantomeno il rischio di infezione sia più basso (senza parlare di guarigione) per cui smetytere col profilattico e penescopìe e colposcopìe ogni 8 mesi circa.
Questi sono i protocolli che utilizzo nel centro di cui sono responsabile.
Con ciò pur rimanendo a disposizione, le faccio il m,io in bocca al lupo ed i miei più cari saluti
DR. Mocci
Luigi Mocci MD
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 73.6k visite dal 14/10/2008.
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