Asportazione neo
salve a mia madre hanno asportato un neo un mese fa il risultato dice: nel presente campione si osserva un quadro di nevo melanocitico prevalentemente intradermico con pattern di tipo congenito superficiale. immunoreattività per Ki67 ed HMB45 coerente con la diagnosi morfologica di cui sopra. il tessuto esaminato è in gran parte lesionale. si rammenta che la diagnosi differenziale delle proliferazioni melanocitiche va posta su campione di biopsia escissionale: è pertanto indispensabile rivalutazione clinica per eventuale lesione residua.
ci hanno dato questo foglio ma nessuna spiegazione, quindi che significa? leggo nevo melanocitico dovrebbe essere un comune neo però poi dice immunoreattività per Ki67 che io conosco come un marcatore di proliferazione e in più leggo che la diagnosi viene fatta su campione di biopsia escissionale ma ormai è stato rimosso il neo questo non basta per fare una diagnosi? mi scuso per il disturbo spero di ricevere qualche chiarimento al più presto. cordiali saluti.
ci hanno dato questo foglio ma nessuna spiegazione, quindi che significa? leggo nevo melanocitico dovrebbe essere un comune neo però poi dice immunoreattività per Ki67 che io conosco come un marcatore di proliferazione e in più leggo che la diagnosi viene fatta su campione di biopsia escissionale ma ormai è stato rimosso il neo questo non basta per fare una diagnosi? mi scuso per il disturbo spero di ricevere qualche chiarimento al più presto. cordiali saluti.
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Gentile Utente,
i marcatori di proliferazione nel referto da lei descritto vengono associati ad una conferma della diagnosi di nevo melanocitario, quindi non sono ovviamente in contrasto con la diagnosi ma servono ai patologi per confermarla. Altrimenti non avrebbero refertato ciò che lei ha descritto. Leziosamente, a mio modo di vedere, il patologo rammenta al clinico che la diagnosi è esclusivamente basata sul pezzo che vede: non essendo asportato completamente in questo modo "si libera" dalla possibilità che i residui di materiale possano contenere cellule anomale. E' una prassi consolidata laddove prevalga la convinzione di una stretta associazione tra nevo e melanoma, cosa che da altri è ritenuta superata. Di routine effettuiamo exeresi seriate di nevi melanocitari di medie dimensioni o giganti, togliendone un pezzo a distanza di alcuni mesi: i patologi ci refertano "margini interessati" dando per scontato che ciò che è fuori dai margini non è analizzato istologicamente e potrebbe essere qualsiasi cosa. Sta al dermatologo contestualizzare il referto in base alla sua analisi della lesione, clinica e dermatoscopica. Pertanto, per adattarlo al suo caso, se il dermatologo avesse rimosso la lesione ritenendola dermatoscopicamente "sospetta" ovviamente il patologo lo avverte che per avere la certezza diagnostica la lesione melanocitaria deve essere asportata "in toto" perché, anche se raramente, i margini del nevo intradermico potrebbero contenere cellule non biologicamente stabili. Le consiglio pertanto di rivolgersi nuovamente allo specialista che deciderà il da farsi in base all'elemento che ha indagato clinicamente prima di suggerirne l'asportazione. Quello che è stato refertato è comunque innocuo.
Cordiali saluti
i marcatori di proliferazione nel referto da lei descritto vengono associati ad una conferma della diagnosi di nevo melanocitario, quindi non sono ovviamente in contrasto con la diagnosi ma servono ai patologi per confermarla. Altrimenti non avrebbero refertato ciò che lei ha descritto. Leziosamente, a mio modo di vedere, il patologo rammenta al clinico che la diagnosi è esclusivamente basata sul pezzo che vede: non essendo asportato completamente in questo modo "si libera" dalla possibilità che i residui di materiale possano contenere cellule anomale. E' una prassi consolidata laddove prevalga la convinzione di una stretta associazione tra nevo e melanoma, cosa che da altri è ritenuta superata. Di routine effettuiamo exeresi seriate di nevi melanocitari di medie dimensioni o giganti, togliendone un pezzo a distanza di alcuni mesi: i patologi ci refertano "margini interessati" dando per scontato che ciò che è fuori dai margini non è analizzato istologicamente e potrebbe essere qualsiasi cosa. Sta al dermatologo contestualizzare il referto in base alla sua analisi della lesione, clinica e dermatoscopica. Pertanto, per adattarlo al suo caso, se il dermatologo avesse rimosso la lesione ritenendola dermatoscopicamente "sospetta" ovviamente il patologo lo avverte che per avere la certezza diagnostica la lesione melanocitaria deve essere asportata "in toto" perché, anche se raramente, i margini del nevo intradermico potrebbero contenere cellule non biologicamente stabili. Le consiglio pertanto di rivolgersi nuovamente allo specialista che deciderà il da farsi in base all'elemento che ha indagato clinicamente prima di suggerirne l'asportazione. Quello che è stato refertato è comunque innocuo.
Cordiali saluti
Dott. Davide Brunelli
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4k visite dal 26/05/2015.
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Approfondimento su Melanoma
Il melanoma (tumore maligno della pelle) è una forma di cancro molto aggressiva, che si sviluppa dalle cellule della pelle che producono melanina (melanociti).