Nevo displastico o melanoma in situ
Sono un uomo di 50 anni, gradirei un consulto sulla seguente situazione che mi si è presentata recentemente: (premetto che precedentemente, a giugno 2012, mi è stato escisso un nevo rivelatosi all'esame istologico displastico) il 6 dicembre 2012 mi sono stati escissi 2 nevi dalle dimensioni di poco superiori al mezzo centimetro il cui esame istologico, pervenuto dopo circa 50 giorni, recita come segue:
A)Losanga cutanea e sottocutanea di cm 1,2x0,6x0,9 sede di lesione lievemente pigmentata, piana di cm 0,5x0,4.
Campione caratterizzato dalla presenza di una lesione nevica composta con melanociti atipici a livello giunzionale, con pattern lentigginoso.
Le indagini di immunoistochimica hanno evidenziato negatività per HMB45 nella componente dermica.
Il quadro morfologico ed immunoistochimico appaiono compatibili per un tumore melanocitico atipico ad incerto significato (SAMPUS), focus di displasia severa/melanoma in situ su nevo displastico.
Margini di exeresi in tessuto sano.
B)Losanga cutanea e sottocutanea di cm 1,3x0,7x0,7 sede di lesione lievemente pigmentata di cm 0,4 di diametro massimo.
Nevo composto displastico.
Lesione escissa.
Allarmato per il referto in riferimento alla lesione A), decido di prelevare il materiale dall'ospedale che me lo ha analizzato, per chiedere una seconda consulenza istologica privatamente presso un famoso istologo campano. Dopo 2 giorni è pronto il referto che recita:
Sono stati esibiti n. 4 vetrini, tre colorati con E/E ed uno immunocolorato con HMB45 sigla 12-13017/A e n. 2 inclusioni stessa sigla etichettate A e B, dalle quali sono state allestite nuove sezioni.
Diagnosi microscopica
Il quadro morfologico complessivo mostra un piccolo nevo melanocitico composto prevalentemente dermico con lievi e focali atipie citoarchitetturali della componente giunzionale.
I bordi di escissione valutabili sono liberi.
N.B.: si rendono i vetrini ed inclusioni esibite e due sezioni neoallestite.
Domando: cosa si può dedurre da tutto ciò: nevo displastico o melanoma in situ?
Su suggerimento del mio dermatologo, nonché dell'istologo del primo referto, ho deciso di procedere all'allargamento per quanto attiene alla lesione A), cosa che mi è stata praticata dal mio dermatologo il 7 febbraio (quindi a due mesi e un giorno dall'escissione) con margini di 1 cm (sono stato io ad insistere per 1cm, anziché per 0,5 cm, anche in considerazione degli oltre due mesi trascorsi).
Chiedo: ciò che è stato sinora fatto è sufficiente? E' una situazione da controllare nel tempo, oltre che mediante controlli dermatologici, anche con esami del sangue, marcher o esami di diagnostica? E' opportuno ricorrere al consulto di un oncologo e magari ricorrere a qualche forma di terapia sistemica preventiva, chimica o immunologica? O forse, viceversa, posso considerare la faccenda conclusa? Da ultimo: quali sono le percentuali di sopravvivenza a 10 anni o oltre per casi come il mio?
Ringraziando in anticipo per la cortese risposta, invio distinti saluti.
A)Losanga cutanea e sottocutanea di cm 1,2x0,6x0,9 sede di lesione lievemente pigmentata, piana di cm 0,5x0,4.
Campione caratterizzato dalla presenza di una lesione nevica composta con melanociti atipici a livello giunzionale, con pattern lentigginoso.
Le indagini di immunoistochimica hanno evidenziato negatività per HMB45 nella componente dermica.
Il quadro morfologico ed immunoistochimico appaiono compatibili per un tumore melanocitico atipico ad incerto significato (SAMPUS), focus di displasia severa/melanoma in situ su nevo displastico.
Margini di exeresi in tessuto sano.
B)Losanga cutanea e sottocutanea di cm 1,3x0,7x0,7 sede di lesione lievemente pigmentata di cm 0,4 di diametro massimo.
Nevo composto displastico.
Lesione escissa.
Allarmato per il referto in riferimento alla lesione A), decido di prelevare il materiale dall'ospedale che me lo ha analizzato, per chiedere una seconda consulenza istologica privatamente presso un famoso istologo campano. Dopo 2 giorni è pronto il referto che recita:
Sono stati esibiti n. 4 vetrini, tre colorati con E/E ed uno immunocolorato con HMB45 sigla 12-13017/A e n. 2 inclusioni stessa sigla etichettate A e B, dalle quali sono state allestite nuove sezioni.
Diagnosi microscopica
Il quadro morfologico complessivo mostra un piccolo nevo melanocitico composto prevalentemente dermico con lievi e focali atipie citoarchitetturali della componente giunzionale.
I bordi di escissione valutabili sono liberi.
N.B.: si rendono i vetrini ed inclusioni esibite e due sezioni neoallestite.
Domando: cosa si può dedurre da tutto ciò: nevo displastico o melanoma in situ?
Su suggerimento del mio dermatologo, nonché dell'istologo del primo referto, ho deciso di procedere all'allargamento per quanto attiene alla lesione A), cosa che mi è stata praticata dal mio dermatologo il 7 febbraio (quindi a due mesi e un giorno dall'escissione) con margini di 1 cm (sono stato io ad insistere per 1cm, anziché per 0,5 cm, anche in considerazione degli oltre due mesi trascorsi).
Chiedo: ciò che è stato sinora fatto è sufficiente? E' una situazione da controllare nel tempo, oltre che mediante controlli dermatologici, anche con esami del sangue, marcher o esami di diagnostica? E' opportuno ricorrere al consulto di un oncologo e magari ricorrere a qualche forma di terapia sistemica preventiva, chimica o immunologica? O forse, viceversa, posso considerare la faccenda conclusa? Da ultimo: quali sono le percentuali di sopravvivenza a 10 anni o oltre per casi come il mio?
Ringraziando in anticipo per la cortese risposta, invio distinti saluti.
[#1]
Gentile Utente,
Direi che è stato fatto tutto il massimo per il suo caso, compreso l'allargamento.
Anche se dovesse essere l'ipotesi peggiore, cioé melanoma in situ, non corre rischi teorici. Per definizione infatti il melanoma in situ é intraepiteliale e quindi non è in grado di propagarsi altrove.
Sono importanti controlli dermatologici regolari poichè lei potrebbe avere più probabilità di riformare questo tipo di neoplasia in futuro.
Cordiali saluti
Direi che è stato fatto tutto il massimo per il suo caso, compreso l'allargamento.
Anche se dovesse essere l'ipotesi peggiore, cioé melanoma in situ, non corre rischi teorici. Per definizione infatti il melanoma in situ é intraepiteliale e quindi non è in grado di propagarsi altrove.
Sono importanti controlli dermatologici regolari poichè lei potrebbe avere più probabilità di riformare questo tipo di neoplasia in futuro.
Cordiali saluti
Dott. Davide Brunelli
Specialista in Dermatologia e Venereologia
[#2]
Utente
La ringrazio molto per la cortese risposta.
Potrebbe anche dirmi se è opportuno eseguire in futuro, oltre ai controlli dermatologici (a proposito: qual è la frequenza consigliata?), anche esami del sangue, markers o quant'altro, ecografie, ecc. ed eventualmente fosse il caso, tra quanto tempo sarebbe opportuno? La ringrazio in anticipo per la risposta che vorrà indirizzarmi.
Potrebbe anche dirmi se è opportuno eseguire in futuro, oltre ai controlli dermatologici (a proposito: qual è la frequenza consigliata?), anche esami del sangue, markers o quant'altro, ecografie, ecc. ed eventualmente fosse il caso, tra quanto tempo sarebbe opportuno? La ringrazio in anticipo per la risposta che vorrà indirizzarmi.
[#3]
Per la visita di controllo cutanea direi annualmente. Per il resto c'è variabilità di vedute. Come ripeto, essendo in situ per definizione non avrebbe bisogno di null'altro. C'è chi prudenzialmente fa fare alcuni esami strumentali di controllo.
Le consiglierei comunque di farsi seguire da un centro dermatologico esperto nel melanoma cutaneo e di ascoltare solo i consigli degli specialisti che la visiteranno di persona.
Cordiali saluti
Le consiglierei comunque di farsi seguire da un centro dermatologico esperto nel melanoma cutaneo e di ascoltare solo i consigli degli specialisti che la visiteranno di persona.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 23.4k visite dal 12/02/2013.
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Approfondimento su Melanoma
Il melanoma (tumore maligno della pelle) è una forma di cancro molto aggressiva, che si sviluppa dalle cellule della pelle che producono melanina (melanociti).