Puva per pitiriasi lichenoide e rischio cancro
Salve; ho 23 anni e 2 anni fa mi è stata diagnosticata la pitiriasi lichenoide a seguito di biopsia cutanea. Il dermatologo mi ha fatto seguire la terapia PUVA per 7 mesi con assunzione di 2 pastiglie di Meladinine prima di ogni seduta; in seguito per circa un anno i sintomi della malattia erano pressochè spariti. Quest'anno essi sono ricomparsi (piccoli puntini rossi sul corpo specialmente sulle parti esposte direttamente al Sole) e quindi sono ritornato dal medico per ricominciare la stessa terapia.
Due domande:
1) posso sperare che sia definitivo questo ciclo o dovrò ripeterlo periodicamente?
2) sono molto agitato in quanto solo da pochi giorni sono venuto a conoscenza del rischio di cancro alla pelle causato dal Methoxsalen (principio del Meladinine) associato alla PUVA; è meglio interrompere, magari ricorrendo alla sola terapia UVB senza assunzione di farmaci? Questa da risultati?
Grazie, arrivederci.
Due domande:
1) posso sperare che sia definitivo questo ciclo o dovrò ripeterlo periodicamente?
2) sono molto agitato in quanto solo da pochi giorni sono venuto a conoscenza del rischio di cancro alla pelle causato dal Methoxsalen (principio del Meladinine) associato alla PUVA; è meglio interrompere, magari ricorrendo alla sola terapia UVB senza assunzione di farmaci? Questa da risultati?
Grazie, arrivederci.
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Gentilissimo Utente,
la possibilità che la P-UVA possa determinare un aumento di incidenza delle neoplasie cutanee non melanoma è nota da molti anni, tanto che costituì il titolo della mia tesi di laurea nel 1990. Bisogna però considerare quanto ne dovrà fare di trattamenti: ovviamente il rischio è più alto per patologie, quali la psoriasi, che richiedono cicli per decine di anni. Per fare un parallelismo è come se lei avesse fumato tre sigarette in confronto ad uno che ne fuma un pacchetto da anni. Direi pertanto nel computo di un rapporto rischi/benefici se utilizzata per tempi ragionevoli la P-UVA può essere considerata trattamento vantaggioso.
Non conosco il suo caso e non posso entrare in merito ad un giudizio prognostico: questa domanda deve essere affrontata con il suo specialista che le saprà dire quanti cicli prevede di dover effettuare e come sta rispondendo al trattamento
Cordiali saluti
la possibilità che la P-UVA possa determinare un aumento di incidenza delle neoplasie cutanee non melanoma è nota da molti anni, tanto che costituì il titolo della mia tesi di laurea nel 1990. Bisogna però considerare quanto ne dovrà fare di trattamenti: ovviamente il rischio è più alto per patologie, quali la psoriasi, che richiedono cicli per decine di anni. Per fare un parallelismo è come se lei avesse fumato tre sigarette in confronto ad uno che ne fuma un pacchetto da anni. Direi pertanto nel computo di un rapporto rischi/benefici se utilizzata per tempi ragionevoli la P-UVA può essere considerata trattamento vantaggioso.
Non conosco il suo caso e non posso entrare in merito ad un giudizio prognostico: questa domanda deve essere affrontata con il suo specialista che le saprà dire quanti cicli prevede di dover effettuare e come sta rispondendo al trattamento
Cordiali saluti
Dott. Davide Brunelli
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.9k visite dal 08/10/2012.
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Approfondimento su Melanoma
Il melanoma (tumore maligno della pelle) è una forma di cancro molto aggressiva, che si sviluppa dalle cellule della pelle che producono melanina (melanociti).