Rossore e hpv

Salve, ho scoperto dopo aver fatto un pap test della probabile presenza di hpv, il risultato del pap test nello specifico scrive Lesione itraepiteliale di basso grado. Sono in attesa della calposcopia e poi di un eventuale biopsia. La notizia mi preoccupata molto. In particoalere la mia preoccupazione e nei confronti del mio compagno. la mia domanda è questa: ultimamente il mio compagno ha notato di avere spesso la punta del glande arrossata, attualmente sta utilizzando una crema consigliata dal medico, può questo rossore essere correlato alla mia situazione?questo rossore potrebbe poi trasformarsi in condilomi genitali? sono molto in ansia!!grazie
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Dr. Alessandro Benini Dermatologo 3.2k 72
Gentile Utente i suoi dubbi si dirimeranno se anche il suo partner effettuasse una visita Venereologica per inquadrare la balanite ed attraverso una penescopia escludere la presenza di HPV.
Saluti

Dr.Alessandro Benini
Dirigente Medico Centro Grandi Ustionati
Osp."M.Bufalini" Cesena

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Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464
Gentile utente,

nulla di tutto quello che paventa:

1) E' nostro compito (in via non vincolante e telematica) inviarla a visita venereologica, con la massima tranquillità sul suo stato di salute, poichè lesioni di basso grado possono tranquillamente regredire

2) il problema del suo partner a mio avviso va evinto nel medesimo ambito specialistico, sapendo però che quello che descrive non è per nulla compatibile con un prodromo da infezione per HPV (condilomatosi)

3) avere l'HPV non significa essere gravemente ammalati (buonissima parte della popolazione generale lo mantiene) o ancora avere la malattia da HPV

Le indico un mio vademecum per chiarirle le idee in questo ambito:

Premessa:

Il vaccino che attualmente è in commercio, si ritiene disponibile per il sesso femminile (soprattutto per le donne in età pre-pubere che possono averlo in convenzione dal SSN e consigliato per quelle fino a 26 anni, età media, per la quale si può ancora considerare la possibilità che non siano stati contratte le forme più aggressive [ceppi 6,11,16,18]); tale vaccino difatti è relegato a questi 4 ceppi, i quali sono riconosciuti essere collegati al cancro della cervice uterina.
Alcuni stusiosi consigliano comunque anche alle donne positive ai ceppi 6,11,16,18 di effettuare il vaccino poichè ritengono che esso svolga comunque una amplificazione della risposta all'HPV (un pò come si sosteneva per il vaccino per l'herpes simplex I- II: il sottoscritto si astiene per carenza di letteratura internazionale a supporto, du questo punto).

Per l'uomo non serve alcun tipo di vaccino, poichè fortunatametne la condilomatosi genitale, salvo rarissimi casi quasi costantemente non associati a soggetti fortemente immunodepressi (vedi tumore di Buscke Lowenstein) non concorre a provocare il cancro.

Eccole quindi questi consigli:

1) l'HPV è causa di diverse manifestazioni cliniche, dalle verruche volgari (mani, piedi le sedi più classiche) a quelle piane (viso e zone estensorie del corpo le sedi più classiche) fino alla condilomatosi (genitali le sedi più classiche di manifestazione)

2) Ammontano già a circa 130 i sottotipi o "ceppi" identificati nel genere umano; non tutti sono capaci di dare le patologie sopraelencate ma "gruppi" di questi virus sono collegati a singole patologie: alcuni ceppi di questo virus (6,11,16,18 in primis) sono stati correlati con una grave paltologia della donna, il carcinoma della cervice uterina: tale situazione ha esitato con la recentissima introduzione di un vaccino per questi ceppi, da somministrare in misura preventiva a tutte le ragazzine in età pre-menarca e come consiglio, fino all'età di 26 anni.

3) probabilmente sia io che lei (e la restante popolazione generale) possediamo taluni sottotipi di questo virus (accade la stessa cosa per il virus dell'Herpes simplex e per quello Varicella Zooster, che si contrae dopo assieme alla varicella :quest'ultimo causa del famigerato "Fuoco di S. Antonio") i quali probabilmente resteranno latenti nel nostro organismo senza dare manifestazioni cliniche

4) la maggior parte di questi virus alberga quindi industurbata ed indisturbatamente nelle nostre terminazioni recettoriali dei nervi periferici (distretti nervosi metamerici cutanei): il loro "isolamento" è altresì garantito dalle nostre sentinelle immunologiche (le difese loco-regionali e sistemiche del nostro corpo)

5) Esistono situazioni contingenti - sempre legate alla cosiddetta "tolleranza immunologica" (oggi meglio identificata in sistemi complessi che racchiudono più apparati, primo fra tutti il NICS: Neuro - Immune - Cutaneous - Sistem) che concorrono alla diminutio di questa sorveglianza a carico delle "sentinelle immunologiche" le quali hanno il potere di far "fuggire" (in termini medici: ripercorrere in via anterograda la via nervosa periferica fino al distretto cutaneo interessato) e di far replicare la popolazione virale (all'interno della cute)

6) in caso di replicazione virale cutanea (molto florida e numerosa) può insorgere la lesione cutanea clinica, la quale è la manifestazione evidente del virus stesso, o "malattia da papilloma"

7) Tutto questo è giustificato nella storia dei soggetti portatori di gravi patologie dell'immunocompetenza (HIV e AIDS) nei quali purtroppo si osservano le manifestazioni cliniche più importanti e meno trattabili.

8) Quindi solo la "malattia da HPV" (ovvero la manfestazione clinica : condilomi) è in grado di diventare potenzialmente trasmissibile (nel caso della condilomatosi, essa diviene quindi a tutti gli effetti una MST: Malattia Sessualmente Trasmissibile)

9) In caso di patologia clinica (condilomatosi) il soggetto rimane potenzialmente infetto ed infettante - di norma - fino al II controllo negativo per tale patologia (ovvero la seconda visita di controllo sempre a distanza di 3 settimane - 1 mese l'una dall'altra) nella quale non si evidenzia (all'occhio esperto del Venereologo, non del paziente ovviamente: classici i casi di misdiagnosi e diangosi terdive in altri modi..): i rapporti protetti (meglio ancora l'astensione sessuale per tutto il tempo di controllo) sono d'obbligo.

10) nel periodo della fase di stato (anche quando le manifestazioni non presenti ma potenzialmente ancora ripresentabili perchè in fase replicativa sub-clinica) il soggetto si ritiene sempre infetto ed infettante.

Tutto questo, per rimandare sempre e comunque all'attenzione dello Specialista Venereologo (l'esperto di Malattie Sessualmente Trasmissibili e di cute e mucose genitali) ogni dubbio su questa patologia che deve sempre e comunque essere arginata, per la Nostra Salute e per quella di chi condivide assieme a noi una piccola od una grande parte della Nostra Esistenza.





Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it

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