Cisti sebacea al seno
Carissimi dottori mi rivolgo nuovamente a voi per un consulto con la speranza che anche stavolta possiate offrirmi la vostra professionalita' e competenza.Da qualche anno mi era comparsa sul seno destro(sulla parte alta)una cisti che,poichè non dava fastidio,avevo un po' trascurato.Circa tre mesi fa questa cisti si è arrossata ed ingrandita,per cui,preccupata, mi sono recata dal mio ginecologo di fiducia che mi ha tranquillizzata,dicendomi che era una cisti sottocutanea(cisti sebacea)che si era infiammata,ma che ad ogni modo l'unico modo per toglierla,dopo una accurata cura antibiotica,era quella di asportarla.Prima di Natale mi sono recata presso un chirurgo di un ospedale per farglela visionare il quale dopo avermi visitato mi ha prescritto Cortison-Chemiticina 2,5% + 2% unguento, idrocortisone acetato + clormfenicolo,dicendomi di presentarmi dopo le feste (dopo la befana) per asportarla.Siccome ,nel frattempo,la cisti non mi ha dato piu' fastidio ed io non mi sono piu'recata in ospedale per farmela togliere in proposito volevo farvi alcune domande:
se non dovessi asportarla cosa rischio?
ci sono altre soluzioni oltre quella chirurgica?
chi è lo specialista competente per questo tipo di intervento,il dermatologo, oppure un medico chirurgo generale?
Vi ringrazio anticipatamente per i consulti che vorrete fornirmi,cordialmente
Angela
se non dovessi asportarla cosa rischio?
ci sono altre soluzioni oltre quella chirurgica?
chi è lo specialista competente per questo tipo di intervento,il dermatologo, oppure un medico chirurgo generale?
Vi ringrazio anticipatamente per i consulti che vorrete fornirmi,cordialmente
Angela
[#1]
1) una eventuale recidiva del processo infiammatorio
2)Si tratta di un intervento di piccola chirurgia che può essere affidato ad un chirurgo generale o della mammella consigliato dal Suo curante o ad un dermatologo chirurgo o a un chirurgo plastico.
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Ex utente
la ringrazio del tempestivo e prezioso consulto dott Catania,scusi se glelo richiedo ma volevo capire bene:non c'è nessuna alternativa all'asportazione chirurgica?
Purtroppo la cisti si trova in una zona del seno piuttosto alta per cui l'eventuale incisione mi creerebbe una cicatrice ben visibile che ,qualora fosse possibile, preferirei evitare.Attendo una sua risposta ,grazie infinite
Angela
Purtroppo la cisti si trova in una zona del seno piuttosto alta per cui l'eventuale incisione mi creerebbe una cicatrice ben visibile che ,qualora fosse possibile, preferirei evitare.Attendo una sua risposta ,grazie infinite
Angela
[#3]
Gentile Utente, le rispondo a completezza, delle sempre professionali osservazioni del Dr.Catania che non ci sono alternative alla asportazione chirurgica, poichè cosa molto importante,solo con tale metodica riuscirà ad ottenere una cosa fondamentale che è l'esame istologico che le indicherà nome e cognome precisi di ciò che ha tolto.
Cari Saluti
Cari Saluti
Dr.Alessandro Benini
Dirigente Medico Centro Grandi Ustionati
Osp."M.Bufalini" Cesena
[#4]
Ex utente
Gentilissimo dr Benini,nel ringraziarla per la sua cortese risposta volevo porle un'ulteriore domanda:a cosa serve un esame istologico della cisti se la stessa è gia' stata definita una cisti sebacea sottocutanea?Mi è stato detto che posso stare assolutamente tranquilla pochè questo genere di cisti non diventa mai maligna!Lei ritiene che sia il caso di fare ulteriori accertamenti?Grazie ancora
Angela
Angela
[#5]
Aggiungo rispondendo al suo ultimo quesito che se di cisti sebacea si tratta e se questo è stato confermato dal medico operatore, ed incluso nella cartella clinica, dopo diagnosi diretta nella sede di visita o nella seduta chirurgica, sappia, per sua tranquillità, in virtù della completa benignità della lesione, che tale neoformazione non necessita per protocollo, di esame istologico.
cari saluti
cari saluti
Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it
[#8]
Come detto in precedenza, dato che lei chiedeva se ci sono alternative al trattamento chirurgico,io le ho risposto che l'unica possibilità, in caso si decidesse per l'asportazione, rimane quella chirurgica a cui segue esame istologico.Ma se non si dovesse decidere per l'asportazione,stia pure tranquilla visto ciò che hanno scritto gli specialisti che l'hanno visitata (scripta manent).
Di nuovo saluti
Di nuovo saluti
[#9]
Concordo con il collega Benini che all'asportazione deve seguire
SEMPRE l'esame istologico, anche se la diagnosi di cisti sebacea è da considerare banale e scontata già all'esame clinico.
Credo che tutti i colleghi abbiano assistito ad esperienze dolorose di gravi malattie in stadio avanzato che presentavano un solo dato anamnestico : l'asportazione di una cisti sebacea (!) o a volte di una "verruca" in passato e non sottoposta ad esame istologico.
Con il collega Laino abbiamo seguito su questo sito il caso di una "verruca" del dorso "bruciata" e non sottoposta ad esame istologico per la presunzione del primo operatore.
SEMPRE l'esame istologico, anche se la diagnosi di cisti sebacea è da considerare banale e scontata già all'esame clinico.
Credo che tutti i colleghi abbiano assistito ad esperienze dolorose di gravi malattie in stadio avanzato che presentavano un solo dato anamnestico : l'asportazione di una cisti sebacea (!) o a volte di una "verruca" in passato e non sottoposta ad esame istologico.
Con il collega Laino abbiamo seguito su questo sito il caso di una "verruca" del dorso "bruciata" e non sottoposta ad esame istologico per la presunzione del primo operatore.
[#10]
Ex utente
Carissimi dottori,vi ringrazio infinitamente per i valorosi consulti che mi avete fornito e ringrazio anche lo staff di medici italia per il prezioso servizio che, grazie a questo sito in collaborazione con voi medici a titolo completamente gratuito offre agli utenti,pero' adesso, siccome mi è sorto un dubbio, debbo formularvi un'altra domanda:stasera,tramite un'amica ho preso un appuntamento con il chirurgo di un ospedale che mi aveva precedentemente visitata.L'appuntamento è alle 20:00 e non ho capito bene se vuole rivisitarmi o procedere direttamente all'asportazione della cisti(è probabile,in quanto evidentemente potrebbe voler snellire le vie burocratiche).La domanda è questa: se il chirurgo procede all'asportazione dela cisti e ritiene che non sia il caso di procedere ad esame istologico,come mi devo comportare?
Scusate per le mie continue domande,ma a questo punto mi piacerebbe avere quante piu' risposte possibili onde chiarire eventuali dubbi.Un cordiale saluto
Angela
Scusate per le mie continue domande,ma a questo punto mi piacerebbe avere quante piu' risposte possibili onde chiarire eventuali dubbi.Un cordiale saluto
Angela
[#11]
La mia osservazione in merito alla necessità o meno dell'esame istologico, che rilancio e sottolineo nel caso specifico, necessita in virtù dell'implementazione scientifica del Caro e sempre esaustivo Dott. Catania, necessita, per non essere travisata, di una fondamentale implementazione, del sottoscritto:
- il riferimento dello stesso Dott. Catania su un episodio da noi trattato in Medicitalia.it (e che mi permetto di sintetizzare, per completezza di informazione), riguardava il caso di un tumore cutaneo altamente maligno come il MELANOMA, scambiato per una lesione estetica;
tale vicenda, rientrava purtroppo - e mi duole anche solo citarne la parola, ma così è - in un caso di "malasanità" ove probabilmente, anche se lo affermiamo in termini generali, l'associazione fra un "occhio" inesperto e l'assoluta mancanza di esami ritenuti ad oggi fondamentali come quello "Videodermatoscopico" hanno creato questa grave situazione clinica, nella quale in luogo di una asportazione chirurgica con esame istologico, era stato effettuata una "vaporizzazione laserterapica" con tutto quello che ne poteva derivare (non asportazione della lesione, perdita definitiva del tessuto tumorale, mancata stadiazione del tumore, mancato follow-up e mancata eventuale terapia).
- il discorso, oggetto della discussione corrente, rientra in un contesto dissimile, ma pur sempre incasellabile in una discussione scientifica che riguarda le linee guida in dermato-chirurgia, la diagnosi clinica e la responsabilità professionale, che è bene approfondire, anche su temi più generali, per l'utilità di chi ci legge.
- anticipo che il sottoscritto, è stato, nel contesto di una discussione congressuale di qualche mese fa, sul tema della necessità dell'esame istologico, uno dei principali difensori dell'atto chirurgico sempre corredato dall'esame istologico, per qualsiasi tipo di exeresi chirurgica a scopi estetici o diagnostici; questo a garanzia di ciò che viene pensato e sostenuto, anche in merito alla "dermato-chirurgia plastica ed estetica"
La fondamentalità dell'asserzione:
"SEMPRE corredata da esame istologico", è altresì discutibile e ritengo, facilmente riassumibile nel contesti specifici all'interno di quello che significa
"RESPONSABILITA' PROFESSIONALE DELLO SPECIALISTA"
(da qui dipartivano appunto le mie osservazioni non vincolanti in merito al quesito specifico):
1° assioma:
ogni lesione asportata per fini diagnostici deve essere sottoposta ad esame istologico.
2° assioma:
Ogni Medico, secondo propria Scienza e Coscienza è libero di scegliere i migliori trattamenti e di sottoporli all'accettazione dei propri pazienti nell'ambito di una informazione esauriente e ben compresa
Teoria:
una lesione (in questo caso cutanea) DIAGNOSTICATA e RATIFICATA COME BENIGNA durante l'atto Medico, meglio se Specialistico (nella disciplina più affine e vicina al tipo di patologia) - Visita specialistica ed eventuali esami strumentali diagnostici non invasivi - e sottoposta ad exeresi chirurgica (altra modalità di diagnosi) per motivi funzionali od estetici, come nel caso della CISTI EPIDERMOIDALE O SEBACEA, può (e SOTTOLINEO può) NON essere sottoposta ad esame istologico su SCELTA dell'operatore medico specialista.
Questa procedura, espone lo stesso Medico ai rischi competenti con la sua Responsabilità Professionale.
nel caso specifico: una CISTI SEBACEA diangosticata clinicamente, e verificata al tavolo operatorio può essere, su scelta del Medico che interviene sulla lesione, il quale ha l'obbligo di ratificarne per scritto l'operato non sottoposta ad esame istologico: il tutto in base ed in ottemperanza Alla
"RESPONSABILITA' PROFESSIONALE DEL MEDICO".
Intendo fare un esempio per implementare quanto citato dal Dott. Catania riguardo l'altro caso accaduto, in merito allo scambio di una lesione maligna per una benigna:
Tale esempio per l'utilità del nostro paziente e per chiunque legge questo tipo di discussione, che giustifica la teoria citata da sottoscritto:
Il Dott. Laino (utilizzo il mio nome, non per manie di protagonismo (!) ma perchè posso significare esattamente le qualifiche e specificare dati professionali già pubblicati nel curriculum, ma parimenti a tutti gli altri Colleghi specialisti) decide di asportare una "CHERATOSI SEBORROICA di 2 cm diametro massimo, localizzata sul viso di un paziente" del viso mediante terapia con "LASER a CO2 ultrapulsato"
Prima domanda:
Come fa il Dott. LAINO (parimenti agli altri Colleghi Specialisti) a fare diagnosi ed essere certo della benignità della lesione che intendeve vaporizzare ?
seconda domanda:
Perchè, per essere sicuro al 100% non usa la chirurgia tradizionale con esame istologico?
Terza domanda:
Perchè preferisce il Laser CO2 e non altre metodiche ?
Risposta alla prima domanda:
a) il Dott. LAINO (pariementi agli altri Colleghi Specialsiti) è Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia e Venereologia e QUINDI, (come tutti gli altri Dermatologi)conosce quel tipo di lesione.
b) lo specialsita dell'esempio (Laino in questo caso ma la maggior parte degli altri specialisti dermatologi possiede titoli suppletivi) ha un master in dermatoscopia e comunque effettua da tempo, (pratica dichiarabile) la VIDEODERMATOSCOPIA preventiva su quel tipo di lesione
c) lo stesso specialista, cataloga le immagini acquisite (ad alta definizione, quindi pefettamente interpretabili) della lesione in oggetto, nella carella clinica del paziente, rendendole così disponibili ad ogni ulteriore controllo successivo da parte degli aventi diritto
d) prima del trattamento, il Medico dell'esempio, sottopone al paziente il modulo di consenso informato e spiega che tale metodica non ha - in nessun modo - la stessa accuratezza diagnostica che avrebbe l'esame istologico: il paziente quindi decide di sua spontanea volontà di fidarsi del Medico poichè ha ben compreso i rischi, ma anche i benefici della metodica, rispetto alla chirurgia tradizionale.
Risposta alla seconda domanda:
il Medico del'esempio, spiega al paziente, che la sicurezza della diangosi, come già espresso è data dal solo esame istologico, anche se la diagnosi clinica, video-dermatoscopica e l'esperienza del Medico, sono a garanzia di quanto supposto, diagnosticato e ratificato, ovvero di una LESIONE BENIGNA come la CHeratosi seborroica;
il Medico spiega al paziente che per effettuare l'esame istologico tradizionale, occorrerebbe effettuare un intervento chirurgico con un taglio e con punti di sutura, cui esiterebbe un tempo di degenza più lungo oltrechè una cicatrice chirurgica definitiva (bella o brutta che diventi in seguito). Il paziente è pertanto edotto della situazione e sceglie assieme al medico l'intervento migliore per sé.
- in questo caso è inutile, anche per motivi medico legali, conservare un piccolo frustolo di lesione (es. tecnica shaving) per sottoportla ad esame istologico, poichè un tumore maligno può comunque avere parti benigne od insorgere secondariamente su lesioni benigne [es.melanoma su nevo o melanoma con componente seborroica]
Risposta alla Terza domanda:
il Medico sceglie tale tecnica come elettiva, perchè ritenuta personalmente ed oggettivamente (in base alle esperienze su vasta scala ed il consenso scientifico) la migliore per risultati generali.
Tutto questo non elimina MAI la responsabilità Professionale del Sanitario, che viene sempre assunta in maniera globale.
Questo vale sempre e comunque, dalle lesioni più impegnative ai microscopici "fibromini penduli del collo" (anche questi sottoposti ad esame istologico ???!!)
carissimi saluti
- il riferimento dello stesso Dott. Catania su un episodio da noi trattato in Medicitalia.it (e che mi permetto di sintetizzare, per completezza di informazione), riguardava il caso di un tumore cutaneo altamente maligno come il MELANOMA, scambiato per una lesione estetica;
tale vicenda, rientrava purtroppo - e mi duole anche solo citarne la parola, ma così è - in un caso di "malasanità" ove probabilmente, anche se lo affermiamo in termini generali, l'associazione fra un "occhio" inesperto e l'assoluta mancanza di esami ritenuti ad oggi fondamentali come quello "Videodermatoscopico" hanno creato questa grave situazione clinica, nella quale in luogo di una asportazione chirurgica con esame istologico, era stato effettuata una "vaporizzazione laserterapica" con tutto quello che ne poteva derivare (non asportazione della lesione, perdita definitiva del tessuto tumorale, mancata stadiazione del tumore, mancato follow-up e mancata eventuale terapia).
- il discorso, oggetto della discussione corrente, rientra in un contesto dissimile, ma pur sempre incasellabile in una discussione scientifica che riguarda le linee guida in dermato-chirurgia, la diagnosi clinica e la responsabilità professionale, che è bene approfondire, anche su temi più generali, per l'utilità di chi ci legge.
- anticipo che il sottoscritto, è stato, nel contesto di una discussione congressuale di qualche mese fa, sul tema della necessità dell'esame istologico, uno dei principali difensori dell'atto chirurgico sempre corredato dall'esame istologico, per qualsiasi tipo di exeresi chirurgica a scopi estetici o diagnostici; questo a garanzia di ciò che viene pensato e sostenuto, anche in merito alla "dermato-chirurgia plastica ed estetica"
La fondamentalità dell'asserzione:
"SEMPRE corredata da esame istologico", è altresì discutibile e ritengo, facilmente riassumibile nel contesti specifici all'interno di quello che significa
"RESPONSABILITA' PROFESSIONALE DELLO SPECIALISTA"
(da qui dipartivano appunto le mie osservazioni non vincolanti in merito al quesito specifico):
1° assioma:
ogni lesione asportata per fini diagnostici deve essere sottoposta ad esame istologico.
2° assioma:
Ogni Medico, secondo propria Scienza e Coscienza è libero di scegliere i migliori trattamenti e di sottoporli all'accettazione dei propri pazienti nell'ambito di una informazione esauriente e ben compresa
Teoria:
una lesione (in questo caso cutanea) DIAGNOSTICATA e RATIFICATA COME BENIGNA durante l'atto Medico, meglio se Specialistico (nella disciplina più affine e vicina al tipo di patologia) - Visita specialistica ed eventuali esami strumentali diagnostici non invasivi - e sottoposta ad exeresi chirurgica (altra modalità di diagnosi) per motivi funzionali od estetici, come nel caso della CISTI EPIDERMOIDALE O SEBACEA, può (e SOTTOLINEO può) NON essere sottoposta ad esame istologico su SCELTA dell'operatore medico specialista.
Questa procedura, espone lo stesso Medico ai rischi competenti con la sua Responsabilità Professionale.
nel caso specifico: una CISTI SEBACEA diangosticata clinicamente, e verificata al tavolo operatorio può essere, su scelta del Medico che interviene sulla lesione, il quale ha l'obbligo di ratificarne per scritto l'operato non sottoposta ad esame istologico: il tutto in base ed in ottemperanza Alla
"RESPONSABILITA' PROFESSIONALE DEL MEDICO".
Intendo fare un esempio per implementare quanto citato dal Dott. Catania riguardo l'altro caso accaduto, in merito allo scambio di una lesione maligna per una benigna:
Tale esempio per l'utilità del nostro paziente e per chiunque legge questo tipo di discussione, che giustifica la teoria citata da sottoscritto:
Il Dott. Laino (utilizzo il mio nome, non per manie di protagonismo (!) ma perchè posso significare esattamente le qualifiche e specificare dati professionali già pubblicati nel curriculum, ma parimenti a tutti gli altri Colleghi specialisti) decide di asportare una "CHERATOSI SEBORROICA di 2 cm diametro massimo, localizzata sul viso di un paziente" del viso mediante terapia con "LASER a CO2 ultrapulsato"
Prima domanda:
Come fa il Dott. LAINO (parimenti agli altri Colleghi Specialisti) a fare diagnosi ed essere certo della benignità della lesione che intendeve vaporizzare ?
seconda domanda:
Perchè, per essere sicuro al 100% non usa la chirurgia tradizionale con esame istologico?
Terza domanda:
Perchè preferisce il Laser CO2 e non altre metodiche ?
Risposta alla prima domanda:
a) il Dott. LAINO (pariementi agli altri Colleghi Specialsiti) è Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia e Venereologia e QUINDI, (come tutti gli altri Dermatologi)conosce quel tipo di lesione.
b) lo specialsita dell'esempio (Laino in questo caso ma la maggior parte degli altri specialisti dermatologi possiede titoli suppletivi) ha un master in dermatoscopia e comunque effettua da tempo, (pratica dichiarabile) la VIDEODERMATOSCOPIA preventiva su quel tipo di lesione
c) lo stesso specialista, cataloga le immagini acquisite (ad alta definizione, quindi pefettamente interpretabili) della lesione in oggetto, nella carella clinica del paziente, rendendole così disponibili ad ogni ulteriore controllo successivo da parte degli aventi diritto
d) prima del trattamento, il Medico dell'esempio, sottopone al paziente il modulo di consenso informato e spiega che tale metodica non ha - in nessun modo - la stessa accuratezza diagnostica che avrebbe l'esame istologico: il paziente quindi decide di sua spontanea volontà di fidarsi del Medico poichè ha ben compreso i rischi, ma anche i benefici della metodica, rispetto alla chirurgia tradizionale.
Risposta alla seconda domanda:
il Medico del'esempio, spiega al paziente, che la sicurezza della diangosi, come già espresso è data dal solo esame istologico, anche se la diagnosi clinica, video-dermatoscopica e l'esperienza del Medico, sono a garanzia di quanto supposto, diagnosticato e ratificato, ovvero di una LESIONE BENIGNA come la CHeratosi seborroica;
il Medico spiega al paziente che per effettuare l'esame istologico tradizionale, occorrerebbe effettuare un intervento chirurgico con un taglio e con punti di sutura, cui esiterebbe un tempo di degenza più lungo oltrechè una cicatrice chirurgica definitiva (bella o brutta che diventi in seguito). Il paziente è pertanto edotto della situazione e sceglie assieme al medico l'intervento migliore per sé.
- in questo caso è inutile, anche per motivi medico legali, conservare un piccolo frustolo di lesione (es. tecnica shaving) per sottoportla ad esame istologico, poichè un tumore maligno può comunque avere parti benigne od insorgere secondariamente su lesioni benigne [es.melanoma su nevo o melanoma con componente seborroica]
Risposta alla Terza domanda:
il Medico sceglie tale tecnica come elettiva, perchè ritenuta personalmente ed oggettivamente (in base alle esperienze su vasta scala ed il consenso scientifico) la migliore per risultati generali.
Tutto questo non elimina MAI la responsabilità Professionale del Sanitario, che viene sempre assunta in maniera globale.
Questo vale sempre e comunque, dalle lesioni più impegnative ai microscopici "fibromini penduli del collo" (anche questi sottoposti ad esame istologico ???!!)
carissimi saluti
[#13]
Gentile Utente nel suo caso dato che stiamo parlando,ripeto, del suo caso,senza sminuire coloro che hanno fatto diagnosi clinica, di neoformazione cistica(e non di verruca seborroica la quale tralaltro può avvalersi di mezzi come la drmatoscopia per fare diagnosi e talvolta neanche quella può bastare anche ad occhi esperti)esiga l'esame istologico, ma sono sicuro che tale atto a completezza di quello chirurgico le giungerà senza doverne fare menzione e comunque chi eseguirà l'asportazione se non dovesse ritenere utile l'esame in oggetto se ne assumerà tutte le responsabilità del caso facendo diagnosi scritta di ciò che ha tolto(di nuovo scripta manent).
Saluti
Saluti
[#14]
Egr.pz
aggiungo il mio pensiero a questa stimolante discussione.
Certamente le lesioni che il medico ritiene sicuramente benigne non necessitano di esame istologico, proprio perche' questo viene fatto per dirimere un dubbio diagnostico.Se il dubbio non c'e'.....Ovviamente il medico se ne assume la responsabilita' e non puo' essere obbligato ad eseguire atti che non ritiene coerenti.Ma probabilmente,insistendo ,la potrebbe accontentare ed effettuare chirurgia piu' istologico.
Il dermatologo ,come gia' ha giustamente detto il collega, si trova a dover asportare nella sua pratica quotidiana numerose neoformazioni (verruche,condilomi,fibromi,cheratosi seborroiche, granulomi piogenici,cisti,etc) per le quali sceglie di volta in volta l'iter diagnostico e terapeutico cercando sempre di calibrare l'azione chirurgica con l'effettiva entita' della lesione. In questo si avvale ,oltre che della sua esperienza, di tanti ausili diagnostici (ad es .e' stato citato il dermatoscopio),che alla fine permettono di avere la giusta "aggressivita'".
L'unico metodo che permette l'esame istologico e' in definitiva l'intervento classico con il bisturi; tutti gli altri (DTC,laser,crioterapia,etc) distruggono la lesione e quindi.....non permettono la diagnosi. Si puo' obiettare che e' piu' facile diagnosticare una verruca che una cisti sebacea.su questo se ne potrebbe discutere parecchio!
Pero' bisogna pensare agli esiti di questi interventi;davanti ad una lesione sicuramente benigna (di cui il medico e' sicuro) e' imperativo non provocare cicatrici deturpanti o peggiorative rispetto alla lesione trattata.E sicuramente una larga cicatrice sul seno non le fara' piacere; magari altri metodi (es.una banale DTC con cicatrice puntiforme)potrebbero servire meglio e consentire comunque una diagnosi "visiva" del materiale contenuto nella cisti.
Oppure potrebbe non operare e porre in atto terapia antibiotica o al contrario con ittiolo. Ma tutto questo deve sceglierlo il suo specialista ,sul quale deve riporre fiducia
Cordialita'
aggiungo il mio pensiero a questa stimolante discussione.
Certamente le lesioni che il medico ritiene sicuramente benigne non necessitano di esame istologico, proprio perche' questo viene fatto per dirimere un dubbio diagnostico.Se il dubbio non c'e'.....Ovviamente il medico se ne assume la responsabilita' e non puo' essere obbligato ad eseguire atti che non ritiene coerenti.Ma probabilmente,insistendo ,la potrebbe accontentare ed effettuare chirurgia piu' istologico.
Il dermatologo ,come gia' ha giustamente detto il collega, si trova a dover asportare nella sua pratica quotidiana numerose neoformazioni (verruche,condilomi,fibromi,cheratosi seborroiche, granulomi piogenici,cisti,etc) per le quali sceglie di volta in volta l'iter diagnostico e terapeutico cercando sempre di calibrare l'azione chirurgica con l'effettiva entita' della lesione. In questo si avvale ,oltre che della sua esperienza, di tanti ausili diagnostici (ad es .e' stato citato il dermatoscopio),che alla fine permettono di avere la giusta "aggressivita'".
L'unico metodo che permette l'esame istologico e' in definitiva l'intervento classico con il bisturi; tutti gli altri (DTC,laser,crioterapia,etc) distruggono la lesione e quindi.....non permettono la diagnosi. Si puo' obiettare che e' piu' facile diagnosticare una verruca che una cisti sebacea.su questo se ne potrebbe discutere parecchio!
Pero' bisogna pensare agli esiti di questi interventi;davanti ad una lesione sicuramente benigna (di cui il medico e' sicuro) e' imperativo non provocare cicatrici deturpanti o peggiorative rispetto alla lesione trattata.E sicuramente una larga cicatrice sul seno non le fara' piacere; magari altri metodi (es.una banale DTC con cicatrice puntiforme)potrebbero servire meglio e consentire comunque una diagnosi "visiva" del materiale contenuto nella cisti.
Oppure potrebbe non operare e porre in atto terapia antibiotica o al contrario con ittiolo. Ma tutto questo deve sceglierlo il suo specialista ,sul quale deve riporre fiducia
Cordialita'
Dott.Giampiero Griselli Dermovenereologo
www.dermoonline.com
Ferrara,Torino,Brescia,Porto Tolle(RO)
[#15]
Le rispondo stavolta in maniera concisa e solo relativamente alla sua ultima domanda:
La cisti sebacea è SUA: ovvero fa perte del SUO corpo; pertanto e per motivi clinici e medico legali è addirittura possibile richiedere il pezzo operatorio incluso in formalina dal personale operante e portarlo - sotto la propria UNICA responsabilità, espressa e firmata - nelle sedi che si ritengono più opportune:
questo è quello che accade SEMPRE, anche quando il Medico si affida a laboratori Istopatologici diversi dalla sede cui opera (il sottoscritto lo fa sovente, sotto la propria responsabilità e solo per casi particolari).
Questo è anche quello che succede quando un paziente si reca presso la sede medico-laboratoristica detentrice del VETRINO ISTOLOGICO (la sezione del pezzo operatorio) e pretende che le sia reso per ulteriori approfondimenti : per Legge il vetrino deve eesere reso al paziente poichè di SUA proprietà.
da qui, però valido mi sembra, affermare che come massima generale, il rapporto Medico-Paziente deve basarsi su ben altro ovvero sulla fiducia reciproca: se i suoi sanitari sostengono una ipotesi clinica, è perchè secondo SCIENZA e COSCIENZA possono farlo: auto-ingenerarsi dubbi estremi e spesso infondati su pratiche specialistiche - fatti salvi tutti i diritti del Paziente che ho testè citati per la sua utilità - è spesso limitante e svilente lo stesso raporto fiduciario che è alla base della pratica sociale della Medicina stessa.
Ancora una volta, si affidi ai suoi Medici che stanno - a mio avviso - ben operando.
cari saluti
La cisti sebacea è SUA: ovvero fa perte del SUO corpo; pertanto e per motivi clinici e medico legali è addirittura possibile richiedere il pezzo operatorio incluso in formalina dal personale operante e portarlo - sotto la propria UNICA responsabilità, espressa e firmata - nelle sedi che si ritengono più opportune:
questo è quello che accade SEMPRE, anche quando il Medico si affida a laboratori Istopatologici diversi dalla sede cui opera (il sottoscritto lo fa sovente, sotto la propria responsabilità e solo per casi particolari).
Questo è anche quello che succede quando un paziente si reca presso la sede medico-laboratoristica detentrice del VETRINO ISTOLOGICO (la sezione del pezzo operatorio) e pretende che le sia reso per ulteriori approfondimenti : per Legge il vetrino deve eesere reso al paziente poichè di SUA proprietà.
da qui, però valido mi sembra, affermare che come massima generale, il rapporto Medico-Paziente deve basarsi su ben altro ovvero sulla fiducia reciproca: se i suoi sanitari sostengono una ipotesi clinica, è perchè secondo SCIENZA e COSCIENZA possono farlo: auto-ingenerarsi dubbi estremi e spesso infondati su pratiche specialistiche - fatti salvi tutti i diritti del Paziente che ho testè citati per la sua utilità - è spesso limitante e svilente lo stesso raporto fiduciario che è alla base della pratica sociale della Medicina stessa.
Ancora una volta, si affidi ai suoi Medici che stanno - a mio avviso - ben operando.
cari saluti
[#16]
Ex utente
Egregi dottori stasera mi sono recata all'ospedale per l'eventuale asportazione della cisti,ma prima di esporvi l'accaduto credo che sia necessario fare alcune precisazioni(con la speranza di non annoiarvi e rubarvi tempo prezioso).Dunque,nel mese di ottobre del 2007,dopo essermi recata dal ginecologo che mi ha diagnosticato la cisti venivo indirizzata dal medesimo in una clinica privata convenzionata(la stessa dove il ginecologo svolge la sua professione).Dopo avermi visitata(previo pagamento della visita)il chirurgo mi informava che la cisti doveva essere asportata(dopo aver effettuato una cura antibiotica)e che purtroppo quel tipo di intervento non rientrava in quelli mutuabili(mi sarebbe costato 300,00).Con tutta sincerita',non è per la somma richiestami,ma ho ritenuto che non era il caso di farmi"derubare" 300,00 per un intervento di routine che poteva essere eseguito gratuitamente in qualsiasi ospedale.Qualche giorno dopo mi sono rivolta ad un'amica che ha un cugino infermiere e tramite le conoscenze di quest'ultimo mi son fatta visitare da un chirurgo dell' ospedale dove lavora(come scrivevo al'inizio, prima di Natale mi prescriveva Cortison-Chemicetina idrocortisone acetato+cloramfenicolo da applicare sulla cisti per 15/20 giorni).E veniamo al punto:stasera alle 20:00 mi sono recata all'ospedale(senza impegnativa del medico,ma passando per il pronto soccorso),dopo una ventina di minuti il chirurgo( che prima di Natale non conoscevo e con il quale non ho nessuna confidenza,voglio puntualizzarlo!!)mi ha rivisitata ed informata che l'asportazione della cisti mi avrebbe procurato una cicatrice di due/tre centimetri poichè le cisti sono due,anche se piccoline,poi,davanti alla mia espressione perplessa, mi ha detto che volendo posso anche non asportare la cisti ma tenerla sotto controllo eventualmente dovesse riinfiammarsi, e di recarmi da lui nel momento in cui c'è un 'infiammazione in corso con( pus?);in quel caso,secondo lui,la cicatrice potrebbe ridursi notevolmente fino alla grandezza di un punto nero(con tutto il rispetto io su questa sua affermazione sono un po' scettica).Infine gli ho chiesto di definire esattamente la cisti e lui me l'ha indicata,volgarmente,come un "brufolo abortito".Mi piacerebbe leggere le vostre considerazioni soprattutto riguardo all'asportazione della cisti quando è in corso un processo infiammatorio:è veramente come sostiene il chirurgo(e cioè che in tal caso la cicatrice risulterebbe notevolmente ridotta?)
Mi scuso per essermi eccessivamente dilungata e spero che avrete la bonta' e la pazienza di rispondere alle mie numerose domande,
un cordiale saluto a tutti
Angela
Mi scuso per essermi eccessivamente dilungata e spero che avrete la bonta' e la pazienza di rispondere alle mie numerose domande,
un cordiale saluto a tutti
Angela
[#18]
Ex utente
egregio dr Benini la ringrazio per il chiarimento,in effetti pure io sono rimasta piuttosto sconcertata da quello che mi aveva detto il chirurgo riguardo l'asportazione della cisti durante un processo infiammatorio.Ringrazio profondamente tutti i medici che sono intervenuti con i loro preziosi consulti,un cordialissimo saluto
Angela
Angela
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Approfondimento su Melanoma
Il melanoma (tumore maligno della pelle) è una forma di cancro molto aggressiva, che si sviluppa dalle cellule della pelle che producono melanina (melanociti).