Papilloma virus nell'uomo: inguaribile?
Salve,vorrei intanto fare i miei più sinceri complimenti a tutto lo staff medico per la semplicità con la quale rispondete a problemi di carattere medico non sempre di semplice comprensione da parte di chi,come la maggior parte di noi utenti, è inesperto in materia.
Vi espongo dunque il mio problema.
Da circa 2 anni mi è stato riscontrato il papilloma virus al collo dell'utero e si è scoperto essere di ceppo 58, la diagnosi parlava di cellule discheratoniche a mosaico, piatte. Ho avuto un solo partner sessuale con il quale sto tuttora, ed ho scoperto casualmente di avere l'hpv grazie ad un pap-test condotto a causa di un infezione batterica a distanza di 8 mesi dal mio primo rapporto.
Adesso,poichè il virus continua ad occupare aree sempre maggiori, ricorrerò a laser-terapia.
Per quanto riguarda il mio partner, sicuramente ne sarà affetto anche lui. L'anno scorso l'ho convinto a recarsi da un esperto in malattie veneree il quale però ha fatto un controllo a mio avviso superficiale con lente di ingrandimento non trovando nulla.
Io non mi sento però sicura, ho il terrore che dopo il mio intervento laser ricontrarrò da lui nuovamente il virus e si ricomincerà da capo.
Mi sento molto demoralizzata,
l'uomo è per caso portatore sano e potrebbe non manifestarlo mai pur trasmettendolo?
Ci sono controlli più specifici per il mio ragazzo che ci potete consigliare?
Ed infine per l'uomo esiste una terapia per debellare l'hpv o dovremo avere rapporti protetti per sempre?
Sono davvero stanca di questa situazione...da due anni io ed il mio ragazzo non viviamo più serenamente la nostra vita di coppia...ad ogni rapporto abbiamo sempre l'impressione di farci del male a vicenda e peggiorare la situazione...
Vi prego datemi qualche rimedio.
Grazie per la vostra cordialità.
Cari saluti.
Vi espongo dunque il mio problema.
Da circa 2 anni mi è stato riscontrato il papilloma virus al collo dell'utero e si è scoperto essere di ceppo 58, la diagnosi parlava di cellule discheratoniche a mosaico, piatte. Ho avuto un solo partner sessuale con il quale sto tuttora, ed ho scoperto casualmente di avere l'hpv grazie ad un pap-test condotto a causa di un infezione batterica a distanza di 8 mesi dal mio primo rapporto.
Adesso,poichè il virus continua ad occupare aree sempre maggiori, ricorrerò a laser-terapia.
Per quanto riguarda il mio partner, sicuramente ne sarà affetto anche lui. L'anno scorso l'ho convinto a recarsi da un esperto in malattie veneree il quale però ha fatto un controllo a mio avviso superficiale con lente di ingrandimento non trovando nulla.
Io non mi sento però sicura, ho il terrore che dopo il mio intervento laser ricontrarrò da lui nuovamente il virus e si ricomincerà da capo.
Mi sento molto demoralizzata,
l'uomo è per caso portatore sano e potrebbe non manifestarlo mai pur trasmettendolo?
Ci sono controlli più specifici per il mio ragazzo che ci potete consigliare?
Ed infine per l'uomo esiste una terapia per debellare l'hpv o dovremo avere rapporti protetti per sempre?
Sono davvero stanca di questa situazione...da due anni io ed il mio ragazzo non viviamo più serenamente la nostra vita di coppia...ad ogni rapporto abbiamo sempre l'impressione di farci del male a vicenda e peggiorare la situazione...
Vi prego datemi qualche rimedio.
Grazie per la vostra cordialità.
Cari saluti.
[#1]
Gentile Utente tenga presente che circa l'80% della popolazione generale viene a contatto con il virus e solo all'incirca il 10% svilupperà una malattia da HPV.Tali manifestazioni se presenti vanno trattate(che è quello che mi sembra di aver capito farà lei tramite laser).Per quanto riguarda il suo partner se i controlli(potrebbe convincerlo a farne un'ulteriore) risultano negativi,può stare tranquilla.Tutto ciò per dare il giusto peso a quella che sta diventando a mio giudizio una fobia spropositata.
Saluti
Alessandro Benini
Saluti
Alessandro Benini
Dr.Alessandro Benini
Dirigente Medico Centro Grandi Ustionati
Osp."M.Bufalini" Cesena
[#2]
Egr. utente di Medicitalia, per la patologia da HPV della coppia, sono stati fatti negli ultimi anni importanti progressi, sia a livello preventivo (es: vaccino), sia a livello diagnostico (es: pap test, colposcopia, vulvoscopia, penoscopia), sia a livello terapeutico (es: laser di nuova generazione, immunomodulatori per uso topico, etc). L'HPV ceppo 58 rientra tra i cosiddetti sottotipi "ad alto rischio", nel senso che hanno un elevato tropismo per la mucosa della cervice uterina. In questo caso, il ginecologo sa come gestire la situazione. Per quanto riguarda invece il Suo compagno, potete recarvi insieme dal vostro dermatologo di fiducia ed eseguire una visita accurata con eventuale penoscopia. La DERMATOLOGIA GENITALE è la branca dermatologica che si occupa in particolare dello studio, della prevenzione e della cura delle problematiche relative a cute e mucose dei genitali esterni. In Italia essa è praticata da tutti i Medici Specialisti in Dermatologia e Venereologia. Fino a qualche anno fa lo Specialista giungeva alla diagnosi di queste patologie ricorrendo alla propria esperienza clinica, ad un attento esame obiettivo e ad importanti esami di laboratorio specifici per le malattie veneree (vasto gruppo di malattie sessualmente trasmissibili comprendenti AIDS, sifilide, gonorrea, ulcera molle, linfogranuloma venereo, condilomi, herpes genitale, mollusco contagioso, candidosi, scabbia, pediculosi, infezioni da clamidia, infezioni da micoplasma, etc). La recente introduzione in medicina di sistemi digitali che consentono l'acquisizione e un analisi delle immagini e l'applicazione di programmi di intelligenza artificiale (reti neurali) per la diagnosi automatica, sta riscontrando un crescente successo in molte aree della dermatologia digitale per immagini (videodermatoscopia ad epiluminescenza per la cosiddetta mappa dei nei, tricogramma con videoscansione per lo studio delle alopecie, videocapillaroscopia per l'esame del microcircolo, penoscopia e vulvoscopia digitale in dermatologia genitale).
La PENOSCOPIA e la VULVOSCOPIA sono metodiche diagnostiche non invasive che permettono al dermatologo di valutare alcuni pattern morfologici che si possono osservare in corso di fenomeni fisiologici o patologici della cute e delle mucose dell' area genitale. Allo stato attuale tali tecniche possono essere utili al dermatologo nella diagnosi di alcune patologie virali (es: infezioni da HPV papillomavirus), anche se per il momento sono da ritenersi ancora allo stato sperimentale.
Il PENOSCOPIO ed il VULVOSCOPIO digitale sono costituiti da microcamere ad alta risoluzione, collegate ad un computer e provviste di ottiche appropriate e di una fonte di luce visibile incidente. L'immagine digitale che ne deriva è la rappresentazione visiva di una matrice bidimensionale composta di righe e colonne di elementi chiamati pixel. Il software è strutturato in modo da permettere l'archivio e l'elaborazione delle immagini o filmati così ottenuti, con la possibilità di utilizzo di particolari algoritmi di calcolo, definiti "filtri digitali" o curve di colore, in grado di migliorare la visibilità del pattern vascolare dell'area genitale, notoriamente sprovvisto del naturale contrasto presente negli altri distretti cutanei a causa della notevole vascolarizzazione dei genitali maschili e femminili.
L'esame viene condotto in ambulatorio in pochi minuti, acquisendo le immagini ad ingrandimenti tali da consentire ad un campo di inquadratura di pochi millimetri di diametro di essere visualizzato a tutto schermo (circa 50 ingrandimenti). L'immagine così ottenuta è tradotta dal software in valori numerici misurabili in maniera oggettiva e riproducibile. Quadri frequentemente osservati in penoscopia e vulvoscopia digitale sono il cosiddetto pattern vascolare "a mosaico" (condilomi), il pattern vascolare "a forcina" (papule perlacee), le ghirlande vascolari (grani di Fordyce), il pattern "lacunare" (angiocheratomi), il pattern "parallelo" (melanosi genitale) ed il pattern vascolare "a corona" (mollusco contagioso). Nonostante in dermatologia genitale la diagnosi è soprattutto clinica, la macchina può essere talora un valido aiuto nel confermare o eventualmente escludere la diagnosi fatta dal clinico. Molto importante in questi casi è l'approccio e la preziosa collaborazione multidisciplinare Dermatologo - Ginecologo nella diagnosi ed eventuale terapia della coppia.
Dott. Antonio DEL SORBO
Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale
Corso Nazionale, 139 84018 SCAFATI (Salerno)
Prima Traversa Via Mario Pirozzi, 76/B 80014 GIUGLIANO (Napoli)
Email: info@ildermatologorisponde.it Sito internet: www.ildermatologorisponde.it
TelFax: 089/8422310 Cellulare: 338/6422985
La PENOSCOPIA e la VULVOSCOPIA sono metodiche diagnostiche non invasive che permettono al dermatologo di valutare alcuni pattern morfologici che si possono osservare in corso di fenomeni fisiologici o patologici della cute e delle mucose dell' area genitale. Allo stato attuale tali tecniche possono essere utili al dermatologo nella diagnosi di alcune patologie virali (es: infezioni da HPV papillomavirus), anche se per il momento sono da ritenersi ancora allo stato sperimentale.
Il PENOSCOPIO ed il VULVOSCOPIO digitale sono costituiti da microcamere ad alta risoluzione, collegate ad un computer e provviste di ottiche appropriate e di una fonte di luce visibile incidente. L'immagine digitale che ne deriva è la rappresentazione visiva di una matrice bidimensionale composta di righe e colonne di elementi chiamati pixel. Il software è strutturato in modo da permettere l'archivio e l'elaborazione delle immagini o filmati così ottenuti, con la possibilità di utilizzo di particolari algoritmi di calcolo, definiti "filtri digitali" o curve di colore, in grado di migliorare la visibilità del pattern vascolare dell'area genitale, notoriamente sprovvisto del naturale contrasto presente negli altri distretti cutanei a causa della notevole vascolarizzazione dei genitali maschili e femminili.
L'esame viene condotto in ambulatorio in pochi minuti, acquisendo le immagini ad ingrandimenti tali da consentire ad un campo di inquadratura di pochi millimetri di diametro di essere visualizzato a tutto schermo (circa 50 ingrandimenti). L'immagine così ottenuta è tradotta dal software in valori numerici misurabili in maniera oggettiva e riproducibile. Quadri frequentemente osservati in penoscopia e vulvoscopia digitale sono il cosiddetto pattern vascolare "a mosaico" (condilomi), il pattern vascolare "a forcina" (papule perlacee), le ghirlande vascolari (grani di Fordyce), il pattern "lacunare" (angiocheratomi), il pattern "parallelo" (melanosi genitale) ed il pattern vascolare "a corona" (mollusco contagioso). Nonostante in dermatologia genitale la diagnosi è soprattutto clinica, la macchina può essere talora un valido aiuto nel confermare o eventualmente escludere la diagnosi fatta dal clinico. Molto importante in questi casi è l'approccio e la preziosa collaborazione multidisciplinare Dermatologo - Ginecologo nella diagnosi ed eventuale terapia della coppia.
Dott. Antonio DEL SORBO
Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale
Corso Nazionale, 139 84018 SCAFATI (Salerno)
Prima Traversa Via Mario Pirozzi, 76/B 80014 GIUGLIANO (Napoli)
Email: info@ildermatologorisponde.it Sito internet: www.ildermatologorisponde.it
TelFax: 089/8422310 Cellulare: 338/6422985
Dott. Antonio DEL SORBO
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Sito web: www.ildermatologorisponde.it
[#3]
Le fornisco, come sovente faccio, per gli utenti che ci manifestano dei dubbi in merito a questa dibattuta patologia ed al suo agente etiologico, lo Human Papilloma Virus un decalogo, che spero le sia di ausilio per reperire informazioni utili su questa discussa patologia:
Premessa:
Il vaccino che attualmente è in commercio, si ritiene disponibile per il sesso femminile (soprattutto per le donne in età pre-pubere che possono averlo in convenzione dal SSN e consigliato per quelle fino a 26 anni, età media, per la quale si può ancora considerare la possibilità che non siano stati contratte le forme più aggressive [ceppi 6,11,16,18]); tale vaccino difatti è relegato a questi 4 ceppi, i quali sono riconosciuti essere collegati al cancro della cervice uterina.
Per l'uomo non serve alcun tipo di vaccino, poichè fortunatametne la condilomatosi genitale, salvo rarissimi casi quasi costantemente non associati a soggetti fortemente immunodepressi (vedi tumore di Buscke Lowenstein) non concorre a provocare il cancro.
Eccole quindi questi consigli:
1) l'HPV è causa di diverse manifestazioni cliniche, dalle verruche volgari (mani, piedi le sedi più classiche) a quelle piane (viso e zone estensorie del corpo le sedi più classiche) fino alla condilomatosi (genitali le sedi più classiche di manifestazione)
2) Ammontano già a circa 130 i sottotipi o "ceppi" identificati nel genere umano; non tutti sono capaci di dare le patologie sopraelencate ma "gruppi" di questi virus sono collegati a singole patologie: alcuni ceppi di questo virus (6,11,16,18 in primis) sono stati correlati con una grave paltologia della donna, il carcinoma della cervice uterina: tale situazione ha esitato con la recentissima introduzione di un vaccino per questi ceppi, da somministrare in misura preventiva a tutte le ragazzine in età pre-menarca e come consiglio, fino all'età di 26 anni.
3) probabilmente sia io che lei (e la restante popolazione generale) possediamo taluni sottotipi di questo virus (accade la stessa cosa per il virus dell'Herpes simplex e per quello Varicella Zooster, che si contrae dopo assieme alla varicella :quest'ultimo causa del famigerato "Fuoco di S. Antonio") i quali probabilmente resteranno latenti nel nostro organismo senza dare manifestazioni cliniche
4) la maggior parte di questi virus alberga quindi industurbata ed indisturbatamente nelle nostre terminazioni recettoriali dei nervi periferici (distretti nervosi metamerici cutanei): il loro "isolamento" è altresì garantito dalle nostre sentinelle immunologiche (le difese loco-regionali e sistemiche del nostro corpo)
5) Esistono situazioni contingenti - sempre legate alla cosiddetta "tolleranza immunologica" (oggi meglio identificata in sistemi complessi che racchiudono più apparati, primo fra tutti il NICS: Neuro - Immune - Cutaneous - Sistem) che concorrono alla diminutio di questa sorveglianza a carico delle "sentinelle immunologiche" le quali hanno il potere di far "fuggire" (in termini medici: ripercorrere in via anterograda la via nervosa periferica fino al distretto cutaneo interessato) e di far replicare la popolazione virale (all'interno della cute)
6) in caso di replicazione virale cutanea (molto florida e numerosa) può insorgere la lesione cutanea clinica, la quale è la manifestazione evidente del virus stesso, o "malattia da papilloma"
7) Tutto questo è giustificato nella storia dei soggetti portatori di gravi patologie dell'immunocompetenza (HIV e AIDS) nei quali purtroppo si osservano le manifestazioni cliniche più importanti e meno trattabili.
8) Quindi solo la "malattia da HPV" (ovvero la manfestazione clinica : condilomi) è in grado di diventare potenzialmente trasmissibile (nel caso della condilomatosi, essa diviene quindi a tutti gli effetti una MST: Malattia Sessualmente Trasmissibile)
9) In caso di patologia clinica (condilomatosi) il soggetto rimane potenzialmente infetto ed infettante - di norma - fino al II controllo negativo per tale patologia (ovvero la seconda visita di controllo sempre a distanza di 3 settimane - 1 mese l'una dall'altra) nella quale non si evidenzia (all'occhio esperto del Venereologo, non del paziente ovviamente: classici i casi di misdiagnosi e diangosi terdive in altri modi..): i rapporti protetti (meglio ancora l'astensione sessuale per tutto il tempo di controllo) sono d'obbligo.
10) nel periodo della fase di stato (anche quando le manifestazioni non presenti ma potenzialmente ancora ripresentabili perchè in fase replicativa sub-clinica) il soggetto si ritiene sempre infetto ed infettante.
Tutto questo, per rimandare sempre e comunque all'attenzione dello Specialista Venereologo (l'esperto di Malattie Sessualmente Trasmissibili e di cute e mucose genitali) ogni dubbio su questa patologia che deve sempre e comunque essere arginata, per la Nostra Salute e per quella di chi condivide assieme a noi una piccola od una grande parte della Nostra Esistenza.
Cari saluti
Dott. Luigi Laino
Ricercatore Dermatologo e Venereologo
Malattie Sessualmente Trasmissibili, ROMA
Premessa:
Il vaccino che attualmente è in commercio, si ritiene disponibile per il sesso femminile (soprattutto per le donne in età pre-pubere che possono averlo in convenzione dal SSN e consigliato per quelle fino a 26 anni, età media, per la quale si può ancora considerare la possibilità che non siano stati contratte le forme più aggressive [ceppi 6,11,16,18]); tale vaccino difatti è relegato a questi 4 ceppi, i quali sono riconosciuti essere collegati al cancro della cervice uterina.
Per l'uomo non serve alcun tipo di vaccino, poichè fortunatametne la condilomatosi genitale, salvo rarissimi casi quasi costantemente non associati a soggetti fortemente immunodepressi (vedi tumore di Buscke Lowenstein) non concorre a provocare il cancro.
Eccole quindi questi consigli:
1) l'HPV è causa di diverse manifestazioni cliniche, dalle verruche volgari (mani, piedi le sedi più classiche) a quelle piane (viso e zone estensorie del corpo le sedi più classiche) fino alla condilomatosi (genitali le sedi più classiche di manifestazione)
2) Ammontano già a circa 130 i sottotipi o "ceppi" identificati nel genere umano; non tutti sono capaci di dare le patologie sopraelencate ma "gruppi" di questi virus sono collegati a singole patologie: alcuni ceppi di questo virus (6,11,16,18 in primis) sono stati correlati con una grave paltologia della donna, il carcinoma della cervice uterina: tale situazione ha esitato con la recentissima introduzione di un vaccino per questi ceppi, da somministrare in misura preventiva a tutte le ragazzine in età pre-menarca e come consiglio, fino all'età di 26 anni.
3) probabilmente sia io che lei (e la restante popolazione generale) possediamo taluni sottotipi di questo virus (accade la stessa cosa per il virus dell'Herpes simplex e per quello Varicella Zooster, che si contrae dopo assieme alla varicella :quest'ultimo causa del famigerato "Fuoco di S. Antonio") i quali probabilmente resteranno latenti nel nostro organismo senza dare manifestazioni cliniche
4) la maggior parte di questi virus alberga quindi industurbata ed indisturbatamente nelle nostre terminazioni recettoriali dei nervi periferici (distretti nervosi metamerici cutanei): il loro "isolamento" è altresì garantito dalle nostre sentinelle immunologiche (le difese loco-regionali e sistemiche del nostro corpo)
5) Esistono situazioni contingenti - sempre legate alla cosiddetta "tolleranza immunologica" (oggi meglio identificata in sistemi complessi che racchiudono più apparati, primo fra tutti il NICS: Neuro - Immune - Cutaneous - Sistem) che concorrono alla diminutio di questa sorveglianza a carico delle "sentinelle immunologiche" le quali hanno il potere di far "fuggire" (in termini medici: ripercorrere in via anterograda la via nervosa periferica fino al distretto cutaneo interessato) e di far replicare la popolazione virale (all'interno della cute)
6) in caso di replicazione virale cutanea (molto florida e numerosa) può insorgere la lesione cutanea clinica, la quale è la manifestazione evidente del virus stesso, o "malattia da papilloma"
7) Tutto questo è giustificato nella storia dei soggetti portatori di gravi patologie dell'immunocompetenza (HIV e AIDS) nei quali purtroppo si osservano le manifestazioni cliniche più importanti e meno trattabili.
8) Quindi solo la "malattia da HPV" (ovvero la manfestazione clinica : condilomi) è in grado di diventare potenzialmente trasmissibile (nel caso della condilomatosi, essa diviene quindi a tutti gli effetti una MST: Malattia Sessualmente Trasmissibile)
9) In caso di patologia clinica (condilomatosi) il soggetto rimane potenzialmente infetto ed infettante - di norma - fino al II controllo negativo per tale patologia (ovvero la seconda visita di controllo sempre a distanza di 3 settimane - 1 mese l'una dall'altra) nella quale non si evidenzia (all'occhio esperto del Venereologo, non del paziente ovviamente: classici i casi di misdiagnosi e diangosi terdive in altri modi..): i rapporti protetti (meglio ancora l'astensione sessuale per tutto il tempo di controllo) sono d'obbligo.
10) nel periodo della fase di stato (anche quando le manifestazioni non presenti ma potenzialmente ancora ripresentabili perchè in fase replicativa sub-clinica) il soggetto si ritiene sempre infetto ed infettante.
Tutto questo, per rimandare sempre e comunque all'attenzione dello Specialista Venereologo (l'esperto di Malattie Sessualmente Trasmissibili e di cute e mucose genitali) ogni dubbio su questa patologia che deve sempre e comunque essere arginata, per la Nostra Salute e per quella di chi condivide assieme a noi una piccola od una grande parte della Nostra Esistenza.
Cari saluti
Dott. Luigi Laino
Ricercatore Dermatologo e Venereologo
Malattie Sessualmente Trasmissibili, ROMA
Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it
[#4]
Utente
Gentilissimi Dottori,
Mi scuso per il ritardo nel rispondere.
Non potevate essere più chiari di così,dunque metterò in pratica i vostri preziosissimi consigli.
Vi consulterò in futuro in caso di eventuali altri dubbi( anche se con tutta sincerità mi auguro che si risolva tutto al meglio e che non ve ne sia più bisogno).
Grazie ancora di cuore per il servizio offerto!
Distinti Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 120.1k visite dal 19/01/2008.
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Approfondimento su HPV - Human Papilloma Virus
Papillomavirus (HPV): diagnosi, screening, prevenzione e tutto quello che devi sapere sul principale fattore di rischio del tumore del collo dell'utero.