Laser e nevi
salve. circa due anni fa ho tolto con la tecnica del laser due nevi. in entrambi i punti è rimasto un piccolo segnetto. è vero che anche il laser, in generale, lascia un piccolo segno? e sempre in generale, dopo quanto tempo dall'intervento può dirsi che certamente il nevo non si formi più?
grazie
cordialità
grazie
cordialità
[#1]
Gentile utente,
Le risponderó molto schematicamente :
1) si , il laser puó lasciare cicatrici;
2) un nevo se asportato correttamente non ritorna, ecco l'importanza dell'escissione dei nevi chirurgicamente, in questo modo é possibile effettuare un esame istologico che oltre a dirci la benignità o meno della formazione tolta, ci descrive anche i margini di resezione, in altre parole se il nevo é stato asportato interamente oppure no.
Spero di essere stata chiara, altrimenti rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Le risponderó molto schematicamente :
1) si , il laser puó lasciare cicatrici;
2) un nevo se asportato correttamente non ritorna, ecco l'importanza dell'escissione dei nevi chirurgicamente, in questo modo é possibile effettuare un esame istologico che oltre a dirci la benignità o meno della formazione tolta, ci descrive anche i margini di resezione, in altre parole se il nevo é stato asportato interamente oppure no.
Spero di essere stata chiara, altrimenti rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Serena Mazzieri
[#2]
Gentile Utente,
potrà seguire approfondite recenti risposte su questo argomento che non sempre trova d'accordo gli stessi operatori sanitari.
Alla prima domanda le rispondo che il risultato dei trattamenti laser è molto variabile non solo per quanto riguarda l’utilizzo di apparecchiature più o meno valide, ma anche per l’esperienza dell’operatore e la lesione sulla quale è stata utilizzata la macchina. Purtroppo non sempre i laser medicali sono utilizzati da operatori esperti e ciò determina una estrema e verosimilmente ingiustificata confusione al riguardo. Basti pensare alla rimozione dei tatuaggi: in pratica non sono più di tre o quattro marche di laser in tutto il mondo che producono apparecchi sicuri in questo senso. Eppure tanti operatori si “lanciano” in questa difficile impresa con esiti spesso drammatici (cicatrici, cheloidi) dettati non dalla metodica in sé ma da un suo errato utilizzo.
Alla seconda parte della sua domanda rispondo che è prima di tutto indispensabile una diagnosi clinica: questa può essere fatta solo da un dermatologo sia con esame sia clinico che dermatoscopico. Se un medico non fa la diagnosi e brucia una lesione senza sapere cosa fa, allora è pratica irregolare. Viceversa se lo specialista le fa una diagnosi, ad esempio di nevo di Miescher, a quel punto può essere trattato in qualsiasi modo trattandosi di lesione benigna come una cheratosi seborroica o un fibroma.
Questi elementi sono pertanto indispensabili per fornirle una risposta coerente e professionale: chi le ha fatto l’intervento era un dermatologo? Ha fatto una diagnosi clinica dei nevi asportati, ad esempio nevo di Unna o nevo di Miescher? Che laser è stato utilizzato? I laser sono molti: era un laser CO2, era un erbio, un diodo? Che parametri sono stati utilizzati per il trattamento, cioè quali potenze, il tempo di esposizione, spot?
Solo conoscendo questi dati l’analisi tecnica del suo caso potrà essere esaustiva.
Cordiali saluti
potrà seguire approfondite recenti risposte su questo argomento che non sempre trova d'accordo gli stessi operatori sanitari.
Alla prima domanda le rispondo che il risultato dei trattamenti laser è molto variabile non solo per quanto riguarda l’utilizzo di apparecchiature più o meno valide, ma anche per l’esperienza dell’operatore e la lesione sulla quale è stata utilizzata la macchina. Purtroppo non sempre i laser medicali sono utilizzati da operatori esperti e ciò determina una estrema e verosimilmente ingiustificata confusione al riguardo. Basti pensare alla rimozione dei tatuaggi: in pratica non sono più di tre o quattro marche di laser in tutto il mondo che producono apparecchi sicuri in questo senso. Eppure tanti operatori si “lanciano” in questa difficile impresa con esiti spesso drammatici (cicatrici, cheloidi) dettati non dalla metodica in sé ma da un suo errato utilizzo.
Alla seconda parte della sua domanda rispondo che è prima di tutto indispensabile una diagnosi clinica: questa può essere fatta solo da un dermatologo sia con esame sia clinico che dermatoscopico. Se un medico non fa la diagnosi e brucia una lesione senza sapere cosa fa, allora è pratica irregolare. Viceversa se lo specialista le fa una diagnosi, ad esempio di nevo di Miescher, a quel punto può essere trattato in qualsiasi modo trattandosi di lesione benigna come una cheratosi seborroica o un fibroma.
Questi elementi sono pertanto indispensabili per fornirle una risposta coerente e professionale: chi le ha fatto l’intervento era un dermatologo? Ha fatto una diagnosi clinica dei nevi asportati, ad esempio nevo di Unna o nevo di Miescher? Che laser è stato utilizzato? I laser sono molti: era un laser CO2, era un erbio, un diodo? Che parametri sono stati utilizzati per il trattamento, cioè quali potenze, il tempo di esposizione, spot?
Solo conoscendo questi dati l’analisi tecnica del suo caso potrà essere esaustiva.
Cordiali saluti
Dott. Davide Brunelli
Specialista in Dermatologia e Venereologia
[#3]
Utente
gentile dott brunelli...rispondo alle sue domande: l'intervento è stato eseguito da un primario dermatologo, previa accurata diagnosi circa la benignità dei nevi (spero di non sbagliare il nome: nevi dermici???), ed il laser era un laser CO2 e questi nevi sono stati eliminati in circa tre sedute.
come dicevo prima, è rimasto un piccolo segnetto ed a distanza di due anni non mi si sono riformati.
come dicevo prima, è rimasto un piccolo segnetto ed a distanza di due anni non mi si sono riformati.
[#4]
Bene, vista l'autorevolezza del professionista può stare tranquillo che sia trattato di nevi dermici. L'ablazione di questi elementi con laser CO2 è possibile e di solito gli esiti sono molto buoni. Naturalmente l'epidermide avrà dei segni anche minimi con qualsiasi strumento al mondo: si tratta pur sempre di una ablazione in grado di determinare una alterazione della texture superficiale.
Le cellule del nevo dermico possono essere rimaste in sede nelle aree più profonde: è pertanto possibile che nel giro di anni l'elemento tenda a ripresentarsi. Non v'è controindicazione a ripetere lo stesso intervento a distanza se ritenuto vantaggioso.
Cordiali saluti
Le cellule del nevo dermico possono essere rimaste in sede nelle aree più profonde: è pertanto possibile che nel giro di anni l'elemento tenda a ripresentarsi. Non v'è controindicazione a ripetere lo stesso intervento a distanza se ritenuto vantaggioso.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.5k visite dal 23/08/2011.
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