Tampone positivo

Buon giorno
Ho 36 anni e ho eseguito un tampone vaginale risultato positivo per staphylococcus aureus presente in notevole quantita’ e streptococcus viridans group in discreta quantita’
Premetto che gia’ da molti mesi avvertivo bruciori e prurito con perdite giallo verdognole maleodoranti,allorche’ mi sono recata dal mio medico di base il quale mi ha prescritto ovuli vaginali per l’esattezza macmiror complex 500mg+200.000ui(nifuratel+nistatina)
La sintomatologia pero’non e’del tutto regredita continuo ad avere perdite, un po’ meglio il prurito e i bruciori
Nel complesso ho assunto 12 ovuli praticamente una scatola
Mi chiedo dunque nella mia “ignoranza”se la terapia prescritta e’ stata quella giusta o se non fosse stato meglio un’antibiotico
per via orale,inoltre risultano pericolosi questi batteri anche per il resto dell’organismo? volendo ripetere il tampone quali altri microrganismi si ricercano a parte candida clamidia tricomonas?
Grazie e un cordiale saluto
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Dr.ssa Serena Mazzieri Dermatologo, Medico estetico 537 20
Gentile utente,
il primo passo diagnostico è una visita ginecologica che potrà valutare se il prurito e/o bruciore siano accompagnati da segni di vaginite e/o cervicite (osservando rispettivamente le mucose della vagina e del collo dell'utero con lo speculum).

In seguito il ginecologo dovrà eseguire un tampone vaginale per ricercare i germi maggiormente sospettati.
Ogni microrganismo, oggetto di sospetto diagnostico, richiede un tampone specifico perchè il materiale prelevato con il tampone può essere esaminato subito "a fresco" (per alcuni batteri o per la Candida) oppure posto in terreni di coltura specifici.

Se le perdite vaginale sono di colore grigiastro associate a cattivo odore (simile a quello di pesce), possono essere in causa dei batteri come la Gardnerella vaginalis e batteri anaerobi (che vivono senza ossigeno, come Bacteroides e Peptococcus), responsabili del cosiddetto quadro di vaginosi batterica( forma più frequente di infezione vaginale nella popolazione)

Nel caso in cui, poi, il ginecologo rilevi bruciore e/o prurito con segni mucosi di cervicite, ma non di vaginite occorre sospettare la presenza di infezioni sessualmente trasmesse come la gonorrea (da parte del batterio Neisseria gonorrheae) o come l'infezione da Chlamydia trachomatis o da Mycoplasmi. La ricerca diagnostica di questi germi è molto importante, poiché, anche quando diano sintomi poco rilevanti o assenti (come spesso accade ad esempio per la Chlamydia e soprattutto per i Mycoplasmi), possono essere subdolamente responsabili anche di infezioni pelviche più estese (la cosiddetta Malattia Infiammatoria Pelvica)con possibili esiti aderenziali ed occlusione delle tube (con infertilità tubarica). Stia tranquilla perchè se correttamente diagnosticate si curano anch'esse con antibiotici appropriati.

In altri casi ancora la pz. può avere prurito/bruciore con segni mucosi di vaginite e allora se le perdite sono biancastre e pastose (tipo ricotta) con prurito molto intenso, generalmente ci si trova di fronte ad un'infezione da Candida.
La candidosi è la seconda forma di vaginite in termini di frequenza, dopo la vaginosi batterica. Può essere trasmessa anche sessualmente, ma, dato che la Candida è fisiologicamente presente nella vagina normale di molte donne, in molti casi si presenta quando si ha un'alterazione della flora microbica protettrice.

Se le perdite sono giallastre, o giallo-verdastre, con prurito, e più spesso bruciore intenso, si può sospettare la presenza di un'infezione da Trichomonas vaginalis, un protozoo di solito trasmesso per via sessuale.

Tutti i quadri sopra elencati, una volta che il ginecologo avrà fatto diagnosi, sono curabili con terapie sistemichee/o locali appropriate.

Altre volte infine le perdite vaginali possono essere causate da un ectropion, che è osservabile con lo speculum. L'ectropion (o ectopia cervicale) volgarmente e impropriamente definito "piaghetta"
è l'estroflessione della prima parte della mucosa del collo dell'utero che viene così a guardare verso la vagina, anziché restare interamente coperta all'interno dello stesso canale cervicale. In tal modo, la superficie mucosa interna, anziché restare chiusa su se stessa, si apre verso l'esterno cioè verso la vagina. L'esposizione all'ambiente normalmente acido e microbico della vagina conduce l'ectropion ad una "sofferenza" cellulare che può tradursi in una perdita vaginale anomala.
E'importante che le donne portatrici di un'ectopia cervicale eseguano il PAP-test periodico, in quanto il tessuto estroflesso in vagina è sottoposto ad un maggior rischio di trasformazione tumorale.
Un ectropion piccolo non richiede di solito alcun trattamento, ma solo controlli nel tempo. Un ectropion più esteso può essere trattato cauterizzandolo con diatermocoagulazione (DTC), criochirurgia o con laser-coagulazione.

Scusi se sono stata prolissa, ma ho voluto farle un quadro generale poichè credo che un paziente corretamente informato oltre ad essere consapevole della propria malattia e quindi relativamente più tranquillo sia di aiuto anche per il medico che lo avrà in cura.

Cari saluti
Dott.ssa Serena Mazzieri







Dott.ssa Serena Mazzieri

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Utente
Utente
grazie di cuore per la sua dettagliata risposta.
alle volte e' meglio essere prolissi!!!!!!!
ancora cordiali saluti
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