Prurito da crioglobuline
Sono una donna di 75 anni e da circa due anni convivo con un fastidioso prurito che è simile a tante punture di spillo, spesso un carattere urente, diffuso, e soprattutto notturno. Solo talvolta accompagnato da un modesto eritema e talvolta da pelle a buccia d’arancia (tipo quando si hanno dei brividi).
Non trovo beneficio con gli antistaminici (Atarax, Tinset, Farganesse etc.) ne con applicazioni topiche di creme cortisoniche (Nerisona etc.) o emollienti o idratanti, ne con frequenti bagni o docce.
Da circa 13 anni sono DIABETICA, in trattamento insulinico (insulina rapida a colazione, pranzo e cena; lantus alle ore 23).
Da circa 11 anni mi è stata riscontrata positività per il virus dell’EPATITE C (sottotipo 2a/2c), e da circa otto mesi mi è stato detto di essere in uno stato iniziale di CIRROSI EPATICA.
Soffro anche di depressione; attualmente prendo solo Xanax la sera..
Gli esami di laboratorio inizialmente consigliatemi dal dermatologo (esame parassitologico delle feci, acidi 5-idrossi-indolacetico, azotemia e creatininemia, bilirubinemia, proteina di bence-jones, ormoni tiroidei) hanno dato esito negativo. La ricerca delle crioglobuline ha dato invece esito positivo, motivo per cui al fine di dominare tale prurito incoercibile, mi è stato proposto di iniziare una terapia con INTERFERONE PEGHILATO e RIBAVIRINA, con la speranza di debellare anche l’HCV.
Sette mesi fa ho pertanto iniziato tale terapia con miglioramento del prurito (episodi meno frequenti e più sopportabili). Poiché dopo sei mesi di terapia è stata riscontrata ancora la positività per l’HCV-RNA, detta terapia è stata sospesa (essendo classificata senza risposta virologica).
Tra l’altro dopo quattro mesi e mezzo di terapia, per la comparsa di anemia è stato necessario iniziare la terapia con eritropoietina (NESPO 150 una fiala alla settimana) che ho dovuto sospendere dopo tre settimane poiché nel sito di iniezione ho avuto una reazione cutanea tipo ipersensibilità, simile a quella che hanno i bambini quando fanno il vaccino (rossore, bruciore etc. che si sono protratti per circa un mese dalla sospensione del farmaco).
Cinque mesi e mezzo dopo l’inizio della terapia peg-interferone e ribavirina ho avuto però una graduale ripresa del prurito diffuso, che ad oggi, cioè dopo circa due mesi dalla sospensione della terapia mi costringe ad una pessima qualità di vita.
Mi è stato pertanto detto che tale prurito è causato dalla crioglobulinemia secondaria. Il problema è che detto sintomo non risponde agli antistaminici o agli altri farmaci che a varie riprese mi sono stati prescritti (DEURSIL etc, prodotti idratanti o emollienti, etc).
Nella vostra esperienza, pensate che esista qualche cosa che possa aiutarmi a combattere tale insopportabile sintomo ?
Non trovo beneficio con gli antistaminici (Atarax, Tinset, Farganesse etc.) ne con applicazioni topiche di creme cortisoniche (Nerisona etc.) o emollienti o idratanti, ne con frequenti bagni o docce.
Da circa 13 anni sono DIABETICA, in trattamento insulinico (insulina rapida a colazione, pranzo e cena; lantus alle ore 23).
Da circa 11 anni mi è stata riscontrata positività per il virus dell’EPATITE C (sottotipo 2a/2c), e da circa otto mesi mi è stato detto di essere in uno stato iniziale di CIRROSI EPATICA.
Soffro anche di depressione; attualmente prendo solo Xanax la sera..
Gli esami di laboratorio inizialmente consigliatemi dal dermatologo (esame parassitologico delle feci, acidi 5-idrossi-indolacetico, azotemia e creatininemia, bilirubinemia, proteina di bence-jones, ormoni tiroidei) hanno dato esito negativo. La ricerca delle crioglobuline ha dato invece esito positivo, motivo per cui al fine di dominare tale prurito incoercibile, mi è stato proposto di iniziare una terapia con INTERFERONE PEGHILATO e RIBAVIRINA, con la speranza di debellare anche l’HCV.
Sette mesi fa ho pertanto iniziato tale terapia con miglioramento del prurito (episodi meno frequenti e più sopportabili). Poiché dopo sei mesi di terapia è stata riscontrata ancora la positività per l’HCV-RNA, detta terapia è stata sospesa (essendo classificata senza risposta virologica).
Tra l’altro dopo quattro mesi e mezzo di terapia, per la comparsa di anemia è stato necessario iniziare la terapia con eritropoietina (NESPO 150 una fiala alla settimana) che ho dovuto sospendere dopo tre settimane poiché nel sito di iniezione ho avuto una reazione cutanea tipo ipersensibilità, simile a quella che hanno i bambini quando fanno il vaccino (rossore, bruciore etc. che si sono protratti per circa un mese dalla sospensione del farmaco).
Cinque mesi e mezzo dopo l’inizio della terapia peg-interferone e ribavirina ho avuto però una graduale ripresa del prurito diffuso, che ad oggi, cioè dopo circa due mesi dalla sospensione della terapia mi costringe ad una pessima qualità di vita.
Mi è stato pertanto detto che tale prurito è causato dalla crioglobulinemia secondaria. Il problema è che detto sintomo non risponde agli antistaminici o agli altri farmaci che a varie riprese mi sono stati prescritti (DEURSIL etc, prodotti idratanti o emollienti, etc).
Nella vostra esperienza, pensate che esista qualche cosa che possa aiutarmi a combattere tale insopportabile sintomo ?
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Gentilissima signora, il suo problema è veramente complicato; penso proprio che il prurito da lei lamentato possa dipendere dalla crioglobulinemia secondaria all'epatopatia e pertanto senza una correzione di tale problema anche il prurito diventa di difficile interpretazione dal punto di vista terapeutico.
Il consiglio che le posso dare è quello di rivolgersi ad un'internista che si occupi di epatopatie e secondariamente ad un dermatologo di sua fiducia per programmare insieme una terapia. In alternativa agli antistaminici classici un approccio che si potrebbe provare, in accordo con il suo internista di fiducia, potrebbe essere una terapia con immunossoppressori (ciclosporina) a basse dosi per un breve periodo di tempo.
Cordiali saluti
Dott. Siddi
Il consiglio che le posso dare è quello di rivolgersi ad un'internista che si occupi di epatopatie e secondariamente ad un dermatologo di sua fiducia per programmare insieme una terapia. In alternativa agli antistaminici classici un approccio che si potrebbe provare, in accordo con il suo internista di fiducia, potrebbe essere una terapia con immunossoppressori (ciclosporina) a basse dosi per un breve periodo di tempo.
Cordiali saluti
Dott. Siddi
Dott. G.M. Siddi
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