Glande ipersensibile:

Salve,vi scrivo per un problema per cui nel sito ho già trovato diverse risposte alle mie domande ma rispetto al quale c'è un aspetto che non è mai stato menzionato e che volevo,allora,capire se fosse una caratteristica individuale.
Il motivo per cui scrivo è perchè soffro di-ipersensibilità al glande.Rispetto ai casi letti,fortunatamente,la mia situazione mi sembra più lieve:provo fastidio se scopro il glande e lo metto a contatto con qualcosa ma il fastidio non è sempre insopportabile,infatti ho più problemi quando il contatto avviene senza che so stia per accadere,mentre se lo cerco volontariamente,ho sempre fastidio,ma insomma è controllabile e posso anche continuare a lasciare che rimanga il contatto.Dico questo perchè da quando ho saputo che la"normalità"non è questa ipersensibilità,ho fatto sempre"esercizi",poichè ho sempre percepito questa mia situazione come una questione di abitudine,per cui dovevo e devo abituare il mio glande"al contatto"con cose esterne.
Il problema che dico non aver mai riscontrato negli altri e che vorrei sapere se è almeno questo,invece,normale,è che mi è sembrato di poter sempre associare questa ipersensibilità(oltre al fatto che comunque esistesse di per se)al fatto che se io scopro il glande,in poco tempo mi si secca la pelle e diventa molto rugosa;ecco,a questo punto la mia ipersensibilità è al mio massimo.Tant'è che la maggior parte degli"esercizi"di cui ho scritto sopra e grazie ai quali voglio precisare che ho avuto già miglioramenti anche importanti(che poi di fatto,non consistono in altro che lasciarlo scoperto e con la mano toccarlo su tutta la superficie)avvengono sempre quando faccio la doccia,perchè essendo sempre,diciamo,idratato non si"secca"mai e il fastidio è minore.
La mia prima domanda è questa: è un mio problema che fa da aggravante dell'ipersensibilità che l'epidermide del glande si disidrati velocemente??o dato che è esposto all'aria questo è normale ed è normale che aumenti la sensibilità??

La seconda domanda è sull'efficacia e la sicurezza di un metodo che ho spesso sentito,che consiste nel cercare di resistere a lasciare il glande scoperto nell'intimo in modo tale che per reazione a questa ipersensibilità che tutti abbiamo ma che che crescendo passa,l'organismo che magari non ha funzionato bene,sottoposto a questo stress comincia ora a permettere quel processo(che ho sentito essere detto)di cheratizzazione per cui è come se si creasse una pellicola protettiva che appunto riduce la sensibilità.
La mia domanda riguardo questo è,innanzitutto, se questo è un metodo valido ha senso pensare di cominciare a lasciare il glande scoperto avvolto in una garza in modo tale da ridurre almeno un po' gli sfregamenti che potrebbero,forse,essere dannosi?almeno per i primi tempi?
Incaso,una garza: compressa sterile in tessuto-non tessuto ipoallergenico ad alto potere assorbente sarebbe adatta o no?
O una garza vale l'altra?
Ringrazio anticipatamente e chiedo davvero scusa per la prolissità.
Dr. Luigi Mocci Dermatologo, Medico estetico 4k 74
Salve,
secondo me, con un pò di idratazione e lasciando un pò correre le cose migliorerebbero. Mi recherei da un buon specialista dermatologo, che mi consigliasse anche prodotti ad hoc per la detersione e l'idratazione.

Un saluto

Mocci

Luigi Mocci MD

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Risposta utile
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
La ringrazio per la risposta.
Comunque volevo specificare che già mi sono fatto visitare.
Il problema è che ho sempre avuto esiti negativi, nel senso che o non mi veniva diagnosticato nulla,o i prodotti prescritti non avevano alcun effetto o provocavano reazioni allergiche.
Motivo per il quale,non è che abbia deciso di smettere di cercare una soluzione,come dire,"suggerita direttamente da un medico",soltanto che,magari anche solo tra i periodi tra una visita e l'altra, vorrei provare qualcosa di diverso,che non significhi un placebo.
Anche perchè l'ottica di poter guarire una volta per tutte è sempre più sperata e desiderata della necessità di"dipendere a vita"da qualche crema o sostanza,dato che avendo sempre avuto questa cosa,suppongo sia una caratteristica genetica.Per cui l'inutilizzo del farmaco consigliato ripresenterebbe il problema.



In poche parole le sto dicendo e spiegando perchè gradirei mi rispondesse anche alla seconda domanda oltre che alla prima,che per sicurezza riporto:

La seconda domanda,a prescindere dai tempi impiegati,è sull'efficacia e la sicurezza di un metodo che ho spesso sentito,che consiste nel cercare di resistere a lasciare il glande scoperto nell'intimo in modo tale che per reazione a questa ipersensibilità che tutti abbiamo ma che crescendo passa,l'organismo che magari non ha funzionato bene,sottoposto a questo stress comincia ora a permettere quel processo(che ho sentito essere detto)di cheratizzazione per cui è come se si creasse una pellicola protettiva che appunto riduce la sensibilità.

La mia domanda riguardo questo è,innanzitutto, se questo è un metodo valido ha senso pensare di cominciare a lasciare il glande scoperto avvolto in una garza in modo tale da ridurre almeno un po' gli sfregamenti per i primi tempi che potrebbero,forse,provocare irritazioni?

In caso,una garza: compressa sterile in tessuto-non tessuto ipoallergenico ad alto potere assorbente sarebbe adatta o no?

O a questi fini,una garza vale l'altra?


Infine per tranquillizzarla tengo a precisare che dopo ciò non le risponderò più,cosciente che più di tanto,tramite internet è ovvio che voi,già molto gentili a offrire questo servizio,non possiate fare.
La ringrazio anticipatamente e chiedo sempre scusa per la mia tendenza alla lungaggine.
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