Complicanze intervento emorroidi

Sono stato operato sei mesi fa per l'asportazione di un nodulo emorroidario interno trombizzato, la bruciatura di una ragade posteriore e l'asportazione di alcune clips metalliche relative ad un precedente intervento effettuato con tecnica Longo, nel quale tali clips erano state posizionate troppo basse.
Dopo una prima fase abbastanza positiva sono cominciati alcuni problemi che tutt'ora mi assillano. Prima di tutto alla defecazione ho ancora sanguinamenti e dolore, che perdura anche per ore.
L'evacuazione risulta difficoltosa; infatti la mattina ho un bisogno quasi impellente, però quando mi siedo sul wc non riesco ad avere un'evacuazione agevole ma sono costretto a spingere anche se le feci mi sembrano poi morbide e idratate. E' come se lo sfintere si opponesse al passaggio delle feci. Inoltre, spesso mi capita di avere nuovi stimoli dopo due, tre ore che si risolvono con una nuova evacuazione, a volte diarroica, che mi acuisce i dolori.
Il chirurgo che mi ha operato, dopo l'ultima rettoscopia (febbraio) mi ritiene guarito e associa i miei problemi ad un blocco di carattere psicologico che mi impedisce di essere rilassato nell'espletamento delle normali funzioni fisiologiche.
Ho deciso quindi di consultare un diverso proctologo, il quale dopo avermi visitato e aver riscontrato la presenza di una grossa ragade, ritiene di dovermi sottoporre ad un nuovo intervento chirurgico per l'asportazione di tutte le clips residue dell'intervento secondo Longo, l'asportazione della ragade e di alcuni granulomi e una sfinterotomia radiale per la riduzione del tono dello sfintere interno.
Lui ritiene che l'intervento secondo Longo sia una tecnica inutile e dannosa perché provoca un restringimento dell'ampolla rettale dovuto alle clips metalliche che riducono l'elasticità delle pareti della parte terminale del retto.
In realtà, visto l'elevato numero di persone che lamentano complicanze relative a questo tipo di tecnica, comincio anche io a pensare che non sia poi così rivoluzionaria.
Comunque il mio problema adesso è quello di dover prendere una decisione per un nuovo intervento chirurgico. A questo proposito volevo chiedere:
1. Se la sintomatologia dolorosa e di sanguinamento è, come penso, legata alla ragade, esiste un'alternativa da provare preventivamente per tentare di risolverla senza intervento chirurgico?
2. La sfinterotomia radiale può portare problemi di incontinenza? In che percentuale di rischio?
3. Poiché la ragade si trova nella posizione in cui nel precedente intervento mi è stato asportato il nodulo trombizzato, è possibile che la ragade sia dovuta ad un ritardo di cicatrizzazione della ferita lasciata da questo?
4. La rimozione delle clips mi esporrebbe ad una recrudescenza della sintomatologia emorroidaria, con un nuovo prolasso?
5. L'ultimo proctologo mi ha consigliato di mangiare solo carne, pesce, pasta e poche verdure lesse e di associare le fibre di psylloplus, al fine di rimuovere il sintomi colici.

Ringrazio in anticipo per le risposte
[#1]
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 671
Provo a rispondere alle sue domande dopo la necessaria premessa che qualsiasi intervento chirurgico per qualsiasi patologia puo' presentare insuccessi e complicanze.
La tecnica di Longo (correttamente eseguita e con le giuste indicazioni) è validata in ambito internazionale da organismi quali il nice (www.nice.org.uk), le opinioni personali quindi vanno confrontate con l' evidenza scientifica.
Venendo ai suoi quesiti:
1 ) si ma solo visitandola si puo' valutare
2)si, 20% di incontinenza ai gas a 20 anni di distanza
3) si, in questo caso non si tratta di una ragad ema di una ferita in via di cicatrizzazione
4)non credo si possa rispondere a questa domanda
5) la dieta riveste un ruolo importante relativamente ai 'sintomi colici'

Auguri!

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#2]
Utente
Utente
Egr. dott. Favara, la ringrazio per la sollecita risposta e le chiedo solo un chiarimento a proposito del terzo quesito.

A distanza di sei mesi dall'intervento si può ancora parlare di ferita in via di guarigione?

Se sì, in che modo si può favorire una accelerazione del processo di cicatrizzazione?

Grazie ancora.
[#3]
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 671
Prego, teoricamente si anche se in effetti è passato tanto tempo, ma in quella sede è possibile.
La cicatrizzazione ha dei tempi difficilmente modificabili
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