Ascesso perianale: come comportarmi?
Buongiorno,
sinteticamente:
- un anno fa mi è stato diagnosticato un piccolo ascesso perianale con canale fistoloso. Dopo poco tempo la fistola si è richiusa e l'ascesso, sempre di dimensioni ridotte, è rimasto "dormiente" (niente fastidi oltre a quello psicologico dell'avere un problema in più);
- in seguito a numerose visite proctologiche mi è stato detto di non preoccuparmi perché era piccolo e si sarebbe riassorbito da solo;
- la settimana scorsa ho fatto un'ulteriore visita di controllo con un altro chirurgo il cui referto è il seguente:
"esiti di ascesso perianale (regione glutea lato sinistro) in risoluzione. Assenza di tramite fistoloso. All'ER mucosa liscia e scorrevole, normotono sfinteriale, ndr. "
Mi è stato dunque detto che non dovevo fare assolutamente niente, che l'ascesso era risolto e che dovevo solo aspettare.
Tutto contento per la scampata operazione chirurgica alla quale mi ero ormai rassegnato torno a casa.
Passa qualche giorno e questo ascesso si ingrossa, la pelle si scurisce e comincio ad avere fastidi notevoli quando mi siedo, faccio sport ecc.
Il chirurgo mi aveva detto che l'ingrossarsi dell'ascesso nel mio caso era dovuto all'irritazione della pelle circostante e non dall'effettivo aumentare del pus. Conferma questa ipotesi?
Ho notato che ho periodici ingrossamenti dell'ascesso in seguito a sollecitazioni (per controllarlo ogni tanto lo tocco ecc), mentre se lo ignoro progressivamente si sgonfia, cosa che fa pensare ad una conferma dell'ipotesi del chirurgo.
Vorrei sapere:
a) Se la causa diretta dell'ascesso è scomparsa come fa pensare il referto, c'è modo che il pus si "autoalimenti" aumentando oppure l'ascesso che ho adesso è formato dal pus inizialmente rilasciato e non c'è modo che se ne possa aggiungere altro? In tal caso quanto ci vuole per un riassorbimento completo dell'ascesso? Già vado avanti così da un anno, vorrei evitare di avere questo disagio per i prossimi 10 anni.
b) Cosa devo fare secondo lei? Aspetto sperando che questo ascesso si sgonfi e il disagio torni alla "normalità"? (le dimensioni ora sono circa di un uovo di piccione) o mi rivolgo di nuovo al medico curante e comincio tutta la trafila da capo?
Ripeto: mi fido degli specialisti e non mi azzarderei mai a contrariare un referto, ma qui si ingrossa e mi fa male.. .
grazie in anticipo
sinteticamente:
- un anno fa mi è stato diagnosticato un piccolo ascesso perianale con canale fistoloso. Dopo poco tempo la fistola si è richiusa e l'ascesso, sempre di dimensioni ridotte, è rimasto "dormiente" (niente fastidi oltre a quello psicologico dell'avere un problema in più);
- in seguito a numerose visite proctologiche mi è stato detto di non preoccuparmi perché era piccolo e si sarebbe riassorbito da solo;
- la settimana scorsa ho fatto un'ulteriore visita di controllo con un altro chirurgo il cui referto è il seguente:
"esiti di ascesso perianale (regione glutea lato sinistro) in risoluzione. Assenza di tramite fistoloso. All'ER mucosa liscia e scorrevole, normotono sfinteriale, ndr. "
Mi è stato dunque detto che non dovevo fare assolutamente niente, che l'ascesso era risolto e che dovevo solo aspettare.
Tutto contento per la scampata operazione chirurgica alla quale mi ero ormai rassegnato torno a casa.
Passa qualche giorno e questo ascesso si ingrossa, la pelle si scurisce e comincio ad avere fastidi notevoli quando mi siedo, faccio sport ecc.
Il chirurgo mi aveva detto che l'ingrossarsi dell'ascesso nel mio caso era dovuto all'irritazione della pelle circostante e non dall'effettivo aumentare del pus. Conferma questa ipotesi?
Ho notato che ho periodici ingrossamenti dell'ascesso in seguito a sollecitazioni (per controllarlo ogni tanto lo tocco ecc), mentre se lo ignoro progressivamente si sgonfia, cosa che fa pensare ad una conferma dell'ipotesi del chirurgo.
Vorrei sapere:
a) Se la causa diretta dell'ascesso è scomparsa come fa pensare il referto, c'è modo che il pus si "autoalimenti" aumentando oppure l'ascesso che ho adesso è formato dal pus inizialmente rilasciato e non c'è modo che se ne possa aggiungere altro? In tal caso quanto ci vuole per un riassorbimento completo dell'ascesso? Già vado avanti così da un anno, vorrei evitare di avere questo disagio per i prossimi 10 anni.
b) Cosa devo fare secondo lei? Aspetto sperando che questo ascesso si sgonfi e il disagio torni alla "normalità"? (le dimensioni ora sono circa di un uovo di piccione) o mi rivolgo di nuovo al medico curante e comincio tutta la trafila da capo?
Ripeto: mi fido degli specialisti e non mi azzarderei mai a contrariare un referto, ma qui si ingrossa e mi fa male.. .
grazie in anticipo
[#1]
L' ascesso perianale rappresenta la fase acuta di un processo infiammatorio che una volta risolto si trasforma in fistola.
La soluzione del suo problema non può essere che chirurgica.
Le consiglio una ecografia endoanale 3D per lo studio della fistola e di eventuali raccolte ascessuali residue.
Prego.
La soluzione del suo problema non può essere che chirurgica.
Le consiglio una ecografia endoanale 3D per lo studio della fistola e di eventuali raccolte ascessuali residue.
Prego.
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com
[#2]
Utente
Buonasera dottore,
la ringrazio nuovamente per la celerissima risposta e mi domando come sia possibile che mi venga consigliato da specialisti di non fare nulla quando la soluzione è l'unica ed inevitabile operazione chirurgica. Devo essere io paziente a proporre gli esami da fare al medico o si aspetta che non riesca a muovermi dal letto per agire?
Un proverbio diceva "prevenire è meglio che curare".
Vorrà dire che tornerò dal medico curante e pagherò il ticket per quella che sarà la quarta volta.
Spero solamente che la situazione non precipiti nelle prossime due settimane di attesa per una nuova visita, visto che già ora devo adottare tecniche particolari per sedermi sulla sedia.
Scusi per lo sfogo ma "quanno ce vò ce vò".
Buona serata
la ringrazio nuovamente per la celerissima risposta e mi domando come sia possibile che mi venga consigliato da specialisti di non fare nulla quando la soluzione è l'unica ed inevitabile operazione chirurgica. Devo essere io paziente a proporre gli esami da fare al medico o si aspetta che non riesca a muovermi dal letto per agire?
Un proverbio diceva "prevenire è meglio che curare".
Vorrà dire che tornerò dal medico curante e pagherò il ticket per quella che sarà la quarta volta.
Spero solamente che la situazione non precipiti nelle prossime due settimane di attesa per una nuova visita, visto che già ora devo adottare tecniche particolari per sedermi sulla sedia.
Scusi per lo sfogo ma "quanno ce vò ce vò".
Buona serata
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.2k visite dal 05/11/2019.
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