Emorroidi 3° - 4° grado recidive

Buonasera,
scrivo per chiedere lumi in merito al dubbio che mi arrovella in questi giorni.
Fino all'anno 2016 ero affetto da emorroidi sanguinanti di 4° grado che mi costringevano a letto per circa sei ore al giorno, risolte temporaneamente attraverso un primo intervento con metodo THD. Circa sei mesi dopo, ripresentandosi lo stesso identico problema, venivo sottoposto ad intervento con metodo Longo, al termine del quale il primario mi riferiva che il primo intervento non era stato risolutivo perchè nel mio caso si sarebbe dovuto procedere direttamente ad un intervento più invasivo ed aggiungeva che avrebbe dovuto rioperare al fine di rifinire quello appena concluso.
Dopo qualche mese sono ricomparsi leggeri sanguinamenti e, negli anni, la situazione è tornata a peggiorare gradatamente, arrivando a quella attuale - molto più sopportabile delle precedenti - che comporta:
- in caso di prolungata posizione eretta, la fuoriuscita, irritazione e sanguinamento spontaneo, seguita da copioso sanguinamento nelle evacuazioni dei giorni successivi;
- in assenza di prolungata stazione eretta, il sanguinamento si riduce ad eventualità mentre la fuoriuscita dura qualche ora ed a volte risulta dolorosa fino alla sera.
La colonscopia non evidenziava alcuna altra patologia e i tre altri chirurghi interpellati riferivano trattarsi di emorroidi tra il 3° e 4° grado:
- in due riferivano la necessità di un ulteriore intervento, verosimilmente con tecnica Longo;
- uno di loro, quello che opera presso la clinica prescelta per questioni di lista d'attesa, opta per la tecnica Milligan Morgan riferendo che le precedenti non hanno dato i risultati sperati, sebbene lasci spazi alle richieste in materia.
La domanda, scontata, riguarda con quale delle due tecniche convenga procedere, soprattutto in relazione alle possibilità di successo, complicanze, recidive ed eventuale re - intervento.
Grazie per la disponibilità.
[#1]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Gentile utente.
Premettendo che il prolasso emorroidario e la malattia emorroidaria ad esso legata possono recidivare con qualunque tecnica, le dico che una THD non è indicata in presenza di un prolasso di 4° grado ed una Longo, da sola,
senza una asportazione della componente esterna(marische , fibromi), che trattiene e fissa alla cute anale il tessuto emorroidario impedendone la risalita, sicuramente non è risolutiva.per trattare una recidiva di prolasso di 4° grado.
Questo probabilmente è successo nel suo caso.
Non conosco il suo caso ed a distanza non posso dirle che cosa andrebbe fatto, ma in molte situazioni simili personalmente mi comporto in questo modo: correggo il prolasso rettale interno recidivo, con una Longo, ed asporto la componente esterna, evitando di eseguire vaste cicatrici sul margine anale(Milligan-Morgan).
Cordiali saluti.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

[#2]
Utente
Utente
Gentilissimo dottore, vi ringrazio per la tempestiva risposta.
Per mia ignoranza, non avevo idea della possibilità esistessero marische e componenti esterne capaci di recidivare il prolasso, immagino "tirando" verso l'esterno.

Appena operato con la Longo, il chirurgo mi disse che non era riuscito a portare via tutto in un unico intervento, ma ancora oggi non capisco cosa volesse dire, le successive visite mediche condotte con un altro specialista non rilevarono alcuna criticità, ad eccezione - effettivamente - della presenza di alcune marische (lo scorso settembre).

La soluzione da Voi proposta sembra la più risolutiva, per il prolasso interno una tecnica longo, mentre non capisco se per la parte esterna si tratti di una MM vera e propria o di una correzione leggera dell'anatomia.

Oltre a quanto sopra, il dubbio è... Avendo naturalmente paura di fare da "cavia" e delle complicanze (nonostante i primi due interventi per nulla dolorosi e senza complicanze) si tratta di una metodologia, la vostra, che richiede una particolare perizia e quindi particolare cura nella ricerca dello specialista o dovrebbe essere lo standard per chi svolge il vostro lavoro?
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Si tratta di una correzione che permette la risalita del tessuto emorroidario senza una vera amputazione delle emorroidi, con ferite piccole e con tempi di guarigione minori e con minor dolore rispetto ad una M-M.
Questa non è una mia metodica, ma un metodo applicato dai proctologi esperti nelle varie tecniche per il trattamento della malattia emorroidaria.
Già da tempo si parla di Tailored Surgery “chirurgia su misura” nel trattamento della patologia emorroidaria, quello che le ho descritto ne rappresenta un esempio.
Spesso ci troviamo in condizioni di dover abbinare tecniche diverse, perché diverso è il prolasso o la recidiva; possiamo, nello stesso paziente, osservare un prolasso emorroidario di 3° grado a carico di un plesso e di 4° o di 2° a carico degli altri due; in questo paziente sarà necessario eseguire una "Tailored Surgery".
Cordiali saluti.
[#4]
Utente
Utente
Gentilissimo Dottore, vi ringrazio per le risposte ed i chiarimenti ai miei dubbi, siete stato illuminante.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Di nulla.
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