Ricadute rcu e aumento mesalazina
Soffro da un anno e mezzo di RCU distale, con la maggior infiammazione situata nel retto (diagnosi a seguito di colonscopia con biopsia). Dopo la diagnosi, ho assunto supposte di topster per 40 giorni, assieme alla mesalazina, 2.4g/giorno orale ed una supposta da 1g.
La terapia di mantenimento e' sempre mesalazina nelle stesse quantita'. Dopo i primi mesi in cui mi sembrava di essere in remissione, la malattia ha avuto un decorso alatalenante: periodi in cui non c'erano particolari disagi, alternati ad altri dove soffrivo di dolori addominali e alvo alterno, con ad esempio uno o due giorni di feci poco formate seguite da 5 o 6 giorni di costipazione.
Non ho mai notato sangue nelle feci, ma ogni tanto del muco. I dolori principali sono crampi e gonfiore addominali specialmente dopo aver mangiato.
Attualmente e' da circa 10 giorni che sto avendo una ricaduta. Il medico, alle visite di controllo, mi ha consigliato in questi casi di aumentare le compresse di mesalazina e fare un ciclo di topster supposte. Quanto tempo bisogna dare al topster ed all'aumento di mesalazina per vedere dei miglioramenti prima di vedere se cambiare terapia?
Vorrei inoltre chiedere se i miei sintomi, il dolore addominale e l'alvo irregolare e non invece attacchi di diarrea, possono indicare se e' ancora il retto l'area piu' infiammata o se invece si e' spostata piu' in alto e se puo' aver senso sostituire le supposte di mesalazina con schiuma o clismi, di modo che coprano una porzione maggiore di colon. Non li ho mai provati prima, quindi i miei timori sono sul fatto di non riuscire a trattenerli e di causare ancor piu' dolori per l'introduzione di aria quando li applico e dello sfregamento della cannula nel retto.
Un'ulteriore domanda. Ho anche iniziato ad assumere i probiotici VSL3. E' meglio evitarli in una fase in cui ho dolori addominali o possono aiutare? A quanto pare sono i piu' potenti sul mercato, ma hanno un prezzo veramente proibitivo per un uso continuo, ci sono alternative piu' abbordabili?
Grazie
La terapia di mantenimento e' sempre mesalazina nelle stesse quantita'. Dopo i primi mesi in cui mi sembrava di essere in remissione, la malattia ha avuto un decorso alatalenante: periodi in cui non c'erano particolari disagi, alternati ad altri dove soffrivo di dolori addominali e alvo alterno, con ad esempio uno o due giorni di feci poco formate seguite da 5 o 6 giorni di costipazione.
Non ho mai notato sangue nelle feci, ma ogni tanto del muco. I dolori principali sono crampi e gonfiore addominali specialmente dopo aver mangiato.
Attualmente e' da circa 10 giorni che sto avendo una ricaduta. Il medico, alle visite di controllo, mi ha consigliato in questi casi di aumentare le compresse di mesalazina e fare un ciclo di topster supposte. Quanto tempo bisogna dare al topster ed all'aumento di mesalazina per vedere dei miglioramenti prima di vedere se cambiare terapia?
Vorrei inoltre chiedere se i miei sintomi, il dolore addominale e l'alvo irregolare e non invece attacchi di diarrea, possono indicare se e' ancora il retto l'area piu' infiammata o se invece si e' spostata piu' in alto e se puo' aver senso sostituire le supposte di mesalazina con schiuma o clismi, di modo che coprano una porzione maggiore di colon. Non li ho mai provati prima, quindi i miei timori sono sul fatto di non riuscire a trattenerli e di causare ancor piu' dolori per l'introduzione di aria quando li applico e dello sfregamento della cannula nel retto.
Un'ulteriore domanda. Ho anche iniziato ad assumere i probiotici VSL3. E' meglio evitarli in una fase in cui ho dolori addominali o possono aiutare? A quanto pare sono i piu' potenti sul mercato, ma hanno un prezzo veramente proibitivo per un uso continuo, ci sono alternative piu' abbordabili?
Grazie
[#1]
Gentile utente.
A distanza non è possibile rispondere con precisione alle sue domande.
La terapia della RCU in fase di recrudescenza è strettamente legata all'entità dell'infiammazione, entità che può essere valutata solo esplorando, almeno, il retto con una proctoscopia.
A chi l'ha in cura ed a chi avrà l'opportunità di valutare quanto detto, spetta la scelta dei farmaci, il dosaggio e la via di somministrazione; inoltre solo lui potrà valutare l'efficacia della terapia tramite esami ematochimici, fecali e proctoscopici.
Questo è il corretto programma al quale deve sottoporsi un paziente affetto da RCU.
Cordiali saluti.
A distanza non è possibile rispondere con precisione alle sue domande.
La terapia della RCU in fase di recrudescenza è strettamente legata all'entità dell'infiammazione, entità che può essere valutata solo esplorando, almeno, il retto con una proctoscopia.
A chi l'ha in cura ed a chi avrà l'opportunità di valutare quanto detto, spetta la scelta dei farmaci, il dosaggio e la via di somministrazione; inoltre solo lui potrà valutare l'efficacia della terapia tramite esami ematochimici, fecali e proctoscopici.
Questo è il corretto programma al quale deve sottoporsi un paziente affetto da RCU.
Cordiali saluti.
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.5k visite dal 03/10/2017.
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