Ascesso anale e Rocefin
Gentili medici,
a mio padre (81 anni), da alcuni giorni è comparso un ascesso anale con relativa febbre alta ed emissione di pus (la stessa cosa gli capitò circa 9 anni fa). Il medico generico gli ha prescritto per questa ragione 12 punture di Rocefin e ha raccomandato di “spremere” l’ascesso per far uscire completamente il pus. Da quando ha iniziato il trattamento con Rocefin, la sua situazione è migliorata. Infatti, la febbre è scomparsa e l’ascesso sembra fargli molto meno male e l’emissione di pus è minima. Però io Vi domando: considerando l’età del paziente, l’evidente miglioramento già alla seconda puntura, non è troppo alto il numero di iniezioni prescritto dal medico di base? Tutte queste iniezioni non potrebbero essere dannose?
Vi ringrazio in anticipo per la cordiale e graditissima risposta.
a mio padre (81 anni), da alcuni giorni è comparso un ascesso anale con relativa febbre alta ed emissione di pus (la stessa cosa gli capitò circa 9 anni fa). Il medico generico gli ha prescritto per questa ragione 12 punture di Rocefin e ha raccomandato di “spremere” l’ascesso per far uscire completamente il pus. Da quando ha iniziato il trattamento con Rocefin, la sua situazione è migliorata. Infatti, la febbre è scomparsa e l’ascesso sembra fargli molto meno male e l’emissione di pus è minima. Però io Vi domando: considerando l’età del paziente, l’evidente miglioramento già alla seconda puntura, non è troppo alto il numero di iniezioni prescritto dal medico di base? Tutte queste iniezioni non potrebbero essere dannose?
Vi ringrazio in anticipo per la cordiale e graditissima risposta.
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Gentile utente, il trattamento antibiotico deve essere protratto in proporzione all'entità del problema, ma trattandosi di un ascesso comunque, una volta conclusa la terapia antibiotica prescritta, faccia valutare suo padre ad un chirurgo.
Saluti
Saluti
Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/
[#3]
Gentile utente, il trattamento antibiotico non può essere interrotto subito ai primi segni di miglioramento, ma deve essere adeguato a quello che era il problema originario; altrimenti si creano delle resistenze per eventuali trattamenti futuri.
E bisogna essere certi che il campo sia stato "sterilizzato" dai germi responsabili.
Utile una valutazione chirurgica.
un saluto.
E bisogna essere certi che il campo sia stato "sterilizzato" dai germi responsabili.
Utile una valutazione chirurgica.
un saluto.
A.M.Fruttuoso
[#6]
Utente
Se non è troppo disturbo, gentilissimi dottori, vorrei domandarVi: se il paziente – come suo costume – credendo di aver risolto il problema rimandasse alle calende greche la visita presso un chirurgo, in quale altro modo potrebbe essere esaminato anche da un profano – quale io sono – di buona volontà? Dunque, in sintesi, una sufficiente certezza circa la raggiunta sterilizzazione dai germi che hanno causato la febbre, il pus e il resto, sarebbe intelligibile anche per chi non è chirurgo?
Un cordiale saluto.
Un cordiale saluto.
[#7]
No, deve essere lo specialista a decidere e non solo sull'opportunità di continuare la terapia medica conservativa, ma anche sulla necessità di un drenaggio e toilette chirurgica.
Saluti.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 11.5k visite dal 18/07/2013.
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