Emorroidi esterne

Buongiorno,
è la prima volta che scrivo per chiedere un consulto su un problema che da un paio di giorni non mi permette di avere una vita normale!
E' da circa una settimana che sentivo una sorta di formicolio e fastidio nella zona anale, ma niente di grave, fino a quando mercoledi sera ho ipotizzato si trattasse di emorroidi. Essendo fuori sede, a causa del forte dolore, ieri mattina, giovedi, mi sono rivolta al pronto soccorso, dove appunto mi hanno diagnosticato le emorroidi esterne congeste (prive di sanguinamento). Il chirurgo del pronto soccorso mi ha prescritto dei vacui con acqua tiepida e bicarbonato, oltre a Avernum 500, 1 pastiglia tre volte al giorno per 10 giorni. Infine mi ha anche consigliato una visita da un proctologo, cosa che io ho prenotato e purtroppo non cè posto fino a febbraio...Comunque la mia domanda è: come posso essermi ridotta così se prima ad ora non avevo mai avuto fastidi di questo genere? Non dovrebbe trattarsi di una cosa che va degenerando nel tempo? Come è possibile che siano fuoriscite cosi all'improvviso con tutto questo dolore? Inoltre, essendo emorroidi esterne, dopo la cura si ridurranno, rientreranno o rimarranno così esterne? E soprattutto quando passerà il dolore? Non riesco nemmeno a camminare, figurarsi ad andare a lavoro...
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Dr. Nando Gallese Chirurgo d'urgenza, Chirurgo toracico, Colonproctologo 91
Le "emorroidi esterne" sono più una chimera che una realtà patologica.
E' molto più verosimile che si tratti di un evento acuto, di tipo circolatorio, meglio definibile come "crisi anale acuta" in cui una o più tumefazioni dolenti perdurano per alcuni giorni (in media 5-15) per poi regredire spontaneamente o con aiuto terapeutico sotto controllo medico (l'impostazione data dal collega del PS è plausibile).
Dopo risoluzione della fase acuta potrebbero residuare per tempo variabile e, a volte, per sempre, i "sacchettini" flaccidi dei precedenti gonfiori, denominati "marische" ("skin tags" degli anglosassoni).
Le crisi anali circolatorie acute più gravi sfociano in "trombosi" dei noduli interessati: in questo caso, oltre alla terapia medica conservativa, a volte è necessario un intervento chirurgico che può essere ambulatoriale (incisione dei trombi in anestesia locale) o in regime di ricovero breve (trombectomia chirurgica con eventuale anal-stretching e/o sfinterotomia interna quando occorre).
Il tutto deve essere mantenuto sotto controllo del vero specialista della situazione che è il Proctologo: a Torino ve ne sono alcuni molto conosciuti e di sicura esperienza, di cui non voglio fare il nome, ma che sono facilmente rintracciabili.
Per quanto riguarda la sua sorpresa per "l'incidente di percorso" in cui si è imbattuta, sono solito dire che chiunque "sta bene finchè non si ammala": non si preoccupi troppo, ma per il tanto giusto. Alla sua età i problemi anali veramente gravi sono, di solito, rari.
Non trascuri però il consulto specialistico sulla cui opportunità insisto.
Cordiali saluti

Dr. Nando Gallese
www.nandogallese.com

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