Recidiva di fistola anale
Mi presento: soggetto maschio, 50 anni, stato di salute generale buono.
Nel 2008 soffro di ascesso anale drenatosi spontaneamente. La ferita si chiude in 15 giorni, non avverto più alcun problema.
A 3 anni di distanza (2011) si manifesta un nuovo ascesso anale; viene trattato con incisione, medicazioni e antibiotici.
1^ domanda: dopo 3 anni di tempo durante il quale c’è stata assenza di sintomi, dobbiamo considerare il fenomeno come recidiva o come patologia nuova? E’ possibile che la 1^ fistola fosse scomparsa e abbia avuto una nuova sofferenza delle ghiandole di Hermann e Desfosses?
Mi viene consigliata un’ecografia rettale a 360° da eseguire nel momento in cui fosse superata la fase acuta dell’infezione.
Nonostante il trattamento post-ascessuale, avverto nelle settimane successive dolore e sanguinamenti che sfociano in un nuovo ascesso dopo soli 3 mesi. Questa volta l’ascesso si apre spontaneamente e non vengo sottoposto ad alcun ciclo di medicazioni; solo terapia antibiotica.
Mi trovo a farmi sottoporre ad ecografia immediatamente dopo la formazione dell’ascesso.
2^ domanda: all’esito dell’ecografia, lo specialista parla di fistola cronica, ma ad un profano quale sono io, appare strano sentire parlare di situazione cronica a partire dall’osservazione di un’area appena colpita da fase infettiva-ascessuale. Non sarebbe il caso di effettuare un nuovo controllo a distanza di tempo dall’ascesso per una migliore valutazione del percorso fistoloso?
Esito dell’ecografia: ascesso intersfinterico posteriore, medio, cronico, attivo con fistola transfinterica posteriore-sinistra, media, attiva, aperta in fossa ischio rettale.
Presento questa ecografia ad un chirurgo che mi consiglia di sottopormi quanto prima ad intervento con la tecnica del setone.
Domande:
- dopo 2 mesi non ho dolori, perdite di sangue o pus, devo per forza operarmi?
- avverto la sensazione di un corpo estraneo a livello perineale: si tratterà di un’area di pus o di tessuto fibrotico? Sarebbe possibile od opportuno valutare se nell’area colpita esista attività patologica o quello che avverto è solo un residuo inattivo delle precedenti infezioni?
- quale tecnica è preferibile adottare a seguito del citato esito ecografico?
Sono preoccupato del dolore post-operatorio, della possibilità di recidive e di incontinenza; vi chiedo inoltre, per quanto tempo sarei costretto a non lavorare, o peggio a non poter accudire a me stesso, considerando che vivo da solo? In caso di intervento con tecnica del setone, quanto tempo occorre prima di poter riprendere una vita normale e attiva?
Per completare il quadro clinico, da 2 anni mi è venuta fuori una cisti pilonidale (distante dalla zona anale) che tutti i medici interpellati mi sconsigliano di operare, ma è la cosa che mi crea maggiori disagi. Mi sarebbe piaciuto risolvere i 2 problemi insieme: sarebbe possibile un’operazione contestuale per entrambe le patologie oppure è opportuno curarne una per volta?
Grazie per l'attenzione
Nel 2008 soffro di ascesso anale drenatosi spontaneamente. La ferita si chiude in 15 giorni, non avverto più alcun problema.
A 3 anni di distanza (2011) si manifesta un nuovo ascesso anale; viene trattato con incisione, medicazioni e antibiotici.
1^ domanda: dopo 3 anni di tempo durante il quale c’è stata assenza di sintomi, dobbiamo considerare il fenomeno come recidiva o come patologia nuova? E’ possibile che la 1^ fistola fosse scomparsa e abbia avuto una nuova sofferenza delle ghiandole di Hermann e Desfosses?
Mi viene consigliata un’ecografia rettale a 360° da eseguire nel momento in cui fosse superata la fase acuta dell’infezione.
Nonostante il trattamento post-ascessuale, avverto nelle settimane successive dolore e sanguinamenti che sfociano in un nuovo ascesso dopo soli 3 mesi. Questa volta l’ascesso si apre spontaneamente e non vengo sottoposto ad alcun ciclo di medicazioni; solo terapia antibiotica.
Mi trovo a farmi sottoporre ad ecografia immediatamente dopo la formazione dell’ascesso.
2^ domanda: all’esito dell’ecografia, lo specialista parla di fistola cronica, ma ad un profano quale sono io, appare strano sentire parlare di situazione cronica a partire dall’osservazione di un’area appena colpita da fase infettiva-ascessuale. Non sarebbe il caso di effettuare un nuovo controllo a distanza di tempo dall’ascesso per una migliore valutazione del percorso fistoloso?
Esito dell’ecografia: ascesso intersfinterico posteriore, medio, cronico, attivo con fistola transfinterica posteriore-sinistra, media, attiva, aperta in fossa ischio rettale.
Presento questa ecografia ad un chirurgo che mi consiglia di sottopormi quanto prima ad intervento con la tecnica del setone.
Domande:
- dopo 2 mesi non ho dolori, perdite di sangue o pus, devo per forza operarmi?
- avverto la sensazione di un corpo estraneo a livello perineale: si tratterà di un’area di pus o di tessuto fibrotico? Sarebbe possibile od opportuno valutare se nell’area colpita esista attività patologica o quello che avverto è solo un residuo inattivo delle precedenti infezioni?
- quale tecnica è preferibile adottare a seguito del citato esito ecografico?
Sono preoccupato del dolore post-operatorio, della possibilità di recidive e di incontinenza; vi chiedo inoltre, per quanto tempo sarei costretto a non lavorare, o peggio a non poter accudire a me stesso, considerando che vivo da solo? In caso di intervento con tecnica del setone, quanto tempo occorre prima di poter riprendere una vita normale e attiva?
Per completare il quadro clinico, da 2 anni mi è venuta fuori una cisti pilonidale (distante dalla zona anale) che tutti i medici interpellati mi sconsigliano di operare, ma è la cosa che mi crea maggiori disagi. Mi sarebbe piaciuto risolvere i 2 problemi insieme: sarebbe possibile un’operazione contestuale per entrambe le patologie oppure è opportuno curarne una per volta?
Grazie per l'attenzione
[#1]
Partirei dalla fine: se la cisti pilonidale e' sintomatica e la perianale poco, inizierei ad operare la pilonidale. In seguito, in base a quanto riporta, l' intervento proposto appare condivisibile. Se poco sintomatica l' intervento non è urgente ma la possibilità di ascessi recidivi considerevole. Auguri!
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
[#2]
Utente
Ringrazio il dott. Favara per la gentile e sollecita risposta.
Aggiungo solo due note:
1) che la cisti pilonidale, per quanto "attiva" ha il suo sfogo continuo e, quindi, mi sembrerebbe non dannosa al momento (se non per il relativo dolore)
2) mentre l'attività relativa all'area interessata dalla fistola anale, non manifestando sfogo, potrebbe avere comunque un'attività dannosa nei riguardi del circostante tessuto muscolare?
Aggiungo solo due note:
1) che la cisti pilonidale, per quanto "attiva" ha il suo sfogo continuo e, quindi, mi sembrerebbe non dannosa al momento (se non per il relativo dolore)
2) mentre l'attività relativa all'area interessata dalla fistola anale, non manifestando sfogo, potrebbe avere comunque un'attività dannosa nei riguardi del circostante tessuto muscolare?
[#4]
Utente
mi permetto di aggiungere due righe
evidentemente sto ancora temporeggiando: purtroppo quello che leggo in giro mi preoccupa, non solo per il dolore ma per il rischio di passare da una - attuale - seminfermità ad uno stato più marcato di disagio potenzialmente legato al post-operatorio ed alle eventuali ricadute
in ogni modo volevo porre alla vostra gentilissima attenzione due questioni:
1) pur comprendendo che è difficile pronosticare evoluzioni future della mia patologia, quanto è urgente effettuare l'intervento?
2) ho visto delle immagini molto crude in rete, di impressionanti ramificazioni della fistola in area molto lontane dalla zona di orgine, quali muscoli delle natiche ed addirittura muscoli degli arti inferiori: queste situazioni a cosa sono dovute? possibile che si siano manifestate quelle situazioni in assenza di dolore?
evidentemente sto ancora temporeggiando: purtroppo quello che leggo in giro mi preoccupa, non solo per il dolore ma per il rischio di passare da una - attuale - seminfermità ad uno stato più marcato di disagio potenzialmente legato al post-operatorio ed alle eventuali ricadute
in ogni modo volevo porre alla vostra gentilissima attenzione due questioni:
1) pur comprendendo che è difficile pronosticare evoluzioni future della mia patologia, quanto è urgente effettuare l'intervento?
2) ho visto delle immagini molto crude in rete, di impressionanti ramificazioni della fistola in area molto lontane dalla zona di orgine, quali muscoli delle natiche ed addirittura muscoli degli arti inferiori: queste situazioni a cosa sono dovute? possibile che si siano manifestate quelle situazioni in assenza di dolore?
[#6]
Utente
Ringrazio nuovamente il gentilissimo dott. Favara per la cortese e sollecita risposta
segnalo però che puntualissimo, a tre mesi di distanza dall'ultima apparizione, assisto ora a una nuova formazione dell'ascesso
devo fare una premessa che è uno dei motivi che mi porta a rivolgermi alla vostra preziosa consulenza
vivendo a sud, mi sembra che le strutture sanitarie da queste parti soffrano di molte carenze:
la prima volta che si è manifestato l'ascesso con drenaggio spontaneo, recatomi al pronto soccorso, il medico che mi ha seguito, non mi ha sottoposto a nessuna medicazione, solo due osservazioni della ferita, mi ha prescritto una terapia antibiotica, e, alla mia domanda, "che devo fare" mi rispose "niente, può riformarsi o meno"; e quando gli chiedevo se era possibile fare delle diagnosi più approfondite, mi rispondeva "magari avessimo queste attrezzature qui...".
la terza manifestazione dell'ascesso, tre mesi fa, mi portava al pronto soccorso dove non facevano altro che consigliarmi una terapia antibiotica, e nessuna medicazione
solo nell'episodio dello scorso agosto, trovandomi in altra regione, fui seguito in maniera più approfondita
bene, adesso sta crescendo l'ascesso, che evidentemente non ha sfogo all'esterno: sto prendendo il classico antibiotico: che faccio ora? devo attendere che si autodreni? devo andare a questi pronto-soccorso locali molto carenti, o si può assorbire in altra maniera?
segnalo però che puntualissimo, a tre mesi di distanza dall'ultima apparizione, assisto ora a una nuova formazione dell'ascesso
devo fare una premessa che è uno dei motivi che mi porta a rivolgermi alla vostra preziosa consulenza
vivendo a sud, mi sembra che le strutture sanitarie da queste parti soffrano di molte carenze:
la prima volta che si è manifestato l'ascesso con drenaggio spontaneo, recatomi al pronto soccorso, il medico che mi ha seguito, non mi ha sottoposto a nessuna medicazione, solo due osservazioni della ferita, mi ha prescritto una terapia antibiotica, e, alla mia domanda, "che devo fare" mi rispose "niente, può riformarsi o meno"; e quando gli chiedevo se era possibile fare delle diagnosi più approfondite, mi rispondeva "magari avessimo queste attrezzature qui...".
la terza manifestazione dell'ascesso, tre mesi fa, mi portava al pronto soccorso dove non facevano altro che consigliarmi una terapia antibiotica, e nessuna medicazione
solo nell'episodio dello scorso agosto, trovandomi in altra regione, fui seguito in maniera più approfondita
bene, adesso sta crescendo l'ascesso, che evidentemente non ha sfogo all'esterno: sto prendendo il classico antibiotico: che faccio ora? devo attendere che si autodreni? devo andare a questi pronto-soccorso locali molto carenti, o si può assorbire in altra maniera?
[#8]
Utente
torno a chiedere un consulto dopo 9 mesi
in questo intervallo di tempo, sono stato sottoposto ad intervento con apposizione di elastico (doppio) a trazione lenta
ho descritto sinteticamente quella che penso sia stata la tecnica usata, in quanto, durante le medicazioni non sono mai stati tirati manualmente gli elastici, ed inoltre, appunto, il materiale di questi ultimi, era elastico e non rigido come penso possa essere il classico setone; inoltre, li ho tenuti in sede per sei mesi
tolti questi supporti, in breve, permangono sensazioni di disagio e fastidio che si irradiano dalla zona anale a tutta la gamba sinistra; a questo si aggiunge una sensazione di gonfiore in loco a livello non superficiale
e soprattutto perdite; non dalla ferita esterna, che è chiusa, e non da quella interna, come è apparso al chirurgo che mi ha controllato con uno specillo
specifico che le perdite sono lievi, ma ci sono, sotto forma di un liquido che va dal trasparente al giallino chiarissimo
il chirurgo che mi ha operato non si è pronunciato, ma mi ha consigliato di rifare l'ecografia interna che feci prima dell'intervento
quesiti:
1) è una recidiva?
2) da dove si può verificare la perdita se non dalla ferita chirurgica che era stata praticata?
3) mi tocca rifare l'operazione, con i sei mesi di disagi passati?
grazie in anticipo per la cortese risposta che mi vorrete dare
in questo intervallo di tempo, sono stato sottoposto ad intervento con apposizione di elastico (doppio) a trazione lenta
ho descritto sinteticamente quella che penso sia stata la tecnica usata, in quanto, durante le medicazioni non sono mai stati tirati manualmente gli elastici, ed inoltre, appunto, il materiale di questi ultimi, era elastico e non rigido come penso possa essere il classico setone; inoltre, li ho tenuti in sede per sei mesi
tolti questi supporti, in breve, permangono sensazioni di disagio e fastidio che si irradiano dalla zona anale a tutta la gamba sinistra; a questo si aggiunge una sensazione di gonfiore in loco a livello non superficiale
e soprattutto perdite; non dalla ferita esterna, che è chiusa, e non da quella interna, come è apparso al chirurgo che mi ha controllato con uno specillo
specifico che le perdite sono lievi, ma ci sono, sotto forma di un liquido che va dal trasparente al giallino chiarissimo
il chirurgo che mi ha operato non si è pronunciato, ma mi ha consigliato di rifare l'ecografia interna che feci prima dell'intervento
quesiti:
1) è una recidiva?
2) da dove si può verificare la perdita se non dalla ferita chirurgica che era stata praticata?
3) mi tocca rifare l'operazione, con i sei mesi di disagi passati?
grazie in anticipo per la cortese risposta che mi vorrete dare
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Utente
ringrazio il gentilissimo dott. Favara per la sua risposta
mi permetto di aggiungere due righe sul vostra opera
l'intera organizzazione e il dott. Favara in questo caso, sono un qualcosa di prezioso; postare una risposta ad un quesito medico, di domenica, solo un'ora dopo aver pubblicato la richiesta di consulto merita più di un semplice ringraziamento
al di là del consulto tecnico il supporto ed il conforto prestato ad una persona con dei problemi di salute, è una delle cose più belle che si possano desiderare
mi permetto di aggiungere due righe sul vostra opera
l'intera organizzazione e il dott. Favara in questo caso, sono un qualcosa di prezioso; postare una risposta ad un quesito medico, di domenica, solo un'ora dopo aver pubblicato la richiesta di consulto merita più di un semplice ringraziamento
al di là del consulto tecnico il supporto ed il conforto prestato ad una persona con dei problemi di salute, è una delle cose più belle che si possano desiderare
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 33.4k visite dal 25/01/2012.
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