Ragade anale e rettocele
Gentile Dott.,
Cerchero sinteticamente di riassumere il mio problema.
Ho 32 anni, non ho figli e da circa due mesi ho avuto l'acutizzarsi di un dolore forte dopo l'evacuazione e dopo relative manovre di riduzione manuale di prolasso emorroidale, presente da diversi anni.
Il mese scorso, in lacrime per il dolore acuto, che mi impedisce di guidare e di avere un'attivita lavorativa in posizione seduta mi sono recata per una visita specialistica da un proctologo nonche chirurgo.
La visita e' stata piuttosto superficiale per motivi della mia forte contrazione e relativi spasmi con dolore.
Il medico mi ha diagnosticato un rettocele anteriore, casusa del prolasso e una ragade anale posteriore florida, causa del dolore.
Il medico mi ha confermato inoltre la rispondenza della formazione di un ascesso a livello basso della vagina legato al rettocele.
Mi ha prescritto una terapia medica di un mese con:
Ruscoroid pomata;
Voltfast antidolorifero;
Movicol bustine per il transito intestinale.
A distanza di 20 giorni dall'inizio della terapia mi sono recata nuovamente dal medico poiche il dolore dopo l'evacuazione non si placa e continua per ore.
Inoltre i rapporti sessuali diventano dolorosi e avverto un senso di leggero dolore in sede vaginale oltre che anale.
Il medico mi ha confermato che sara necessario l'intervento chirurgico per quanto riguarda la ragade, ma non risolutivo del prolasso emorroidale ne del rettocele.
Nel primo intervento quidi verra curata solamente la ragade, al fine di risolvere il dolore e conseguente rilassamento dello sfintere.
Solo in un secondo tempo si provvedera ad indagare sull'origine del rettocele e quindi, in vista di un futuro intervento risolutivo, verra avviato un percorso di indagini e esami volti alla risoluzione del problema, per evitare recidive.
Al momento sono in attesa per l'intervento sulla ragade, un attesa non breve poiche le liste sono piuttosto consistenti nella struttura pubblica, come confermato dal medico e potrebbero occorrere anche 3 mesi, nella peggiore delle ipotesi.
Sono fortemente scoraggiata, vivo ormai con il terrore della defecazione, non sono in grado di riprendere le mie azioni quotidiane lavorative, che comportano la guida del veicolo.
Non avendo al momento alternativa se non l'attesa per l'inervento, poiche non dispongo economicamnete di 4000 euro per la risoluzione attraverso clinica privata, gradirei avere dei consulti alternativi inerentemente alla diagnosi fattami sin ora.
Il mio scetticismo riguarda il fatto che la ragade venga considerata indipendente dal prolasso emorroidale e dal rettocele.
La manovra di riduzione manuale negli ultimi due mesi e' diventata sempre piu diffficile.Mi domando perche non sia possibile risolvere entrambe i disagi in un unico intervento.
Lei cosa ne pensa in merito?
Cerchero sinteticamente di riassumere il mio problema.
Ho 32 anni, non ho figli e da circa due mesi ho avuto l'acutizzarsi di un dolore forte dopo l'evacuazione e dopo relative manovre di riduzione manuale di prolasso emorroidale, presente da diversi anni.
Il mese scorso, in lacrime per il dolore acuto, che mi impedisce di guidare e di avere un'attivita lavorativa in posizione seduta mi sono recata per una visita specialistica da un proctologo nonche chirurgo.
La visita e' stata piuttosto superficiale per motivi della mia forte contrazione e relativi spasmi con dolore.
Il medico mi ha diagnosticato un rettocele anteriore, casusa del prolasso e una ragade anale posteriore florida, causa del dolore.
Il medico mi ha confermato inoltre la rispondenza della formazione di un ascesso a livello basso della vagina legato al rettocele.
Mi ha prescritto una terapia medica di un mese con:
Ruscoroid pomata;
Voltfast antidolorifero;
Movicol bustine per il transito intestinale.
A distanza di 20 giorni dall'inizio della terapia mi sono recata nuovamente dal medico poiche il dolore dopo l'evacuazione non si placa e continua per ore.
Inoltre i rapporti sessuali diventano dolorosi e avverto un senso di leggero dolore in sede vaginale oltre che anale.
Il medico mi ha confermato che sara necessario l'intervento chirurgico per quanto riguarda la ragade, ma non risolutivo del prolasso emorroidale ne del rettocele.
Nel primo intervento quidi verra curata solamente la ragade, al fine di risolvere il dolore e conseguente rilassamento dello sfintere.
Solo in un secondo tempo si provvedera ad indagare sull'origine del rettocele e quindi, in vista di un futuro intervento risolutivo, verra avviato un percorso di indagini e esami volti alla risoluzione del problema, per evitare recidive.
Al momento sono in attesa per l'intervento sulla ragade, un attesa non breve poiche le liste sono piuttosto consistenti nella struttura pubblica, come confermato dal medico e potrebbero occorrere anche 3 mesi, nella peggiore delle ipotesi.
Sono fortemente scoraggiata, vivo ormai con il terrore della defecazione, non sono in grado di riprendere le mie azioni quotidiane lavorative, che comportano la guida del veicolo.
Non avendo al momento alternativa se non l'attesa per l'inervento, poiche non dispongo economicamnete di 4000 euro per la risoluzione attraverso clinica privata, gradirei avere dei consulti alternativi inerentemente alla diagnosi fattami sin ora.
Il mio scetticismo riguarda il fatto che la ragade venga considerata indipendente dal prolasso emorroidale e dal rettocele.
La manovra di riduzione manuale negli ultimi due mesi e' diventata sempre piu diffficile.Mi domando perche non sia possibile risolvere entrambe i disagi in un unico intervento.
Lei cosa ne pensa in merito?
[#1]
Gentile Signora il dolore che descrive effettivamente è riferibile alla ragade anale.
Circa la decisione chirurgica dev'essere il proctologo a darle il consiglio corretto.
Ovviamente senza una visita non è possibile consigliarla. In generale tuttavia, essendo mi pare, prevalente la componente dolorosa a causa della ragade mi sembra plausibile l'intervento di sfinterotomia laterale ( in un primo tempo) che certamente darà immediati benefici. In seguito un esame defecografico ( radiologico) renderà conto della presenza del rettocele e consiglierà il trattamento ulteriore.
Circa la decisione chirurgica dev'essere il proctologo a darle il consiglio corretto.
Ovviamente senza una visita non è possibile consigliarla. In generale tuttavia, essendo mi pare, prevalente la componente dolorosa a causa della ragade mi sembra plausibile l'intervento di sfinterotomia laterale ( in un primo tempo) che certamente darà immediati benefici. In seguito un esame defecografico ( radiologico) renderà conto della presenza del rettocele e consiglierà il trattamento ulteriore.
Dr. Roberto Rossi
[#2]
Gentile utente,
da quanto da lei evidenziato sembra che ci sia una ragade anale, che è la causa della sintomatologia dolorosa, comparsa successivamente ad un prolasso mucoemorroidario esistente da anni.
Non mi sembra che lei abbia fatto riferimento a problemi cronici di stipsi, legati alla presenza del rettocele ma a quanto ho capito di un prolasso emorroidario costante alla defecazione che deve ridurre manualmente.
Premettendo che il rettocele è presente in circa l'85% dei pazienti di sesso femminile e che in una minoranza diventa sintomatico e cioè causa di una defecazione ostruita, direi che nel suo caso si potrebbero fare preoperatoriamente rx defecografia, manometria anale ed endosonografia anale e procedere in un unico tempo alla correzione del prolasso mucoemorroidario e della ragade senza alcun problema. Ovviamente bisogna premettere una accurata valutazione complessiva del quadro clinico e della diagnostica preoperatoria da paret del suo proctologo di fiducia.
Cordiali saluti
da quanto da lei evidenziato sembra che ci sia una ragade anale, che è la causa della sintomatologia dolorosa, comparsa successivamente ad un prolasso mucoemorroidario esistente da anni.
Non mi sembra che lei abbia fatto riferimento a problemi cronici di stipsi, legati alla presenza del rettocele ma a quanto ho capito di un prolasso emorroidario costante alla defecazione che deve ridurre manualmente.
Premettendo che il rettocele è presente in circa l'85% dei pazienti di sesso femminile e che in una minoranza diventa sintomatico e cioè causa di una defecazione ostruita, direi che nel suo caso si potrebbero fare preoperatoriamente rx defecografia, manometria anale ed endosonografia anale e procedere in un unico tempo alla correzione del prolasso mucoemorroidario e della ragade senza alcun problema. Ovviamente bisogna premettere una accurata valutazione complessiva del quadro clinico e della diagnostica preoperatoria da paret del suo proctologo di fiducia.
Cordiali saluti
Dr. Vincenzo Adamo
[#3]
Utente
Gentili Dott.
innanzitutto grazie per le risposte oltre che celeri di grande utilita per fare luce sul mio problema e relativa risoluzione chirurgica.
In quanto agli esami da farsi in fase pre-operatoria, il medico ha parlato di una defecografia per confermare la presenza di rettocele.
Tuttavia questa mattina la situazione é peggiorata notevolmente.
Ho evacuato appena sveglia poiche i lassativi producono il loro effetto sul transito intestinale, ma al momento della defecazione il prolasso é emerso ancora piu ingrossato ed indurito.
La manovra per reintrodurlo é ogni giorno piu difficoltosa e con dolore insopportabile per cui ora sono costretta a stare sdraiata ed ho appena smesso di piangere per il dolore acuto- premetto che non sono un soggetto particolarmente suscettibile al dolore, ma al contrario sono una sportiva, abituata a sopoortare contusioni, traumi e dolori, ho una soglia di tolleranza del dolore elevata, ma questo tipo di dolore é diventato insopportabile!
Non credo che il dolore sia da legarsi solo alla ragade ma la formazione emorroidale duole al tatto e chiaramente dopo la manovra di riposizionamento il dolore si fa lancinante, invade tutta la zona anale, perianale e vaginale, con fitte anche sui muscoli pelvici e
interno coscia.
La situazione e' tale per cui quest oggi ricorrero ad un iniezione di antidolorifico.
Gradirei avere una delucidazione in merito, poiche il medico sostiene che risolvendo il problema della ragade, quello del prolasso emorroidale sara un fastidio che andra progressivamente scemando fino ad una risoluzione futura, che avverra evidentemente con un ultimo intervento volto a risolvere il rettocele.
Io non credo di potere convivere con questo prolasso che ormai ha raggiunto dimensioni notevoli e che, ripeto ancora una volta, provoca un dolore insopoortabile.
Grazie ancora per l'interessamento,
Cordiali Saluti
innanzitutto grazie per le risposte oltre che celeri di grande utilita per fare luce sul mio problema e relativa risoluzione chirurgica.
In quanto agli esami da farsi in fase pre-operatoria, il medico ha parlato di una defecografia per confermare la presenza di rettocele.
Tuttavia questa mattina la situazione é peggiorata notevolmente.
Ho evacuato appena sveglia poiche i lassativi producono il loro effetto sul transito intestinale, ma al momento della defecazione il prolasso é emerso ancora piu ingrossato ed indurito.
La manovra per reintrodurlo é ogni giorno piu difficoltosa e con dolore insopportabile per cui ora sono costretta a stare sdraiata ed ho appena smesso di piangere per il dolore acuto- premetto che non sono un soggetto particolarmente suscettibile al dolore, ma al contrario sono una sportiva, abituata a sopoortare contusioni, traumi e dolori, ho una soglia di tolleranza del dolore elevata, ma questo tipo di dolore é diventato insopportabile!
Non credo che il dolore sia da legarsi solo alla ragade ma la formazione emorroidale duole al tatto e chiaramente dopo la manovra di riposizionamento il dolore si fa lancinante, invade tutta la zona anale, perianale e vaginale, con fitte anche sui muscoli pelvici e
interno coscia.
La situazione e' tale per cui quest oggi ricorrero ad un iniezione di antidolorifico.
Gradirei avere una delucidazione in merito, poiche il medico sostiene che risolvendo il problema della ragade, quello del prolasso emorroidale sara un fastidio che andra progressivamente scemando fino ad una risoluzione futura, che avverra evidentemente con un ultimo intervento volto a risolvere il rettocele.
Io non credo di potere convivere con questo prolasso che ormai ha raggiunto dimensioni notevoli e che, ripeto ancora una volta, provoca un dolore insopoortabile.
Grazie ancora per l'interessamento,
Cordiali Saluti
[#4]
Gentile signora se la situazione le appare così peggiorata il consiglio è certamente di sentire lo specialista per fare il punto sul problema.
Normalmente il prolasso per sè non è doloroso a meno che non vi sia contemporaneamente una ragade e/o una trombosi emorroidaria.
Le ripeto però che solo la visita potrà fare chiarezza.
Normalmente il prolasso per sè non è doloroso a meno che non vi sia contemporaneamente una ragade e/o una trombosi emorroidaria.
Le ripeto però che solo la visita potrà fare chiarezza.
[#5]
Gentile utente, concordo con il collega sulla encessità di una rivalutazione proctologica. Ribadisco il concetto che dopo gli accertamenti preoperatori sopramenzionati si puoò procedere al trattamento in un tempo della ragade e del prolasso senza alcun problema.Cordiali saluti!
[#6]
Gentile Utente
A distanza non possiamo che attenerci a quanto lei dice.
Ed in relazione a quanto riferito, confermo, non solo la possibilità(come riportato nelle linee guida delle piu autorevoli società di colonproctologia) ma la necessità di associare alla terapia chirurgica della ragade la correzione del prolasso.(al momento della defecazione il prolasso é emerso ancora piu ingrossato ed indurito.
La manovra per reintrodurlo é ogni giorno piu difficoltosa e con dolore insopportabile per cui ora sono costretta a stare sdraiata ed ho appena smesso di piangere per il dolore acuto)
Visto che non è presente una sintomatologia da Ostruita Defecazione non si ritiene opportuna l'esecuzione di nessun esame a conferma del prolasso rettale interno causa del prolasso emorroidario.
Al tavolo operatorio, in relazione all'entità del prolasso rettale interno, si procederà alla opportuna resezione.
Unica controindicazione, nel suo caso,al "doppio intervento", è la presenza di un ascesso. ( Il medico mi ha confermato inoltre la rispondenza della formazione di un ascesso a livello basso della vagina legato al rettocele)
Un ascesso legato al rettocele? questo è da chiarire.
Quindi concordo che, solo per chiarire la presenza o meno di questo ascesso? è necessaria una rivalutazione.
A distanza non possiamo che attenerci a quanto lei dice.
Ed in relazione a quanto riferito, confermo, non solo la possibilità(come riportato nelle linee guida delle piu autorevoli società di colonproctologia) ma la necessità di associare alla terapia chirurgica della ragade la correzione del prolasso.(al momento della defecazione il prolasso é emerso ancora piu ingrossato ed indurito.
La manovra per reintrodurlo é ogni giorno piu difficoltosa e con dolore insopportabile per cui ora sono costretta a stare sdraiata ed ho appena smesso di piangere per il dolore acuto)
Visto che non è presente una sintomatologia da Ostruita Defecazione non si ritiene opportuna l'esecuzione di nessun esame a conferma del prolasso rettale interno causa del prolasso emorroidario.
Al tavolo operatorio, in relazione all'entità del prolasso rettale interno, si procederà alla opportuna resezione.
Unica controindicazione, nel suo caso,al "doppio intervento", è la presenza di un ascesso. ( Il medico mi ha confermato inoltre la rispondenza della formazione di un ascesso a livello basso della vagina legato al rettocele)
Un ascesso legato al rettocele? questo è da chiarire.
Quindi concordo che, solo per chiarire la presenza o meno di questo ascesso? è necessaria una rivalutazione.
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 9k visite dal 12/10/2011.
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