Complicazioni post intervento di transtar

salve,mi hanno operato il 4/02/2010 di prolassectomia rettale con stapler transtar;
ho gia' segnalato 2 volte la mia complicazione derivante da comparsa di intensa proctalgia da ematoma intraparietale posteriore in corrispondenza della linea anastomotica posta a circa 7 cm. dal margine anale;l'ematoma e' regredito dopo circa 3 mesi ma il dolore,piu' o meno forte,da allora persiste quando vado di corpo,mi dura anche piu' di 3 ore e mi si irradia alla gamba sinistra;ho fatto di recente colonscopia col seguente referto: esiti cicatriziali circonferenziali di prolassectomia con presenza di tessuto di granulazione con aspetto similpolipoide del retto distale che si estende per circa mm.25; in data 23/12 mi ha rivisitato,con anoscopia, lo stesso chirurgo che mi ha operato ed e' giunto a questa conclusione:dopo aver utilizzato nell'intervento 6 ricariche di suturatrice contour transtar,a causa del prolasso,che era molto esteso e profondo,ora ho problemi legati a imbrigliamento di alcuni fasci nervosi in qualche graffetta;all'esplorazione rettale,all'apice del dito esploratore,anastomosi ben apprezzabile,dolente al tatto soprattutto sul lato sinistro e all'angolo postero-laterale,sin ove si apprezza la nota tumefazione gia' piu' volte segnalata; il medico consiglia la seguente terapia a scopo risolutivo: prima con terapia del dolore anche epidurale;poi,una revisione chirurgica dell'anastomosi retto-rettale,possibile per via transanale,o se insuccesso,addirittura resezione dell'anastomosi per via laparoscopica,con possibilita' di enterostomia;ora la mia domanda e':in cosa consiste questa terapia del dolore? puo' essere efficace o anche risolutiva del problema anche se ho forti dubbi? e quante applicazioni dovro' fare?il chirurgo non mi ha saputo dare indicazioni precise;e poi questa correzione chirurgica potra' essere veramente risolutiva? io e' da quando che mi hanno operato che ho sempre sofferto di dolore post-evacuazione e sinceramente sono veramente esausto di questa situazione!! vi ringrazio e auguro buone feste
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Dr. Marco Catani Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 3.2k 75
gentile utente,

la terapia antidolorifica avrebbe lo scopo di "prendere tempo" in quanto avrebbe il ruolo sintomatico e non curativo (non andrebbe a rimuovere la causa del dolore).

per quanto riguarda tutte le domande specifiche al suo stato di salute l'unico che può fornirle è il chirurgo e la sua equipe, maggiori approfondimenti e domande, in relazione ai limiti di una valutazione a distanza, sarebbero maggiormente risolutivi se poste a loro.

qualora il dolore non dovesse attenuarsi o passare visto che sono passati 10 mesi dal primo trattamento, il trattamento a lei proposto e cioè la rimozione della neoanastomosi e confezionamento di una nuova, potrebbe essere teoricamente condiviso. probabilmente dovrebbe essere preceduto da ulteriori indagini diagnostiche di approfondimento. l'utilizzazione di una tecnica miniinvasiva inoltre sarebbe condivisibile proprio per cercare di ridurre il trauma chirurgico.

l'uso di una derivazione (ileostomia emporanea) potrebbe essere indicato per tenere al sicuro la nuova anastomosi confezionata.

le auguro tantissimi auguri nello specifico e di buone feste

Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Gentile Utente
Se la sintomatologia, da lei riferita, è legata alla presenza di questa cicatrice esuberante e alla possibile ritenzione di alcune clips metaliche, in assenza di un migioramento con terapia farmacologica dedicata, la soluzione è certamente nella revisione dell'anastomosi retto-rettale per via transanale. Questa, per quando delicata, non richiede assolutamente il ricorso ad una "enterostomia cutanea". Esculudo categoricamente il ricorso ad un intervento addominale, anche se videolaparoscopico, per la soluzione del suo problema.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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Utente
Utente
molte grazie per il consulto;replico che il mio chirurgo mi ha detto che,durante la recente visita del 23 dic.,lui fara' un primo tentativo di rimuovere le clips e cucire a mano dove ho dolore,ma,siccome l'anastomosi e' abbastanza profonda,a circa 7/8 cm. dal margine anale,non e' convinto di riuscire in pieno;solo in questo caso mi ha detto che mi rimandera' a un secondo intervento definitivo anche se drastico,di resezione del tratto con enterostomia laparoscopica;quindi non so se potro' evitare questo secondo intervento che potrebbe poi darmi qualche effetto collaterale in un futuro anche se non so bene quali fastidi potrei avere;comunque grazie ancora e buone feste
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Gentile Utente
Adesso comprendo il motivo per il quale il suo curante teme, in caso di insuccesso, di dover ricorrere ad una acesso addominale.
Se questo le può essere di conforto, di solito quando l' anastomosi è così alta da cadere in addome, non è mai resposabile della sintomatologia da lei riferita e non richiede trattamento.
Quindi vedrà che, con molta probabilità, il tratto incriminato di anastomosi(25mm) coinvolto con la sua sintomatologia, non cade in addome e la rimozione non richiederà l'intervento drastico temuto e si potrà realizzare per via transanale.
L'intervento temuto è una evenienza che, il suo chirurgo, le ha giustamente prospettato solo in caso di insuccesso o meglio di complicanze perforative.
Auguri.
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Utente
Utente
la ringrazio dottore per la risposta;il mio problema e' che ho fatto presente che non posso andare avanti per lungo tempo ancora con questo dolore che mi accompagna ormai dalla scomparsa dell'ematoma;almeno prima lo attribuivo a questa complicazione;poi non capivo cos'altro ci fosse;ora che ho avuto una risposta pressoche' certa non so se questa terapia epidurale del dolore possa darmi beneficio,non vorrei che,provando per non so quante sedute,magari perdessi tempo ulteriore;pero' il mio chirurgo mi ha detto di andare per gradi seguendo questo iter per la mia eventuale guarigione; dico eventuale perche' dopo quasi 11 mesi sono abbastanza scoraggiato;speriamo bene.
cordiali saluti
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Segua i consigli del suo chirurgo, mi sembra giusto proseguire per gradi.
Il collega che la ha operata ha ben chiara la sua situazione e, da quello che ci ha scritto, non le ha nascosto nulla sui rischi che si corrono nel correggere un'anastomosi rettorettale alta.
Quindi ritengo sia giusto far precedere ogni tentativo.
Di nuovo auguri.
Ci tenga informati
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Utente
Utente
la ringrazio,faro' come mi e' stato prospettato; arrivederci e auguri di nuovo
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Di nulla
Resto in attesa di sue notizie.
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Utente
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Utente
Utente
buonasera,a distanza di quasi un anno,ritorno a parlare del mio grosso problema legato alla complicazione da intervento di tran-star del febbraio 2010; dopo una serie infinita di infiltrazioni alla radice del sacro-tuberoso e sacro-spinoso,terapie che purtroppo hanno solo dato dei fugaci miglioramenti della sintomatologia dolorosa, finalmente il mio chirurgo si e' deciso a rioperarmi,quanto meno solo per intanto per vedere in che condizioni e' l'anastomosi che ricordo essere profonda,a circa 8 cm. dal margine anale.Questo intervento mi ha detto che sara' solo esplorativo,poi, in base alla situazione interna che trovera',si decidera' il da farsi; comunque,a seguito E:M:G: del piano perineale effettuata e consulto con un altro chirurgo come lei mi aveva consigliato,l'ipotesi piu' accreditata sarebbe quella di un coinvolgimento del nervo pudendo a livello della spina ischiatica;e' in questo punto che, causa una sorta di compressione del nervo stesso,e' localizzata la fonte del maggior dolore che sento; per cui mi hanno anche prospettato una neurolisi o una decompressione del nervo stesso,ma mi e' stato riferito che questo tipo di intervento e' molto pericoloso e sono pochissimi a farlo in italia;vorrei chiedere se ci sono notizie in merito a questa pratica e il nome di qualche medico accreditato su questa pratica;
grazie,cordiali saluti
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
La decisone di una revisione della cicatrice è condivisibile, segua il programma del suo chirurgo a procedere per gradi.
Si ricorre alla neurolisi o ad interventi decompressivi solo quando si è certi di un incarceramento del nervo pudendo e non solo dei suoi rami periferici, eventualmente, presi nella cicatrice.
Ci tenga informati.


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Utente
Utente
grazie dottore per la sua risposta; mi faro' vivo dopo questa revisione chirurgica ; il mio timore e' soltanto rappresentato dal fatto che,se,come si prospetta,ci sara' questa sorta di compressione del pudendo,il mio chirurgo ha gia' messo avanti le mani dicendomi che la sua equipe non e' attrezzata per trattare una neurolisi o decompressione del nervo stesso, speriamo bene, cordiali saluti
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Utente
Utente
salve dottore,a distanza di 1 anno scrivo di nuovo per informarla che sono stato rioperato nel febbraio 2012,con rimozione massa endomucosa che comprimeva la parete rettale post.e ripulitura di un granuloma sull'anastomosi;purtroppo ho avuto una grave complicazione:un quadro peritonitico acuto e un ascesso rettale,pertanto mi e' stata fatta una colostomia con deviazione laterale sul trasverso;dopo 3 mesi la stomia si' e' prolassata e strozzata,per cui ho avuto int.d'urgenza con resezione di trasversostomia dx,anastomosi colo-colica,e mi han fatto una viscerolisi molto invasiva per togliere molte aderenze nelle anse fino al retto;ho avuto anche un'altra peritonite e occlusione intestinale;ora ho ancora disturbi all'intestino e sono in cura col levroben e benefibra; ma il dolore che avevo al retto e' diminuito di poco ma esiste ancora;hanno diagnosticato una sofferenza assonale del nervo pudendo sx, e mi hanno consigliato prima una RMN al rachide sacrale e poi la prova di un impianto di un neuromodulatore sacrale,che potrebbe alleviare il dolore;chiedo se non esiste altro mezzo idoneo e se questo modulatore puo' provocare dei rischi o complicazioni, grazie e cordiali saluti
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
L'impianto del neuromodulatore è una procedura semplice che si esegue in anestesia locale, sempre in anestesia locale, dopo il periodo di prova, averrà l'impianto sottocutaneo dell' elettrostimolatore definitivo.


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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
La neuromodulazione sacrale, che consiste nell'impianto di un pace-maker per stimolare le radici nervose sacrali, è una tecnica che, applicata in pazienti correttamente selezionati, può rivelarsi valida. I possibili rischi sono soprattutto di tipo infettivo o allergico. Una cosa da tenere presente e' che i portatori di neuromodulatore sacrale non potranno effettuare risonanze magnetiche.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
ringrazio per la risposta;in effetti il mio chirurgo vuole tentare anche questa ulteriore strada per non rischiare di dovermi sottoporre ad un ennesima operazione,che lui non farebbe neanche,cioe' quella dello sbrigliamento dei nervi che forse sono coinvolti nelle famose graffette della stapler;il problema e' che,se anche questo neuromodulatore sacrale non dovesse essere di grande beneficio,non saprei piu' veramente a che santo rivolgermi;forse l'unica cosa possibile sarebbe quella di togliere le graffe e fare una nuova anastomosi,ma io ho paura di altre gravi complicazioni,gia' con tutto quello che mi e' successo nel 2012; cordiali saluti
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Comprendo le sue paure. La speranza però, come si dice, è l'ultima a morire, per cui credo sia doveroso tentare la strada della neurostimolazione che le è stata proposta; tendendo anche presente che si tratta di una procedura reversibile, che comunque prevede un periodo di prova di circa un mese.
Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Con tutta sincerità, vista la diagnosi di sofferenza assonale, incomincio a pensare che il suo problema è più in profondita rispetto alla parete rettale.
Probabilmente per un problema compressivo, sul pudendo, legato agli esiti del pregresso ematoma.
Quindi abbandonerei, al momento, l'idea di intervenire "in periferia" sull'anastomosi e prima di prendere in considerazione, come le avevo precedentemente accennato, una neurolisi o interventi decompressivi, mi affiderei fiducioso alla neuromodulazione sacrale.
Auguri.