Uso del gel concentrato di aloe nelle ragadi anali
Sono stato operato circa da poco più di un mese per un ascesso intersfinterico e una fistola originati da una ragade cronica. Sono al terzo intervento proctologico e il mio problema rimane sempre quello della lenta cicatrizzazione (dovuta verosimilmente ad un ipertono dello sfintere che il chirurgo ha deciso di non trattare perchè mi ha ritenuto ad alto rischio di incontinenza). Vorrei avere il vostro parere sull'uso del gel di aloe per aiutare la cicatrizzazione delle ragadi o comunque avere qualsiasi consiglio terapeutico per favorire la chiusura della ferita chirurgica prima che degeneri nuovamente in un'ulcera cronica. Colgo l'occasione per augurare a tutti buone feste. Grazie.
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Buongiorno, la sua storia proctologica appare particolarmente complessa ed il quadro non è valutabile a distanza, tanto meno per indicazioni terapeutiche. Non conosco l' eventuale efficacia del prodotto che indica. Se la cicatrizzazione non si verifica potrebbe essere indicato, su indicazione di chi la segue personalmente ovviamente, un' eventuale biopsia per esame istologico. Auguri!
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la rapida risposta.
L'esame istologico è stato effettuato sui materiali asportati (ascesso e tragitto fistoloso) e il referto parla di "frammenti tissutali rivestiti da mucosa rettale e da epitelio squamoso pluristratificato esente da figure di displasia". Il tragitto fistoloso presenta tessuto di granulazione. L'istologo ha detto che non c'è nulla di rilevante. Mi è stato asportato anche un polipo fibroepiteliale. Volevo farLe due ulteriori domande:
1)a distanza di 35 giorni si può già parlare di ritardo di cicatrizzazione?
2)La presenza di perdite filamentose di colore chiaro giallastro nel corso della giornata mi deve far pensare ad un processo infettivo ancora in atto?
L'esame istologico è stato effettuato sui materiali asportati (ascesso e tragitto fistoloso) e il referto parla di "frammenti tissutali rivestiti da mucosa rettale e da epitelio squamoso pluristratificato esente da figure di displasia". Il tragitto fistoloso presenta tessuto di granulazione. L'istologo ha detto che non c'è nulla di rilevante. Mi è stato asportato anche un polipo fibroepiteliale. Volevo farLe due ulteriori domande:
1)a distanza di 35 giorni si può già parlare di ritardo di cicatrizzazione?
2)La presenza di perdite filamentose di colore chiaro giallastro nel corso della giornata mi deve far pensare ad un processo infettivo ancora in atto?
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Ottimo.
No, 35 giorni puo' essere ancora un tempo accettabile, dipende ovviamente dalla situazione locale e generale.
No, puo' essere fisiologico in presenza di ferita non del tutto cicatrizzata.
Prego.
No, 35 giorni puo' essere ancora un tempo accettabile, dipende ovviamente dalla situazione locale e generale.
No, puo' essere fisiologico in presenza di ferita non del tutto cicatrizzata.
Prego.
[#4]
Utente
Egr. dott. Favara,
Le scrivo a distanza di un mese perchè la mia situazione è purtroppo ancora quella. Ormai il chirurgo che mi ha operato parla di ritardo di cicatrizzazione e vuole sottopormi ad un intervento di revisione per cauterizzare la ferita oppure per effettuare una plastica.
Nel frattempo mi ha chiesto di indagare eventuali fattori che possono impedire la cicatrizzazione; per questo motivo mi ha richiesto la curva glicemica per eventuale diabete (per il quale ho familiarità) e una RMN della sella turcica per eventuale "sindrome della sella vuota" per carenza dell'ormone GH.
Lui dice che il tono dello sfintere è a posto (anche se non ho mai fatto una manometria) e comunque nel precedente intervento ha tagliato alcune fibre e oltre non si può andare perchè avrei seri rischi di incontinenza.
La sua intenzione dopo una cura antibiotica e di antrolin per 10-15 gg e quella di intervenire, in caso di assenza di miglioramento, per marsupializzare la ferita e cauterizzarla. Ha provato in sede ambulatoriale ad applicare del nitrato d'argento ma ha già detto che non è sufficiente data la vastita della lesione.
Vorrei un parere in proposito, in particolare sulle eventuali cause della mancata cicatrizzazione; dovrei indagare altri fattori oltre a quelli segnalati?
Dovrei insistere per effettuare una manometria?
Dovrei effettuare degli esami di tipo funzionale per il pavimento pelvico?
La ringrazio per la eventuale risposta?
Le scrivo a distanza di un mese perchè la mia situazione è purtroppo ancora quella. Ormai il chirurgo che mi ha operato parla di ritardo di cicatrizzazione e vuole sottopormi ad un intervento di revisione per cauterizzare la ferita oppure per effettuare una plastica.
Nel frattempo mi ha chiesto di indagare eventuali fattori che possono impedire la cicatrizzazione; per questo motivo mi ha richiesto la curva glicemica per eventuale diabete (per il quale ho familiarità) e una RMN della sella turcica per eventuale "sindrome della sella vuota" per carenza dell'ormone GH.
Lui dice che il tono dello sfintere è a posto (anche se non ho mai fatto una manometria) e comunque nel precedente intervento ha tagliato alcune fibre e oltre non si può andare perchè avrei seri rischi di incontinenza.
La sua intenzione dopo una cura antibiotica e di antrolin per 10-15 gg e quella di intervenire, in caso di assenza di miglioramento, per marsupializzare la ferita e cauterizzarla. Ha provato in sede ambulatoriale ad applicare del nitrato d'argento ma ha già detto che non è sufficiente data la vastita della lesione.
Vorrei un parere in proposito, in particolare sulle eventuali cause della mancata cicatrizzazione; dovrei indagare altri fattori oltre a quelli segnalati?
Dovrei insistere per effettuare una manometria?
Dovrei effettuare degli esami di tipo funzionale per il pavimento pelvico?
La ringrazio per la eventuale risposta?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 25.8k visite dal 22/12/2010.
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