Occlusione totale carotide
Buongiorno,
mio padre, 81 anni, in concomitanza con l'inserimento di alcuni stent coronarici, ha subito all'inizio dell'estate la rimozione di una occlusione >70% alla carotide sx con applicazione di sutura sulla carotide. Mi scuso se la mia terminologia fosse approssimativa. Al controllo dopo un paio di mesi la carotide risultava nuovamente occlusa al 50-60%. Il problema è stato imputato a una possibile tendenza alla cicatrizzazione superiore alla norma. E' stata programmata una nuova visita di controllo tre mesi dopo. La cicatrizzazione è stata poi confermata da un microinfarto seguito da un intervento coronarico d'urgenza per riapplicare stent più grandi alle coronarie rispetto a quelli precedentemente installati, poiché uno era quasi occluso per cicatrizzazione.
Al controllo successivo della carotide corredato da Angio TAC che rilevava la totale occlusione della carotide, l'ecodoppler segnalava invece anche un piccolo passaggio. Si è deciso di provare l'intervento per applicare lo stent alla carotide, avvenuto circa un mese dopo fra perdite di tempo varie per i consulti settimanali dell'equipe con il radiologo interventista e la visita di pre ricovero. L'intervento ha rilevato l'impossibilità di applicare lo stent per totale occlusione della carotide dovuta alla cicatrizzazione seguita al precedente intervento.
Ho alcune domande.
1) Ciò che è accaduto, per quanto tale cicatrizzazione sia anomala, è imputabile alla negligenza dei medici? Noi famigliari ci siamo chiesti fin dal primo controllo per quale motivo programmarne uno a tre mesi di distanza di fronte a una nuova occlusione del 50-60% invece di intervenire immediatamente con gli stent o approfondire comunque la situazione.
2) Non c'è alcun modo per recuperare la carotide sx? Ho letto che ciò dovrebbe essere impossibile. Quella dx presenta già una occlusione di circa 50% e una delle due presenti nella parte posteriore del collo (vertebrali? non ricordo i nomi con precisione) non pare essere in grande salute (non ricordo i dettagli del referto purtroppo). Il quadro generale cardiovascolare è molto compromesso da aterosclerosi. Nonostante tutti i guai subiti e la forte arrabbiatura e la preoccupazione per l'esito degli interventi alla carotide (ora gliene resta solo una con tutti i rischi del caso) mio padre sta comunque abbastanza bene, le arterie rimanenti paiono compensare, non ha subito danni motori o cognitivi evidenti dal microinfarto né ictus o problemi a livello di funzione cerebrale per l'occlusione della carotide sx. Manifesta ogni tanto difficoltà nella lettura o nella memoria, ma erano in parte preesistenti a questi interventi e potrebbero essere normali per la sua età o dovuti a una depressione, da quanto assume successivamente a un controllo neurologico la Venlafaxina come antidepressivo questi sintomi paiono essere alleviati (dopo due mesi è tornato a guidare l'auto ad esempio).
Grazie per l'aiuto.
mio padre, 81 anni, in concomitanza con l'inserimento di alcuni stent coronarici, ha subito all'inizio dell'estate la rimozione di una occlusione >70% alla carotide sx con applicazione di sutura sulla carotide. Mi scuso se la mia terminologia fosse approssimativa. Al controllo dopo un paio di mesi la carotide risultava nuovamente occlusa al 50-60%. Il problema è stato imputato a una possibile tendenza alla cicatrizzazione superiore alla norma. E' stata programmata una nuova visita di controllo tre mesi dopo. La cicatrizzazione è stata poi confermata da un microinfarto seguito da un intervento coronarico d'urgenza per riapplicare stent più grandi alle coronarie rispetto a quelli precedentemente installati, poiché uno era quasi occluso per cicatrizzazione.
Al controllo successivo della carotide corredato da Angio TAC che rilevava la totale occlusione della carotide, l'ecodoppler segnalava invece anche un piccolo passaggio. Si è deciso di provare l'intervento per applicare lo stent alla carotide, avvenuto circa un mese dopo fra perdite di tempo varie per i consulti settimanali dell'equipe con il radiologo interventista e la visita di pre ricovero. L'intervento ha rilevato l'impossibilità di applicare lo stent per totale occlusione della carotide dovuta alla cicatrizzazione seguita al precedente intervento.
Ho alcune domande.
1) Ciò che è accaduto, per quanto tale cicatrizzazione sia anomala, è imputabile alla negligenza dei medici? Noi famigliari ci siamo chiesti fin dal primo controllo per quale motivo programmarne uno a tre mesi di distanza di fronte a una nuova occlusione del 50-60% invece di intervenire immediatamente con gli stent o approfondire comunque la situazione.
2) Non c'è alcun modo per recuperare la carotide sx? Ho letto che ciò dovrebbe essere impossibile. Quella dx presenta già una occlusione di circa 50% e una delle due presenti nella parte posteriore del collo (vertebrali? non ricordo i nomi con precisione) non pare essere in grande salute (non ricordo i dettagli del referto purtroppo). Il quadro generale cardiovascolare è molto compromesso da aterosclerosi. Nonostante tutti i guai subiti e la forte arrabbiatura e la preoccupazione per l'esito degli interventi alla carotide (ora gliene resta solo una con tutti i rischi del caso) mio padre sta comunque abbastanza bene, le arterie rimanenti paiono compensare, non ha subito danni motori o cognitivi evidenti dal microinfarto né ictus o problemi a livello di funzione cerebrale per l'occlusione della carotide sx. Manifesta ogni tanto difficoltà nella lettura o nella memoria, ma erano in parte preesistenti a questi interventi e potrebbero essere normali per la sua età o dovuti a una depressione, da quanto assume successivamente a un controllo neurologico la Venlafaxina come antidepressivo questi sintomi paiono essere alleviati (dopo due mesi è tornato a guidare l'auto ad esempio).
Grazie per l'aiuto.
[#1]
buongiorno,
premetto che il sistema che stiamo utilizzando non permette analisi così delicate, anzi senza poter leggere i referti originali e le eventuali cartelle cliniche e poter visitare realmente il paziente, tutto quello che verrà scritto sarà certamente superficiale, non per i limiti dello scrittore ma proprio per i limiti del sistema utilizzato.
stiamo parlando di un paziente piuttosto impegnato su diversi distretti. essere particolarmente decisionisti potrebbe essere troppo invasivo ed ottenere risultati non favorevoli non solo in termini di complicanze ma anche in termini di mortalità.
mi sembra che i colleghi si stiano muovendo con circospezione proprio per la gravità e per i numerosi distretti interessati. risulta singolare il fatto che occasionalmente si sia riscontrata una carotide chiusa completamente e l'altra pervia a quasi il 50%.
singolare nel senso che lei non riferisce sintomi se non quelli che hanno determinato la coronarografia.
tutto questo, come certamente anche i suoi medici curanti le avranno detto, parte da lontano: problemi alimentari, forse una familiarità verso una ipercolesterolemia, scarsi controlli specifici, non sappiamo se fumatore o ex fumatore, se bevitore, se diabetico, se iperteso...
potrei andare avanti molto tempo, ma purtroppo inutilmente per tutti.
cordiali saluti
premetto che il sistema che stiamo utilizzando non permette analisi così delicate, anzi senza poter leggere i referti originali e le eventuali cartelle cliniche e poter visitare realmente il paziente, tutto quello che verrà scritto sarà certamente superficiale, non per i limiti dello scrittore ma proprio per i limiti del sistema utilizzato.
stiamo parlando di un paziente piuttosto impegnato su diversi distretti. essere particolarmente decisionisti potrebbe essere troppo invasivo ed ottenere risultati non favorevoli non solo in termini di complicanze ma anche in termini di mortalità.
mi sembra che i colleghi si stiano muovendo con circospezione proprio per la gravità e per i numerosi distretti interessati. risulta singolare il fatto che occasionalmente si sia riscontrata una carotide chiusa completamente e l'altra pervia a quasi il 50%.
singolare nel senso che lei non riferisce sintomi se non quelli che hanno determinato la coronarografia.
tutto questo, come certamente anche i suoi medici curanti le avranno detto, parte da lontano: problemi alimentari, forse una familiarità verso una ipercolesterolemia, scarsi controlli specifici, non sappiamo se fumatore o ex fumatore, se bevitore, se diabetico, se iperteso...
potrei andare avanti molto tempo, ma purtroppo inutilmente per tutti.
cordiali saluti
Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Utente
Buongiorno,
La scoperta dell'occlusione parziale alla carotide sx è derivata da un ricovero neurologico per accertamenti dovuti a qualche problema di memoria che ha dato esito negativi se non appunto per la occlusione e una forma depressiva non grave. L'occlusione è stata trattata come descritto in precedenza e la depressione, dopo il rifiuto di un primo farmaco per gli effetti collaterali, è ora trattata con Venlafaxina con un certo successo come descrivevo. Contestualmente al ricovero neurologico, è stata rilevata angina pectoris per cui si è intervenuto con tre stent. Di questi tre uno ha successivamente cicatrizzato ed è stato necessario allargarlo successivamente mentre per l'intervento alla carotide, come descritto e per le tempistiche scelte dai medici, non è più stato possibile per occlusione completa.
Mio padre nonostante tutto sta abbastanza bene. Riguardo alla occlusione totale alla carotide non ha mostrato peggioramento cognitivo o di memoria rispetto alla situazione precedente né problemi motori, la altre arterie paiono compensare. La mia richiesta riguardava l'esistenza o meno di pratiche chirurgiche per il recupero di una occlusione totale, sarà ovviamente sempre un medico a deciderle nel caso. Visto il disappunto per ritrovarsi con una carotide funzionante in meno nel giro di pochi mesi ci chiedevamo anche se queste attese di fronte a una nuova occlusione così repentina dopo il primo intervento fosse normale o meno. Detto banalmente: non era meglio procedere all'angioplastica dopo la prima visita di controllo di fronte a una nuova occlusione del 50-60% invece di attendere una seconda e intervenire comunque ma quando l'arteria era oramai chiusa?
Grazie. Saluti.
La scoperta dell'occlusione parziale alla carotide sx è derivata da un ricovero neurologico per accertamenti dovuti a qualche problema di memoria che ha dato esito negativi se non appunto per la occlusione e una forma depressiva non grave. L'occlusione è stata trattata come descritto in precedenza e la depressione, dopo il rifiuto di un primo farmaco per gli effetti collaterali, è ora trattata con Venlafaxina con un certo successo come descrivevo. Contestualmente al ricovero neurologico, è stata rilevata angina pectoris per cui si è intervenuto con tre stent. Di questi tre uno ha successivamente cicatrizzato ed è stato necessario allargarlo successivamente mentre per l'intervento alla carotide, come descritto e per le tempistiche scelte dai medici, non è più stato possibile per occlusione completa.
Mio padre nonostante tutto sta abbastanza bene. Riguardo alla occlusione totale alla carotide non ha mostrato peggioramento cognitivo o di memoria rispetto alla situazione precedente né problemi motori, la altre arterie paiono compensare. La mia richiesta riguardava l'esistenza o meno di pratiche chirurgiche per il recupero di una occlusione totale, sarà ovviamente sempre un medico a deciderle nel caso. Visto il disappunto per ritrovarsi con una carotide funzionante in meno nel giro di pochi mesi ci chiedevamo anche se queste attese di fronte a una nuova occlusione così repentina dopo il primo intervento fosse normale o meno. Detto banalmente: non era meglio procedere all'angioplastica dopo la prima visita di controllo di fronte a una nuova occlusione del 50-60% invece di attendere una seconda e intervenire comunque ma quando l'arteria era oramai chiusa?
Grazie. Saluti.
[#3]
Utente
Aggiungo per completezza due referti, nel caso qualcuno voglia aggiungere una ulteriore risposta.
Angio TAC.
(ho scordato la parte sulle carotidi ma è chiara nelle conclusioni e nella descrizione successiva dell'intervento)
Arterie vertebrali. Entrambe presentano alterazione prossimale imeediatamente post-ostiale, placca mista a sx con stenosi superiore al 50%; placca mista a dx con stenosi al limite del 50%. Normalità dei decorsi successivi delle arterie vertebrali che sono lineari in calibro, pervie, senza manifestazioni ateromastiche.
Vasi intracranici. Normalità del tronco vertebrobasilare; placchette calcifiche senza stenosi significative della carotide transcranica di dx; calcificazione a binario delle carotidi intracraniche. Nulla da segnalare sulle arterie cerebrali.
Conclusioni. Occlusione del segmento prossimale della carotide interna sx, il vaso si ricanalizza a lento flusso nel segmento medio-distale ed è pervio fino al segmento intracranico; placca molle placca mista nel segmento prossimale della carotide interna di dx con rimodellamento positivo del vaso. Stenosi significativa in sede post-ostiale sull'arteria vertebrale di sx, al limite del 50% in quella di dx.
Procedure e terapie mediche/chirurgiche durante la degenza.
Approccio arterioso femorale comune dx, ecoguidato, con induttore 8F, previa anestesia locale. Tramite catetere 5F si selettiva la CCA sx; all'arteriografia preliminare si documenta occlusione dell'ICA sx all'origine; pervia l'arteria carotide esterna. Si decide di non procedere oltre. Emostasi con Angioseal.
Angio TAC.
(ho scordato la parte sulle carotidi ma è chiara nelle conclusioni e nella descrizione successiva dell'intervento)
Arterie vertebrali. Entrambe presentano alterazione prossimale imeediatamente post-ostiale, placca mista a sx con stenosi superiore al 50%; placca mista a dx con stenosi al limite del 50%. Normalità dei decorsi successivi delle arterie vertebrali che sono lineari in calibro, pervie, senza manifestazioni ateromastiche.
Vasi intracranici. Normalità del tronco vertebrobasilare; placchette calcifiche senza stenosi significative della carotide transcranica di dx; calcificazione a binario delle carotidi intracraniche. Nulla da segnalare sulle arterie cerebrali.
Conclusioni. Occlusione del segmento prossimale della carotide interna sx, il vaso si ricanalizza a lento flusso nel segmento medio-distale ed è pervio fino al segmento intracranico; placca molle placca mista nel segmento prossimale della carotide interna di dx con rimodellamento positivo del vaso. Stenosi significativa in sede post-ostiale sull'arteria vertebrale di sx, al limite del 50% in quella di dx.
Procedure e terapie mediche/chirurgiche durante la degenza.
Approccio arterioso femorale comune dx, ecoguidato, con induttore 8F, previa anestesia locale. Tramite catetere 5F si selettiva la CCA sx; all'arteriografia preliminare si documenta occlusione dell'ICA sx all'origine; pervia l'arteria carotide esterna. Si decide di non procedere oltre. Emostasi con Angioseal.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.8k visite dal 09/11/2019.
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