Calze elastiche dopo intervento
Buongiorno gentili dottori,
sei giorni fa sono stata sottoposta a biopsia escissionale di adenopatia laterocervicale. Quando mi hanno chiamato per il ricovero mi hanno detto di portare con me delle calze elastiche, 140 denari, in quanto (mi pare di ricordare queste parole) "qualsiasi intervento che dura più di un'ora e mezza prevede l'utilizzo delle calze". Sono andata in sala operatoria già con le calze. Alla dimissione ho chiesto se dovevo continuare a portarle e mi è stato detto che è meglio, ancora per 15/20 gg. Non mi sono ricordata di chiedere se dovevo indossarle anche di notte. In ospedale l'ho fatto, ma semplicemente perché nessuno mi ha detto il contrario.
Non ricordo se quando è stata compilata la cartella clinica e fatte le varie domande per l'anamnesi ho parlato del fatto che ho sicuramente dei capillari nelle gambe, in particolare dietro un ginocchio e zona caviglie. Nella stagione calda ho da qualche anno pesantezza alle gambe e i piedi si gonfiano un po' se porto tacchi o scarpe un po' fascianti. Il mmg ha ritenuto sufficiente un integratore (compresse e crema, non so se posso fare il nome commerciale). Mia mamma soffriva di vene varicose e aveva avuto la flebite in almeno due occasioni. Lo riporto, non so se è un dettaglio rilevante.
Fatta questa premessa mi chiedevo se non fosse eccessivo l'uso delle calze per i 15/20 gg, nonché un vostro parere se sia opportuno o meno indossarle anche di notte. So bene che queste domande andrebbero fatte ai medici che mi hanno avuto in cura ma sapete anche che non di rado accade che parte delle cose che intendiamo chiedere poi ci dimentichiamo. Avevo pure un taccuino dove mi sono segnata tutte le domande, questa mi è sfuggita :).
Al prossimo controllo prefissato ovviamente chiederò.
Nel frattempo, ovviamente, mi sto attenendo a quanto mi è stato indicato.
Ringrazio anticipatamente per una vostra risposta e auguro buon lavoro.
sei giorni fa sono stata sottoposta a biopsia escissionale di adenopatia laterocervicale. Quando mi hanno chiamato per il ricovero mi hanno detto di portare con me delle calze elastiche, 140 denari, in quanto (mi pare di ricordare queste parole) "qualsiasi intervento che dura più di un'ora e mezza prevede l'utilizzo delle calze". Sono andata in sala operatoria già con le calze. Alla dimissione ho chiesto se dovevo continuare a portarle e mi è stato detto che è meglio, ancora per 15/20 gg. Non mi sono ricordata di chiedere se dovevo indossarle anche di notte. In ospedale l'ho fatto, ma semplicemente perché nessuno mi ha detto il contrario.
Non ricordo se quando è stata compilata la cartella clinica e fatte le varie domande per l'anamnesi ho parlato del fatto che ho sicuramente dei capillari nelle gambe, in particolare dietro un ginocchio e zona caviglie. Nella stagione calda ho da qualche anno pesantezza alle gambe e i piedi si gonfiano un po' se porto tacchi o scarpe un po' fascianti. Il mmg ha ritenuto sufficiente un integratore (compresse e crema, non so se posso fare il nome commerciale). Mia mamma soffriva di vene varicose e aveva avuto la flebite in almeno due occasioni. Lo riporto, non so se è un dettaglio rilevante.
Fatta questa premessa mi chiedevo se non fosse eccessivo l'uso delle calze per i 15/20 gg, nonché un vostro parere se sia opportuno o meno indossarle anche di notte. So bene che queste domande andrebbero fatte ai medici che mi hanno avuto in cura ma sapete anche che non di rado accade che parte delle cose che intendiamo chiedere poi ci dimentichiamo. Avevo pure un taccuino dove mi sono segnata tutte le domande, questa mi è sfuggita :).
Al prossimo controllo prefissato ovviamente chiederò.
Nel frattempo, ovviamente, mi sto attenendo a quanto mi è stato indicato.
Ringrazio anticipatamente per una vostra risposta e auguro buon lavoro.
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CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA
Gentile Utente,
esistono specifiche tipologie di calza per la prevenzione tromboembolica che non sembrerebbero corrispondere a quella da lei riferita.
Comprenderà la impossibilità di fornirle a distanza pareri diversi da quelli di chi la segue dal vivo e che sono per altro in possesso di elementi di valutazione a noi inaccessibili.
A prescindere dalla condizione contingente e in base ai rilievi anamnestici che riferisce il suo stato potrebbe richiedere in ogni caso una valutazione specialistica con ecocolordoppler.
Gentile Utente,
esistono specifiche tipologie di calza per la prevenzione tromboembolica che non sembrerebbero corrispondere a quella da lei riferita.
Comprenderà la impossibilità di fornirle a distanza pareri diversi da quelli di chi la segue dal vivo e che sono per altro in possesso di elementi di valutazione a noi inaccessibili.
A prescindere dalla condizione contingente e in base ai rilievi anamnestici che riferisce il suo stato potrebbe richiedere in ogni caso una valutazione specialistica con ecocolordoppler.
Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1
[#2]
Utente
La ringrazio Dr. Piscitelli per la sua cortese e celere risposta.
Si, so che esistono le calze antitrombo, le ho viste indosso ad altri pazienti ricoverati nel reparto. A giudicare dalle "ferite chirurgiche" che mostravano erano sicuramente pazienti che avevano subito interventi più invasivi e quindi credo anche più lunghi del mio, nonché sicuramente soggetti ad un periodo più lungo di immobilità o di poca mobilità, quale può essere quella da ricoverati in un ospedale.
Mi rendo anche conto che è un po' difficile rispondere alla mia domanda, per le ragioni da lei evidenziate. Cercherò di chiarire meglio al prossimo controllo post operatorio.
Provo, tuttavia, a farle un'altra domanda. Le calze per prevenire il rischio tromboembolico si usano per qualsiasi intervento di una certa importanza, anche se non si tratta di intervento che interessa gli arti inferiori? Glielo chiedo perché, per esempio, il mio compagno circa due anni fa ha subito una tiroidectomia, con un intervento durato almeno il doppio del tempo rispetto al mio e non venne richiesto/indicato l'uso di calze antitrombo, nè di calze elastiche.
Per ciò che concerne, infine, la valutazione con ecocolordoppler so che probabilmente è un qualcosa che è opportuno fare e che già io pensavo di fare. La ringrazio comunque della sua indicazione. Che rischi ci sono nel procrastinare più in là tale valutazione? Glielo chiedo perché, a seconda dell'esito dell'istologico, è possibile che mi debba confrontare con qualcosa che non ammette procrastinazioni. Grazie ancora per la sua risposta
Si, so che esistono le calze antitrombo, le ho viste indosso ad altri pazienti ricoverati nel reparto. A giudicare dalle "ferite chirurgiche" che mostravano erano sicuramente pazienti che avevano subito interventi più invasivi e quindi credo anche più lunghi del mio, nonché sicuramente soggetti ad un periodo più lungo di immobilità o di poca mobilità, quale può essere quella da ricoverati in un ospedale.
Mi rendo anche conto che è un po' difficile rispondere alla mia domanda, per le ragioni da lei evidenziate. Cercherò di chiarire meglio al prossimo controllo post operatorio.
Provo, tuttavia, a farle un'altra domanda. Le calze per prevenire il rischio tromboembolico si usano per qualsiasi intervento di una certa importanza, anche se non si tratta di intervento che interessa gli arti inferiori? Glielo chiedo perché, per esempio, il mio compagno circa due anni fa ha subito una tiroidectomia, con un intervento durato almeno il doppio del tempo rispetto al mio e non venne richiesto/indicato l'uso di calze antitrombo, nè di calze elastiche.
Per ciò che concerne, infine, la valutazione con ecocolordoppler so che probabilmente è un qualcosa che è opportuno fare e che già io pensavo di fare. La ringrazio comunque della sua indicazione. Che rischi ci sono nel procrastinare più in là tale valutazione? Glielo chiedo perché, a seconda dell'esito dell'istologico, è possibile che mi debba confrontare con qualcosa che non ammette procrastinazioni. Grazie ancora per la sua risposta
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Oltre la durata dell’intervento esistono altri parametri di valutazione del rischio tromboembolico basati sulla tipologia dell’intervento e su eventuali indici di rischio legati al paziente, che sarebbe qui lungo enumerare, ma facilmente rintracciabili nella rete.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.7k visite dal 18/07/2019.
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