Flebite al braccio dopo salasso
Gentili dottori,
espongo un problema che mi assilla dal 19/10/2008.
Dopo un salasso effettuato in una struttura specializzata,il giorno seguente mi si è formato un evidente ematoma nella parte retrostante il salasso al braccio destro e più precisamente dal gomito all'ascella. Poichè il braccio in quel momento non faceva male ho sottovalutato l'accaduto passando della pomata per ematomi.Purtroppo il giorno seguente il braccio è gonfiato con conseguente bruciore della parte interessata oltre ad un evidente irrigidimento della vena dove avevo effettuato il prelievo.Mi reco presso un medico (il classico medico di famiglia) che toccando la parte mi diagnosticava una lieve flebite dandomi una pomata (Reparil) da passare 2 volte al giorno.Il gonfiore però non passava e neanche il dolore quindi decido di recarmi presso un cardiologo vicino casa mia che effettuando un ecodopler (spero di scriva così) mi diagnosticava un grumo all'interno della vena e mi prescriveva delle punture di seliparina.Il gonfiore ed il bruciore comincia a passare ma passato il ciclo di punture (n°6) ricomincia il dolore.Concludendo, sono giunto a fare un totale di 30 punture oltre a mettere un'infinità di pomate, il problema è che il dolore adesso è sceso e si è spostato in prossimità del polso. Non è un dolore forte come in precedenza ma comunque fastidioso. Ho notato che tenendo il braccio al caldo il dolore affievolisce così per il momento porto una benda elastica di lana, faccio bene?che altro potrei fare per far svanire questo dolore e porre rimedio a questa flebite? Da analisi fatte è emerso tutto regolare a parte un elevato numero di globuli rossi che comportano un sangue più denso.
Grazie
espongo un problema che mi assilla dal 19/10/2008.
Dopo un salasso effettuato in una struttura specializzata,il giorno seguente mi si è formato un evidente ematoma nella parte retrostante il salasso al braccio destro e più precisamente dal gomito all'ascella. Poichè il braccio in quel momento non faceva male ho sottovalutato l'accaduto passando della pomata per ematomi.Purtroppo il giorno seguente il braccio è gonfiato con conseguente bruciore della parte interessata oltre ad un evidente irrigidimento della vena dove avevo effettuato il prelievo.Mi reco presso un medico (il classico medico di famiglia) che toccando la parte mi diagnosticava una lieve flebite dandomi una pomata (Reparil) da passare 2 volte al giorno.Il gonfiore però non passava e neanche il dolore quindi decido di recarmi presso un cardiologo vicino casa mia che effettuando un ecodopler (spero di scriva così) mi diagnosticava un grumo all'interno della vena e mi prescriveva delle punture di seliparina.Il gonfiore ed il bruciore comincia a passare ma passato il ciclo di punture (n°6) ricomincia il dolore.Concludendo, sono giunto a fare un totale di 30 punture oltre a mettere un'infinità di pomate, il problema è che il dolore adesso è sceso e si è spostato in prossimità del polso. Non è un dolore forte come in precedenza ma comunque fastidioso. Ho notato che tenendo il braccio al caldo il dolore affievolisce così per il momento porto una benda elastica di lana, faccio bene?che altro potrei fare per far svanire questo dolore e porre rimedio a questa flebite? Da analisi fatte è emerso tutto regolare a parte un elevato numero di globuli rossi che comportano un sangue più denso.
Grazie
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Gentile signore,
il trattamento consigliato dal collega cardiologo è stato corretto. Dalla sua storia Lei ha tutti i classici sintomi di una tromboflebite dell'arto superiore che va trattata con decisione fino a completa risoluzione.
Il periodo di tempo della terapia, però, può variare in relazione a vari fattori che solo il suo medico curante può valutare soprattutto in base alla visita clinica.
L'unica cosa su cui mi permetto di intervenire è di evitare assolutamente l'applicazione di calore.
E' vero che soggettivamente Lei ha la sensazione di stare meglio. La ragione della sensazione di "benessere" è legata al fatto che il fenomeno infiammatorio coinvolge anche la muscolatura del braccio che va progressivamente in contrattura. La contrattura della muscolatura crea una situazione di sub-ischemia del tessuto muscolare e quindi aumenta a sua volta la contrattura. Spesso il tutto crea un circolo vizioso che si autoalimenta.
Applicando calore Lei induce una vasodilatazione locale e un miglioramento dell'ischemia (=dolore) del muscolo e quindi crede di stare meglio.
In realtà alimenta il focolaio infiammatorio intra e perivenoso con forti rischi locali e generali.
In poche parole se Lei aggiunge calore ad una situazione dove già c'è una tendenza dei tessuti a riscaldarsi per la flebite, peggiora la situazione.
Al contrario in questi casi è bene applicare una borsa di ghiaccio (non più di 20-25' nello stesso punto) nell'area venosa interessata dalla tromboflebite, da ripetere più volte al giorno.
Altro suggerimento è quello di mantenere l'arto elevato con un tutore per la spalla con cuscino a 45° quando in piedi. Inoltre può essere utile una ginnastica vascolare gentile eseguita con apertura e chiusura a pugno della mano per facilitare il ritorno venoso.
A guarigione avvenuta e terminata la terapia con Seleparina, a distanza di almeno 10 gg dal termine della terapia, sarà bene che Lei ripeta gli esami del sangue in associazione alla ricerca dei fattori di rischio per la Trombosi Venosa Profonda.
Il tutto va seguito attentamente dal suo medico curante.
Augurandole un buon 2009, cordialmente
il trattamento consigliato dal collega cardiologo è stato corretto. Dalla sua storia Lei ha tutti i classici sintomi di una tromboflebite dell'arto superiore che va trattata con decisione fino a completa risoluzione.
Il periodo di tempo della terapia, però, può variare in relazione a vari fattori che solo il suo medico curante può valutare soprattutto in base alla visita clinica.
L'unica cosa su cui mi permetto di intervenire è di evitare assolutamente l'applicazione di calore.
E' vero che soggettivamente Lei ha la sensazione di stare meglio. La ragione della sensazione di "benessere" è legata al fatto che il fenomeno infiammatorio coinvolge anche la muscolatura del braccio che va progressivamente in contrattura. La contrattura della muscolatura crea una situazione di sub-ischemia del tessuto muscolare e quindi aumenta a sua volta la contrattura. Spesso il tutto crea un circolo vizioso che si autoalimenta.
Applicando calore Lei induce una vasodilatazione locale e un miglioramento dell'ischemia (=dolore) del muscolo e quindi crede di stare meglio.
In realtà alimenta il focolaio infiammatorio intra e perivenoso con forti rischi locali e generali.
In poche parole se Lei aggiunge calore ad una situazione dove già c'è una tendenza dei tessuti a riscaldarsi per la flebite, peggiora la situazione.
Al contrario in questi casi è bene applicare una borsa di ghiaccio (non più di 20-25' nello stesso punto) nell'area venosa interessata dalla tromboflebite, da ripetere più volte al giorno.
Altro suggerimento è quello di mantenere l'arto elevato con un tutore per la spalla con cuscino a 45° quando in piedi. Inoltre può essere utile una ginnastica vascolare gentile eseguita con apertura e chiusura a pugno della mano per facilitare il ritorno venoso.
A guarigione avvenuta e terminata la terapia con Seleparina, a distanza di almeno 10 gg dal termine della terapia, sarà bene che Lei ripeta gli esami del sangue in associazione alla ricerca dei fattori di rischio per la Trombosi Venosa Profonda.
Il tutto va seguito attentamente dal suo medico curante.
Augurandole un buon 2009, cordialmente
Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante
[#3]
Utente
buongiorno, scusate se scrivo ancora in questa pagina ma purtroppo non so ancora cosa fare. Stavo cominciando a stare meglio, il braccio non faceva male ed il gonfiore era quasi scomparso, ma purtroppo è già da tre giorni e più che accuso un bruciore al braccio in prossimità del polso (zona dove si era spostata la flebite) ed un leggero gonfiore.Andando da un angologo della zona mi ha detto che è normale e che ci vuole tempo. Altre punture di seleparina me le sconsiglia dato che sono arrivato alle famose 30 punture.Ma a questo punto è così oppure non riescono a trovare soluzione? Al tatto noto che ho la vena indurita e che stendendo la mano e quindi contraendo il muscolo sento un pò di dolore.Che fare?ormai è da ottobre che ho questi sintomi.Comincio ad essere seriamente preoccupato, dato che alcuni (non medici) sostengono che rischio embolia o ictus e questo mi fa stare ancora di più in apprensione.Grazie
[#4]
Gentile signore,
a volte l'esito di una tromboflebite può essere quello di una trombizzazione (=chiusura definitiva del lume della vena), ma questo non è un problema perchè la natura ci ha regalato tante vene e quindi il sangue per tornare al cuore trova comunque molte strade.
Segua quanto le consiglia il suo angiologo e si faccia controllare nuovamente da lui.
Cordialità
Dr. A. Valassina
a volte l'esito di una tromboflebite può essere quello di una trombizzazione (=chiusura definitiva del lume della vena), ma questo non è un problema perchè la natura ci ha regalato tante vene e quindi il sangue per tornare al cuore trova comunque molte strade.
Segua quanto le consiglia il suo angiologo e si faccia controllare nuovamente da lui.
Cordialità
Dr. A. Valassina
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 33.1k visite dal 03/01/2009.
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