Vene varicose e palestra
Buonasera Spett.li Dottori,
Vi scrivo per chiedere un parere in merito la situazione dalla mia safena sinistra che da qualche anno risulta dilatata per quasi tutta la sua lunghezza. Purtroppo lavoro, stile di vita e genetica non sono dalla mia. Sono un amante della palestra e del bodybuilding, lavoro nel commercio e sono almeno 10 ore al giorno in piedi e mia mamma soffre ed è già stata operata diverse volte per problemi legati alle vene varicose, a tutto questo aggiungo che purtroppo spesso soffro anche di emorroidi.
La palestra mi fa stare bene, mi da sfogo, e serenità mentale. Mi regolarizza alimentazione, abitudini e soprattutto mi da degli obiettivi a breve e lungo termine. Non ho trovato altri sport paragonabili, essendo stato sempre uno sportivo così appaganti per me. Il lavoro che faccio non posso cambiarlo e purtroppo/per fortuna in piedi ci devo stare. La genetica ce la teniamo anche quella. Premetto che non soffro alcun tipo di mal di gambe, non ho formicolii, pesantezza, calore etc. Le mi gambe "stanno bene" ma quanto fastidio mi da all'occhio quella safena sinistra dilatata e sgraziata con i pantaloncini corti....
Ho già effettuato un anno e mezzo fa un eco-color doppler agli arti inferiori con questo referto:
-
"Incontinenza valvolare dell'ostio safeno - femorale di grado marcato a sinistra e di grado lieve a destra durante manovra di Valsavia. A sinistra la grande safena appare ectastica nel tratto di coscia e varicoectastica nel tratto di gamba coinvolgendo inoltre anche il suo arco posteriore che si presenta marcatamente varicoectastico; sono presenti diffusi reflussi in ortostatismo. A destra la grande safena si presenta lievemente diffusamente ectasica in assenza di formazioni varicose ma in presenza di iniziali reflussi endoluminali in ortostatismo. Incontinente la piccola safena sinistra dell'ostio popliteo - safenico. Lievemente ectastica ma ancora continente la piccola safena destra.
Non si rilevano immagini riferibili a trombosi venosa profonda e/o trombosi venosa superficiale in atto.
Incontinenza venosa cronica bilaterale, di grado marcato a sinistra. Paziente candidabile a safectomia sinistra. Utile adozione di calze elastiche 1ª classe terapeutica.
-
La mia domanda è questa, come mi devo comportare in merito. Attualmente è un problema prettamente estetico, ma come posso migliorarlo... Ne ho sentite tantissime, stripping, CHIVA, etc etc.
La devo togliere ora? La dovrò togliere
Di certo passata l'estate tornerò in palestra e a lavoro indossando delle calze terapeutiche.
Per il resto? Sbaglio a mantenere la palestra tra le mie attività? So che così facendo peggiorerò solo la mia situazione venosa, ma d'altro canto posso rinunciare a delle passioni vere che mi fanno stare BENE e 29 anni?
Spero nei vostri consigli e nella vostra professionalità. Grazie per l'attenzione
Vi scrivo per chiedere un parere in merito la situazione dalla mia safena sinistra che da qualche anno risulta dilatata per quasi tutta la sua lunghezza. Purtroppo lavoro, stile di vita e genetica non sono dalla mia. Sono un amante della palestra e del bodybuilding, lavoro nel commercio e sono almeno 10 ore al giorno in piedi e mia mamma soffre ed è già stata operata diverse volte per problemi legati alle vene varicose, a tutto questo aggiungo che purtroppo spesso soffro anche di emorroidi.
La palestra mi fa stare bene, mi da sfogo, e serenità mentale. Mi regolarizza alimentazione, abitudini e soprattutto mi da degli obiettivi a breve e lungo termine. Non ho trovato altri sport paragonabili, essendo stato sempre uno sportivo così appaganti per me. Il lavoro che faccio non posso cambiarlo e purtroppo/per fortuna in piedi ci devo stare. La genetica ce la teniamo anche quella. Premetto che non soffro alcun tipo di mal di gambe, non ho formicolii, pesantezza, calore etc. Le mi gambe "stanno bene" ma quanto fastidio mi da all'occhio quella safena sinistra dilatata e sgraziata con i pantaloncini corti....
Ho già effettuato un anno e mezzo fa un eco-color doppler agli arti inferiori con questo referto:
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"Incontinenza valvolare dell'ostio safeno - femorale di grado marcato a sinistra e di grado lieve a destra durante manovra di Valsavia. A sinistra la grande safena appare ectastica nel tratto di coscia e varicoectastica nel tratto di gamba coinvolgendo inoltre anche il suo arco posteriore che si presenta marcatamente varicoectastico; sono presenti diffusi reflussi in ortostatismo. A destra la grande safena si presenta lievemente diffusamente ectasica in assenza di formazioni varicose ma in presenza di iniziali reflussi endoluminali in ortostatismo. Incontinente la piccola safena sinistra dell'ostio popliteo - safenico. Lievemente ectastica ma ancora continente la piccola safena destra.
Non si rilevano immagini riferibili a trombosi venosa profonda e/o trombosi venosa superficiale in atto.
Incontinenza venosa cronica bilaterale, di grado marcato a sinistra. Paziente candidabile a safectomia sinistra. Utile adozione di calze elastiche 1ª classe terapeutica.
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La mia domanda è questa, come mi devo comportare in merito. Attualmente è un problema prettamente estetico, ma come posso migliorarlo... Ne ho sentite tantissime, stripping, CHIVA, etc etc.
La devo togliere ora? La dovrò togliere
Di certo passata l'estate tornerò in palestra e a lavoro indossando delle calze terapeutiche.
Per il resto? Sbaglio a mantenere la palestra tra le mie attività? So che così facendo peggiorerò solo la mia situazione venosa, ma d'altro canto posso rinunciare a delle passioni vere che mi fanno stare BENE e 29 anni?
Spero nei vostri consigli e nella vostra professionalità. Grazie per l'attenzione
[#1]
CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA
Gentile Utente,
le Sue gambe non "stanno bene".
Lei è portatore di manifestazioni cliniche evidenti di insufficienza venosa avanzata, che non rappresentano solo un problema estetico, ma La lasciano esposta alla sintomatologia connessa, spesso ben tollerata nel soggetto maschile, e che potrebbe prima o poi manifestarsi acutamente lasciandola oltretutto esposto alle possibili complicazioni (flebiti, dermatiti, ulcerazioni, ecc.).
Inoltre che la malattia, già manifesta, tende naturalmente a peggiorare nel tempo.
Consideri infine che le attività cui è dedito (palestra, bodybuilding) rappresentano una forte controindicazione per le patologie da cui è affetto (insufficienza venosa, emorroidi). Molto più indicati sarebbero esercizi a corpo libero (senza resistenze) o sport acquatici.
Si affidi ad uno Specialista Chirurgo Vascolare, che saprà individuare il trattamento più indicato nel Suo caso.
Gentile Utente,
le Sue gambe non "stanno bene".
Lei è portatore di manifestazioni cliniche evidenti di insufficienza venosa avanzata, che non rappresentano solo un problema estetico, ma La lasciano esposta alla sintomatologia connessa, spesso ben tollerata nel soggetto maschile, e che potrebbe prima o poi manifestarsi acutamente lasciandola oltretutto esposto alle possibili complicazioni (flebiti, dermatiti, ulcerazioni, ecc.).
Inoltre che la malattia, già manifesta, tende naturalmente a peggiorare nel tempo.
Consideri infine che le attività cui è dedito (palestra, bodybuilding) rappresentano una forte controindicazione per le patologie da cui è affetto (insufficienza venosa, emorroidi). Molto più indicati sarebbero esercizi a corpo libero (senza resistenze) o sport acquatici.
Si affidi ad uno Specialista Chirurgo Vascolare, che saprà individuare il trattamento più indicato nel Suo caso.
Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1
[#3]
L'indicazione al trattamento chirurgico, il tipo di tecnica e l'estensione, vanno ovviamente confermate e pianificate da una accurata valutazione dal vivo e impossibile da fare a distanza.
In campo flebologico hanno attualmente trovato affermazione diverse metodiche chirurgiche e non per le quali, al di là di condizioni specifiche che le rendano di volta in volta più indicate, valgono la competenza e le convinzioni di chi le applica.
Ogni tecnica presenta infatti risultati variabili e può prestarsi a sequele e possibili complicazioni.
Anche la chirurgia tradizionale nel corso degli anni, in mani esperte, è andata incontro a notevoli miglioramenti in termini di selezione delle indicazioni, estensione dell'atto chirurgico, invasività, possibilità di essere eseguita in regime di day-surgery (in qualche caso addirittura ambulatoriale), risultato funzionale ed estetico eccellente.
Altre metodiche si avvalgono della esperienza di operatori che vi si sono dedicati e della "disponibilità" di attrezzature, il cui impiego è indicato in particolari condizioni, ma non in tutte, non restando per altro esenti dall'alea delle complicazioni che accompagna qualunque procedura invasiva.
E' facile quindi che possa trovare nella rete (e non solo) opinioni diverse e contrastanti, per cui la scelta resta fondata sulla identificazione di un operatore esperto e affidabile, che sappia applicare tutte le tecniche disponibili scegliendo quella più approrpiata al singolo caso (piuttosto che quella sola a lui accessibile) e che soprattutto effettui un preciso "mappaggio" ecografico preoperatorio per una corretta programmazione della estensione e strategia dell'atto chirurgico.
In campo flebologico hanno attualmente trovato affermazione diverse metodiche chirurgiche e non per le quali, al di là di condizioni specifiche che le rendano di volta in volta più indicate, valgono la competenza e le convinzioni di chi le applica.
Ogni tecnica presenta infatti risultati variabili e può prestarsi a sequele e possibili complicazioni.
Anche la chirurgia tradizionale nel corso degli anni, in mani esperte, è andata incontro a notevoli miglioramenti in termini di selezione delle indicazioni, estensione dell'atto chirurgico, invasività, possibilità di essere eseguita in regime di day-surgery (in qualche caso addirittura ambulatoriale), risultato funzionale ed estetico eccellente.
Altre metodiche si avvalgono della esperienza di operatori che vi si sono dedicati e della "disponibilità" di attrezzature, il cui impiego è indicato in particolari condizioni, ma non in tutte, non restando per altro esenti dall'alea delle complicazioni che accompagna qualunque procedura invasiva.
E' facile quindi che possa trovare nella rete (e non solo) opinioni diverse e contrastanti, per cui la scelta resta fondata sulla identificazione di un operatore esperto e affidabile, che sappia applicare tutte le tecniche disponibili scegliendo quella più approrpiata al singolo caso (piuttosto che quella sola a lui accessibile) e che soprattutto effettui un preciso "mappaggio" ecografico preoperatorio per una corretta programmazione della estensione e strategia dell'atto chirurgico.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 20.3k visite dal 23/04/2016.
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