Sindrome post flebitica
A seguito di una tvp al tricipite surale comparsa a settembre 2014, ricanalizzata mediante eparina per 4 mesi, mi è stata diagnosticata la Sindrome post trombotica. Negli ultimi mesi le vene sotto il polpaccio si sono dilatate e non posso stare in in piedi immobile per più d'una decina di minuti. Al lavoro, sono impiegato, devo tenere la gamba poggiata su una seconda sedia o sulla scrivania per attenuare almeno parzialmente i sintomi. Gli specialisti consultati mi hanno prescritto solo la calza elastica escludendo interventi chirurgici (alto rischio recidive) o medicinali per rafforzamento pareti vasi. Considerato che so peggiorando velocemente vorrei capire se è possibile e/o consigliabile intervenire chirurgicamente prima che le vene dell'arto vengano compromesse ed eventualmente quali ospedali effettuano l'intervento e con quali risultati statistici in termini di recidive.
Vorrei anche sapere se esiste la possibilità, anche in via del tutto teorica, di riattivare la funzionalità delle valvole danneggiate mediante l'esercizio fisico leggero ma ripetuto e prolungato.
Non riuscendo ad accettare questa invalidazione improvvisa sto valutando l'ipotesi,per ora astratta, in caso di marcato peggioramento - lo so che sembrerà assurdo - dell'amputazione dell'arto. Ha senso?
Vorrei anche sapere se esiste la possibilità, anche in via del tutto teorica, di riattivare la funzionalità delle valvole danneggiate mediante l'esercizio fisico leggero ma ripetuto e prolungato.
Non riuscendo ad accettare questa invalidazione improvvisa sto valutando l'ipotesi,per ora astratta, in caso di marcato peggioramento - lo so che sembrerà assurdo - dell'amputazione dell'arto. Ha senso?
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Gentile utente, lei riferisce una serie di sintomi compatibili con una sindrome posttrombotica. Necessita sicuramente di una valutazione specialistica approfondita della sua situazione clinica, in primis con ecodoppler arterioso e venoso degli arti inferiori, eventualmente integrato dalla valutazione dei tempi di riempimento venosa con metodica fotopletismografica. Solo a seguito di tutto quanto sopra sarà possibile impostare la più corretta terapia, medica, elastocompressiva o chirurgica richiesta dal suo specifico caso. Si rivolga pertanto, e con sollecitudine, ad uno specialista chirurgo vascolare della sua regione. Resto a sua completa disposizione. Cordiali saluti.dott. Attilio Marchese
Prof. Attilio Marchese
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.4k visite dal 14/07/2015.
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