Varici pelviche
buongiorno, sono una donna di 38 anni, normopeso. ho 3 figli (12,10, 9 anni) e dalla prima gravidanza ha iniziato a manifestarsi un rigonfiamento delle vene pelviche. in seguito ho scoperto di soffrire di varici pelviche. ho sclerotizzato nel 2006 la vena ovarica sinistra e nel 2012 quella destra. ad oggi il problema che nel tempo è cmq degenerato, si presenta con evidenti varici esterne nella zona del perineo e del grande labbro sinistro, saltuariamente sento una forte pesantezza e fastidio che dal perineo entra nella coscia....
Questo fastidio sta diventando sempre più frequente, e lavorando seduta tutto il giorno, inizio ad essere insofferente già dopo alcune ore , le varici sono veramente molto gonfie e doloranti....con picchi dopo l'evacuazione....
dovendo riprendere in mano la situazione, vorrei un consiglio per capire a chi rivolgermi.... ad un angiologo, un chirurgo vascolare, etc...
potete consigliarmi qualcuno? grazie
Questo fastidio sta diventando sempre più frequente, e lavorando seduta tutto il giorno, inizio ad essere insofferente già dopo alcune ore , le varici sono veramente molto gonfie e doloranti....con picchi dopo l'evacuazione....
dovendo riprendere in mano la situazione, vorrei un consiglio per capire a chi rivolgermi.... ad un angiologo, un chirurgo vascolare, etc...
potete consigliarmi qualcuno? grazie
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CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA
Gentile Utente,
la evetualità della persistenza o della evoluzione di un varicocele pelvico già trattato mediante approccio angioradiologico è possibile a causa della complessità dell'anatomia venosa in quel distretto e del numero e varietà dei possibili "punti di fuga".
Potrebbe in prima istanza riproporre la problematica ad un Angioradiologo e successivamente sottoporsi alla valutazione di un Chirurgo Vascolare per considerare un eventuale trattamento chirurgico. Un approccio scleroterapico diretto (non angioradiologico) non è valutabile da questa sede, ma rientrerebbe anch'esso nelle competenze del Chirurgo Vascolare.
L'Angiologia, che è una branca non chirurgica, tratta per lo più patologie non bisognevoli di approccio invasivo.
Gentile Utente,
la evetualità della persistenza o della evoluzione di un varicocele pelvico già trattato mediante approccio angioradiologico è possibile a causa della complessità dell'anatomia venosa in quel distretto e del numero e varietà dei possibili "punti di fuga".
Potrebbe in prima istanza riproporre la problematica ad un Angioradiologo e successivamente sottoporsi alla valutazione di un Chirurgo Vascolare per considerare un eventuale trattamento chirurgico. Un approccio scleroterapico diretto (non angioradiologico) non è valutabile da questa sede, ma rientrerebbe anch'esso nelle competenze del Chirurgo Vascolare.
L'Angiologia, che è una branca non chirurgica, tratta per lo più patologie non bisognevoli di approccio invasivo.
Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1
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Il varicocele pelvico e' patologia difficile da diagnosticare perche ' purtroppo la diagnosi spesso e' casuale ed i sintomi di tale patologia sono ancora spesso misconosciuti dalla maggior parte dei medici.
Una volta fatta diagnosi , l'embolizzazione e' la procedura più indicata per risolvere sintomi e malattia.
Va eseguita in centri dedicati con operatori estremamente esperti in questo campo.
Personalmente eseguo questo intervento da quasi 20 anni e ritengo fondamentale la sua esecuzione in casi di varicocele sintomatico.
Una volta fatta diagnosi , l'embolizzazione e' la procedura più indicata per risolvere sintomi e malattia.
Va eseguita in centri dedicati con operatori estremamente esperti in questo campo.
Personalmente eseguo questo intervento da quasi 20 anni e ritengo fondamentale la sua esecuzione in casi di varicocele sintomatico.
Dr. Tommaso Lupattelli
Specialista in radiologia e radiologia interventistica
Specialista in chirurgia vascolare
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.6k visite dal 18/03/2015.
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