Indice mano insensibile
Salve sono una donna di 49 anni, fumo e faccio una vita movimentata. Da qualche settimana la prima falange dell'indice della mano destra diventa come addormentato, freddo e bianco. Sono un po' preoccupata. Cosa può essere? Premetto che vivo in una casa molto fredda e piena di umidità, lavo i piatti e tutto con l'acqua fredda. Aspetto un vostro parere grazie. Avrei anche una foto ma non so come inserirla.
[#1]
Gentile Utente,
da come descrive sintomi e segni sembrerebbe trattarsi, in senso lato, di una sindrome acroasfittica. Spesso viene identificata con il c.d. "fenomeno di Raynaud", ma un fenomeno di Raynaud p.d. ha altre due fasi (cianotica ed iperemica) che seguono quella asfittica. In pratica vuol dire che il dito, dopo essere divenuto bianco, dovrebbe divenire violaceo, poi rosso, per ritornare infine al colorito normale. Tutte le sindromi di questo tipo sono la manifestazione di un'abnorme reattività alle basse temperature
Il fenomeno di Raynaud e le sindromi ad esso correlate possono riconoscere molteplici cause; gli effetti da esse esplicate, comunque sono sempre riconducibile a tre meccanismi:
1) un danno delle arterie di medio o di piccolo calibro
2) un danno del nervo
3) un aumento della viscosità del sangue
Si può avere un'idea del fatto che sia operante il primo meccanismo piuttosto che uno degli altri due guardando la morfologia delle zone acroasfittiche; nel caso di danno vascolare esse seguono l'andamnto dei vasi, che è particolare nel caso delle dita della mano. L'interessamento contemporaneo di due metà, in senso longitudinale, di uno stesso dito depone più per un meccanismo neuropatico o collegato alla viscosità del sangue, mentre l'acroasfissia a carico di metà di due dita diverse, adiacenti, fa propendere per la presenza di un interessamento vascolare.
La terapia, oltrechè sintomatica, sarebbe quella della patologia che dà origine al fenomeno. A volte non è possibile individuare una causa di esso, e la manifestazione viene etichettata come idiopatica (nel caso di fenomeno di Raynaud idiopatico si parla di "malattia di Raynaud"); spesso, però, le persone affette da una malattia di Raynaud manifestano una patologia in un tempo successivo.
La base della terapia sintomatica, oltrechè da vasodilatatori, è costituita dalla protezione dal freddo. Contrariamente a quanto spesso ritenuto, però, la protezione non deve essere tanto locale (ad es. guanti), ma generale. L'organismo infatti reagisce alla termodispersione, anche quando avvenga a livello delle regioni centrali del corpo, con la vasocostrizione delle estremità. Nel caso di alterazione della vasomotilità come quella che dà origine all'acroasfissia, la vasocostrizione periferica innesca la manifestazione.
Cordialità
da come descrive sintomi e segni sembrerebbe trattarsi, in senso lato, di una sindrome acroasfittica. Spesso viene identificata con il c.d. "fenomeno di Raynaud", ma un fenomeno di Raynaud p.d. ha altre due fasi (cianotica ed iperemica) che seguono quella asfittica. In pratica vuol dire che il dito, dopo essere divenuto bianco, dovrebbe divenire violaceo, poi rosso, per ritornare infine al colorito normale. Tutte le sindromi di questo tipo sono la manifestazione di un'abnorme reattività alle basse temperature
Il fenomeno di Raynaud e le sindromi ad esso correlate possono riconoscere molteplici cause; gli effetti da esse esplicate, comunque sono sempre riconducibile a tre meccanismi:
1) un danno delle arterie di medio o di piccolo calibro
2) un danno del nervo
3) un aumento della viscosità del sangue
Si può avere un'idea del fatto che sia operante il primo meccanismo piuttosto che uno degli altri due guardando la morfologia delle zone acroasfittiche; nel caso di danno vascolare esse seguono l'andamnto dei vasi, che è particolare nel caso delle dita della mano. L'interessamento contemporaneo di due metà, in senso longitudinale, di uno stesso dito depone più per un meccanismo neuropatico o collegato alla viscosità del sangue, mentre l'acroasfissia a carico di metà di due dita diverse, adiacenti, fa propendere per la presenza di un interessamento vascolare.
La terapia, oltrechè sintomatica, sarebbe quella della patologia che dà origine al fenomeno. A volte non è possibile individuare una causa di esso, e la manifestazione viene etichettata come idiopatica (nel caso di fenomeno di Raynaud idiopatico si parla di "malattia di Raynaud"); spesso, però, le persone affette da una malattia di Raynaud manifestano una patologia in un tempo successivo.
La base della terapia sintomatica, oltrechè da vasodilatatori, è costituita dalla protezione dal freddo. Contrariamente a quanto spesso ritenuto, però, la protezione non deve essere tanto locale (ad es. guanti), ma generale. L'organismo infatti reagisce alla termodispersione, anche quando avvenga a livello delle regioni centrali del corpo, con la vasocostrizione delle estremità. Nel caso di alterazione della vasomotilità come quella che dà origine all'acroasfissia, la vasocostrizione periferica innesca la manifestazione.
Cordialità
dr Vincenzo Scrivano
ANGIOLOGO
[#3]
Si, certo. La comparsa di un fenomeno di Raynaud o, più in generale, di una sindrome acroasfittica in età adulta richiede sempre degli accertamenti, nell'ipotesi che questa, come specificato prima, sia la manifestazione di una patologia sottostante.
Riguardo agli accertamenti, questi sarebbero mirati a rilevare una causa di uno dei tre possibili meccanismi elencati sopra. Gli accertamenti possono essere diversi, e dipendono da cosa si stia cercando (o sospettando) di preciso. Fare tutto "a tappeto" rischia di divenire una sorta di gioco alla battaglia navale, in cui si cerca di centrare l'obbiettivo alla cieca. E' un atteggiamento poco produttivo, in quanto poco efficiente, costoso (non solo in termini meramente economici) e metodologicamente non corretto.
La scelta degli esami da fare, in questo così come in tutti gli altri casi, dipende dalle ipotesi diagnostiche; nel caso delle sindromi acrosfittiche, la formulazione di esse non può prescindere dalla clinica (anamnesi ed obiettività). L'esame del paziente (che nel caso specifico dovrebbe comprendere le manovre per la ricerca di sindrome dello stretto superiore ed il test di Allen) rimane insostituibile. E lo rimane perchè, qualunque cosa si possa sentire in giro o leggere sul Web, una mente pensante rimane un elemento necessario anche dietro una miriade di esami condotti con macchine ipertecnologiche. A tutt'oggi, non esistono macchine che possano sostituire il cervello.
Pertanto per proseguire negli accertamenti, è indispensabile che Lei venga vista da un medico che la visiti e gestisca il problema; sono sicuro che il suo Medico di Famiglia, qualora ritenesse preferibile non occuparsi personalmente del problema, saprà senz'altro a chi affidarla.
Ricambio gli auguri per le festività
Riguardo agli accertamenti, questi sarebbero mirati a rilevare una causa di uno dei tre possibili meccanismi elencati sopra. Gli accertamenti possono essere diversi, e dipendono da cosa si stia cercando (o sospettando) di preciso. Fare tutto "a tappeto" rischia di divenire una sorta di gioco alla battaglia navale, in cui si cerca di centrare l'obbiettivo alla cieca. E' un atteggiamento poco produttivo, in quanto poco efficiente, costoso (non solo in termini meramente economici) e metodologicamente non corretto.
La scelta degli esami da fare, in questo così come in tutti gli altri casi, dipende dalle ipotesi diagnostiche; nel caso delle sindromi acrosfittiche, la formulazione di esse non può prescindere dalla clinica (anamnesi ed obiettività). L'esame del paziente (che nel caso specifico dovrebbe comprendere le manovre per la ricerca di sindrome dello stretto superiore ed il test di Allen) rimane insostituibile. E lo rimane perchè, qualunque cosa si possa sentire in giro o leggere sul Web, una mente pensante rimane un elemento necessario anche dietro una miriade di esami condotti con macchine ipertecnologiche. A tutt'oggi, non esistono macchine che possano sostituire il cervello.
Pertanto per proseguire negli accertamenti, è indispensabile che Lei venga vista da un medico che la visiti e gestisca il problema; sono sicuro che il suo Medico di Famiglia, qualora ritenesse preferibile non occuparsi personalmente del problema, saprà senz'altro a chi affidarla.
Ricambio gli auguri per le festività
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 16.6k visite dal 22/12/2014.
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