Seleparina post safenectomia
Gentili dottori,
mia madre di anni 70 è stata recentemente operata di safenectomia arto inferiore sinistro mediante stripping con legature di collaterali flebectomie multiple; l'intervento è tecnicamente riuscito; all'atto delle dimissioni è stata prescritta , per 30 giorni, la seleparina 0,3 1 fl al giorno:a tal riguardo però altri medici mi hanno detto che non è necessaria la predetta terapia essendo sufficiente una quotidiana dembulazione dell'arto o comunque la suddetta terapia ma per un tempo ridotto di 15 gg .
Prima dell'intervento mia madre non aveva effettuato alcuna terapia preventiva preparatoria ,salvo l'assunzione, 12 ore prima del deltacortene 2 cp da 25.
Ad oggi mia madre ha già assunto due dosi della suddetta seleparina, e durante il ricovero in day surgery so che è stata trattata con tale farmaco o similare.
In considerazione dello stato di incertezza ingenerato da diverse opinioni , resto cortesemente in attesa di vostro autorevole parere
Grazie
mia madre di anni 70 è stata recentemente operata di safenectomia arto inferiore sinistro mediante stripping con legature di collaterali flebectomie multiple; l'intervento è tecnicamente riuscito; all'atto delle dimissioni è stata prescritta , per 30 giorni, la seleparina 0,3 1 fl al giorno:a tal riguardo però altri medici mi hanno detto che non è necessaria la predetta terapia essendo sufficiente una quotidiana dembulazione dell'arto o comunque la suddetta terapia ma per un tempo ridotto di 15 gg .
Prima dell'intervento mia madre non aveva effettuato alcuna terapia preventiva preparatoria ,salvo l'assunzione, 12 ore prima del deltacortene 2 cp da 25.
Ad oggi mia madre ha già assunto due dosi della suddetta seleparina, e durante il ricovero in day surgery so che è stata trattata con tale farmaco o similare.
In considerazione dello stato di incertezza ingenerato da diverse opinioni , resto cortesemente in attesa di vostro autorevole parere
Grazie
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CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA
Gentile Utente,
la necessità di profilassi tromboembolica postsafenectomia incontra pareri contrastanti.
Se da un lato vi è il vantaggio di ridurre la possibilità di eventi trombotici, va considerato l'inevitabile incremento del sanguinamento in un intervento già di per sé emorragico, oltre che il rischio generico di accidenti emorragici in altra sede.
In realtà la stessa rimozione delle varici (fattore di rischio), la elastocompressione e la deambulazione precoce sarebbero sufficienti a minimizzare il rischio trombotico per l'arto trattato.
Altra linea di pensiero tende a tenere conto dell'attivazione trombogena stimolata dal trauma chirurgico stesso e dalle alterazioni parietali che abbiano interessato le vene perforanti e che potrebbe estendersi a sezioni del circolo venoso profondo, nonché interessare l'arto controlaterale.
Nella mia esperienza, in ossequio delle linee guida delle principali Società scientifiche, sono solito prescrivere EBPM nel postoperatorio di una safenectomia in casi selezionati, soprattutto in considerazione dell'età, delle condizioni generali, della configurazione corporea (sovrappeso, obesità) e di eventuali patologie concomitanti (cardiopatia, patologia respiratoria, ecc.), tenendo conto anche dell'attitudine del paziente ad osservare una corretta e attiva deambulazione.
Una adeguata gastroprotezione e la limitazione dell'uso concomitante di farmaci gastrolesivi o che interferiscano sulla coagulazione (anche FANS) è abituale.
Gentile Utente,
la necessità di profilassi tromboembolica postsafenectomia incontra pareri contrastanti.
Se da un lato vi è il vantaggio di ridurre la possibilità di eventi trombotici, va considerato l'inevitabile incremento del sanguinamento in un intervento già di per sé emorragico, oltre che il rischio generico di accidenti emorragici in altra sede.
In realtà la stessa rimozione delle varici (fattore di rischio), la elastocompressione e la deambulazione precoce sarebbero sufficienti a minimizzare il rischio trombotico per l'arto trattato.
Altra linea di pensiero tende a tenere conto dell'attivazione trombogena stimolata dal trauma chirurgico stesso e dalle alterazioni parietali che abbiano interessato le vene perforanti e che potrebbe estendersi a sezioni del circolo venoso profondo, nonché interessare l'arto controlaterale.
Nella mia esperienza, in ossequio delle linee guida delle principali Società scientifiche, sono solito prescrivere EBPM nel postoperatorio di una safenectomia in casi selezionati, soprattutto in considerazione dell'età, delle condizioni generali, della configurazione corporea (sovrappeso, obesità) e di eventuali patologie concomitanti (cardiopatia, patologia respiratoria, ecc.), tenendo conto anche dell'attitudine del paziente ad osservare una corretta e attiva deambulazione.
Una adeguata gastroprotezione e la limitazione dell'uso concomitante di farmaci gastrolesivi o che interferiscano sulla coagulazione (anche FANS) è abituale.
Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua cortese risposta.
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Io, però , ho notato che al quinto giorno di somministrazione di tale farmaco sono comparsi nuovi ematomi sulla gamba : vorrei sapere se questo sintomo è preoccupante e se debba o meno interrompere la somministrazione del farmaco su citato che mi è stato consigliato di assumerlo per 12 gg complessivi e non per 30
Grazie
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Io, però , ho notato che al quinto giorno di somministrazione di tale farmaco sono comparsi nuovi ematomi sulla gamba : vorrei sapere se questo sintomo è preoccupante e se debba o meno interrompere la somministrazione del farmaco su citato che mi è stato consigliato di assumerlo per 12 gg complessivi e non per 30
Grazie
[#3]
Non è possibile a distanza interferire o fornire valutazioni su terapie prescritte da altri. Comegià detto è possibile che il trattamento anticoagulante abbia accentuato i fenomeni emorragici che normalmente questo intervento comporta.
Premesso che un controllo postoperatorio in questa fase rientra nella norma e andrebbe eseguito dal Suo Chirurgo, è evenienza frequente che ematomi che si sviluppano in profondità si rendano più evidenti man mano che si supericializzino.
Premesso che un controllo postoperatorio in questa fase rientra nella norma e andrebbe eseguito dal Suo Chirurgo, è evenienza frequente che ematomi che si sviluppano in profondità si rendano più evidenti man mano che si supericializzino.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.2k visite dal 16/05/2013.
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