Necessario intervento? e quale?
buongioro,
sono un paziente di 72 anni, fumatore da 40 anni, in terapia diabete Mellito di tipo 2.
Pratico spesso tennis e sci a livello amatoriale e vorrei poter continuare queste attività senza accusare i forti dolori ai polpacci che da tempo mi affliggono.
Sono stato sottoposto a TEA carotidea DX nel Gennaio 2006, dopo la quale ho fortemente ridotto il fumo a circa 5 sigarette/settimana.
Per quanto riguarda la carotide SX risulta una "stenosi non superiore al 45%".
Riporto di seguito l'esito completo dell'EcoColorDoppler agli Arti inferiori a cui mi sono appena sottoposto:
"A destra pervietà dell'arteria femorale comune, femorale profonda, femorale superficiale, poplitea, tibiale anteriore e tibiale posteriore, coinvolte da ateromasia di grado severo condizionante, diffuse calcificazioni ed irregolarità parietali, regolari per calibro e decorso. Presenza di stenosi emodinamicamente significativa della femorale superficiale al III prossimale/medio con VPS 300cm/sec, con flusso disomogeneo a livello della poplitea e dei vasi tibiali.
A sinistra pervietà dell'arteria femorale comune e profonda con flusso diretto, bifasico in presenza di marcate irregolarità parietali. Occlusione dell'arteria femorale superficiale dal III prox-medio. L'arteria poplitea la tibiale anteriore e tibiale posteriore risultano pervie con flusso monofasico."
Ho avuto un consulto specialistico in cui, visti questi risultati, mi è stato consigliato di intervenire chirurgicamente su entrambe le gambe ma con la precisazione che è una mia scelta.
Da quanto ho capito la scelta di intervenire eliminerebbe i dolori che accuso ma non so quali altre variabili sono in gioco.
Per decidere vorrei capire in dettaglio quali rischi e vantaggi comporta intervenire chirurgicamente (o non farlo).
Inoltre vorrei sapere quanto è invalidante e lunga l'eventuale riabilitazione per poter tornare alle mie normali attività.
Ringrazio sin d'ora i gentilissimi medici che vorranno aiutarmi.
Crdiali Saluti.
sono un paziente di 72 anni, fumatore da 40 anni, in terapia diabete Mellito di tipo 2.
Pratico spesso tennis e sci a livello amatoriale e vorrei poter continuare queste attività senza accusare i forti dolori ai polpacci che da tempo mi affliggono.
Sono stato sottoposto a TEA carotidea DX nel Gennaio 2006, dopo la quale ho fortemente ridotto il fumo a circa 5 sigarette/settimana.
Per quanto riguarda la carotide SX risulta una "stenosi non superiore al 45%".
Riporto di seguito l'esito completo dell'EcoColorDoppler agli Arti inferiori a cui mi sono appena sottoposto:
"A destra pervietà dell'arteria femorale comune, femorale profonda, femorale superficiale, poplitea, tibiale anteriore e tibiale posteriore, coinvolte da ateromasia di grado severo condizionante, diffuse calcificazioni ed irregolarità parietali, regolari per calibro e decorso. Presenza di stenosi emodinamicamente significativa della femorale superficiale al III prossimale/medio con VPS 300cm/sec, con flusso disomogeneo a livello della poplitea e dei vasi tibiali.
A sinistra pervietà dell'arteria femorale comune e profonda con flusso diretto, bifasico in presenza di marcate irregolarità parietali. Occlusione dell'arteria femorale superficiale dal III prox-medio. L'arteria poplitea la tibiale anteriore e tibiale posteriore risultano pervie con flusso monofasico."
Ho avuto un consulto specialistico in cui, visti questi risultati, mi è stato consigliato di intervenire chirurgicamente su entrambe le gambe ma con la precisazione che è una mia scelta.
Da quanto ho capito la scelta di intervenire eliminerebbe i dolori che accuso ma non so quali altre variabili sono in gioco.
Per decidere vorrei capire in dettaglio quali rischi e vantaggi comporta intervenire chirurgicamente (o non farlo).
Inoltre vorrei sapere quanto è invalidante e lunga l'eventuale riabilitazione per poter tornare alle mie normali attività.
Ringrazio sin d'ora i gentilissimi medici che vorranno aiutarmi.
Crdiali Saluti.
[#1]
Gentile utente,
La malattia aterosclerotica che, nella localizzazione carotidea, le ha imposto una soluzione chirurgica è frequentemente presente in altri distretti. La malattia aterosclerotica è infatti una malattia polidistrettuale. L'arteria femorale superficiale è spesso colpita ma difficilmente non trova compenso attraverso la circolazione collaterale. L'indirizzo terapeutico dipende dalla sintomatologia da lei accusata. In presenza di dolore a riposo o di ulcerazioni la terapia chirurgica sia essa endovascolare o tramite chirurgia tradizionale è quasi sempre indispensabile per la risoluzione dei sintomi. In presenza invece di sola claudicatio intermittens, ovvero di dolore durante la deambulazione ed in assenza, come dimostrato all'ecodoppler di patologia dell'arteria femorale profonda, la terapia è essenzialmente medica. La terapia medica infatti in questi casi porta a risoluzione della sintomatologia e la chirurgia deve essere riservata unicamente ai casi in cui non vi è risposta sintomatologica alla terapia medica.
Roberto Mezzetti
La malattia aterosclerotica che, nella localizzazione carotidea, le ha imposto una soluzione chirurgica è frequentemente presente in altri distretti. La malattia aterosclerotica è infatti una malattia polidistrettuale. L'arteria femorale superficiale è spesso colpita ma difficilmente non trova compenso attraverso la circolazione collaterale. L'indirizzo terapeutico dipende dalla sintomatologia da lei accusata. In presenza di dolore a riposo o di ulcerazioni la terapia chirurgica sia essa endovascolare o tramite chirurgia tradizionale è quasi sempre indispensabile per la risoluzione dei sintomi. In presenza invece di sola claudicatio intermittens, ovvero di dolore durante la deambulazione ed in assenza, come dimostrato all'ecodoppler di patologia dell'arteria femorale profonda, la terapia è essenzialmente medica. La terapia medica infatti in questi casi porta a risoluzione della sintomatologia e la chirurgia deve essere riservata unicamente ai casi in cui non vi è risposta sintomatologica alla terapia medica.
Roberto Mezzetti
[#3]
Gentile Utente,
la terapia corretta per le arteriopatie obliteranti degli arti inferiori non contempla come prima scelta l'utilizzo del clopidogrel quale antiaggregante piastrinico e prevede comunque l'associazione con farmaci emoreologici ed un corretto adeguamento delle abitudini di vita. La terapia medica deve però essere prescritta solo dopo un attenta valutazione clinica.
Roberto Mezetti
la terapia corretta per le arteriopatie obliteranti degli arti inferiori non contempla come prima scelta l'utilizzo del clopidogrel quale antiaggregante piastrinico e prevede comunque l'associazione con farmaci emoreologici ed un corretto adeguamento delle abitudini di vita. La terapia medica deve però essere prescritta solo dopo un attenta valutazione clinica.
Roberto Mezetti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 12.2k visite dal 01/05/2008.
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