Frequenti prelievi di sangue venoso e flebiti
Gentili dottori,
mia madre, 72 anni, causa pregressa embolia polmonare con recidiva, è tutt' ora in cura con TAO, warfarin e necessità di controlli settimanali del quick per tener sotto controllo l'INR.
Da circa 10-12 anni il prelievo di sangue venoso viene effettuato sempre sullo stesso braccio, il destro. Dopo uno svuotamento ascellare sinistro post quadrantectomia i medici proibirono sforzi e punture al braccio sinistro (che dopo lo svuotamento ascellare tende a "gonfiarsi" facilmente in seguito a traumi anche leggeri)
Da un pò di tempo gli infermieri che effettuano il prelievo dicono che mia mamma "ha le vene dure, troppe cicatrici" e potrebbe rischiare di avere una flebite.
E' vero? Se così fosse, quale soluzione si potrebbe adottare? Esistono eventuali terapie per queste cicatrici?
Grazie
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Quello del "deterioramento" del patrimonio venoso è evenienza piuttosto comune. D'altra parte la TAO cui è sottoposta Sua Madre dovrebbe proteggerla dal rischio di flebite.
L'unica possibilità è una gestione attenta dei siti di prelievo facendo una "rotazione programmata" nell'ambito dello stesso arto e limitando le procedure al minimo indispensabile. Altra precauzione è quella di esercitare dopo il prelievo una compressione delicata ma prolungata, al fine di limitare al massimo stravasi sempre possibili in considerazione della scoagulazione.
L'applicazione di creme antiinfiammatorie (non contenenti Eparina) potrebbe essere infine di qualche giovamento.
L'unica possibilità è una gestione attenta dei siti di prelievo facendo una "rotazione programmata" nell'ambito dello stesso arto e limitando le procedure al minimo indispensabile. Altra precauzione è quella di esercitare dopo il prelievo una compressione delicata ma prolungata, al fine di limitare al massimo stravasi sempre possibili in considerazione della scoagulazione.
L'applicazione di creme antiinfiammatorie (non contenenti Eparina) potrebbe essere infine di qualche giovamento.
Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1
[#2]
Utente
Grazie dott. Piscitelli,
ma il "deterioramento" del patrimonio venoso è irreversibile, o c'è un tempo medio di recupero , dopo il quale le vene riprendono la loro elasticità?
Riguardo le creme antiinfiammatorie, quelle a base di escina, centella etc..sono di qualche utilità? o bisogna orientarsi verso quelle a base di prinicipi attivi come ad es. il ketoprofene?
Grazie
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.7k visite dal 26/03/2012.
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