Operazione carotide in un soggetto a rischio

Salve, scrivo per mio padre. Mio padre ha 75 anni, nel 96' all'età di 59 anni è stato colpito da ictus ischemico in forma grave con disabilità permanente e insorgenza di diabete. Nell'attacco ha perso quasi completamente l'uso del linguaggio e l'uso della parte destra del corpo. Nel corso degli anni è rimasto stabile in queste condizioni fino al 2007 dove a causa della cattiva circolazione e del diabete ha subito l'amputazione della gamba destra. Tutto sommato dopo l'operazione nonsotante abbia avuto ripercussioni causandogli l'anemia e attacchi di ipoglicemia si è ripreso abbastanza bene tra alti e bassi. Da poco tempo ha accusato dei malesseri temporanei e generali come sensazione di svenimento, non risposta agli stimoli esterni. Episodi che duravano sui 5 minuti poi passavano. Dopo ciò l'abbiamo portato all'ospedale e dopo TAC ed Ecodoppler è uscito che questi sintomi sono riconducibili alla quasi completa chiusura della carotide che gli restava aperta dato che l'altra è già completamente chiusa. Quindi parlando con i medici ci hanno avvisato che se non si interverrà chirurgicamente mio padre si spegnerà nel tempo diventando quasi un vegetale con l'occlusione totale di essa. L'unica alternativa per poterlo salvare è l'operazione chirurgica alla carotide ma siamo stati avvisati dai rischi annessi come la morte sotto i ferri o la non riuscita dell'operazione. E' veramente rischiosa l'operazione in se date le sue condizioni? Non ci sarebbe un'alternativa cura farmacologica che riesca almeno in parte ad impedire questa chiusura? Grazie
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Dr. Valerio Piscitelli Chirurgo vascolare 26 1
Gentilissimo utente, certamente il rischio chirurgico in un paziente diabetico, vasculopatico polidistrettuale, con ostruzione della carotide interna da un lato ed una stenosi pre-occlusiva dall'altro lato è elevato. credo inoltre che suo padre già assuma farmaci antiaggreganti dato che, oltre agli esiti dell'ictus ischemico, nel 2007 ha subito un amputazione maggiore. non avendole proposto un trattamento endovascolare perchè quasi sicuramente non vi è in questo caso un 'indicazione a tale procedura, le consiglio di tenere sotto controllo i vari fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, diabete, dislipidemie) ed eventualmente rivolgersi ad un centro di chirurgia vascolare con una elevata casistica nel trattamento chirurgico della patologia dei TSA. Cordialità.
Valerio Piscitelli

Dr. valerio piscitelli

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Utente
Utente
Lui in questo momento è ricoverato in ospedale per effettuare gli esami e i controlli. Risulta un occlusione dell'80% di una delle carotidi, quella che non era occlusa del tutto. Stiamo contattando uno specialista che valuterà se è il caso o no di operarlo. Che lei sappia l'intervento sarà in anestesia locale o totale? Quello che voglio dire è che se non verrà operato morirà lentamente, e se si opera il rischio di morte c'è.
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Utente
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Lui in questo momento è ricoverato in ospedale per effettuare gli esami e i controlli. Risulta un occlusione dell'80% di una delle carotidi, quella che non era occlusa del tutto. Stiamo contattando uno specialista che valuterà se è il caso o no di operarlo. Che lei sappia l'intervento sarà in anestesia locale o totale? Quello che voglio dire è che se non verrà operato morirà lentamente, e se si opera il rischio di morte c'è.
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Utente
Utente
Dunque il dottore ha detto che l'operazione nella sua situazione non è fattibile. L'unica cosa potrebbe essere l'angioplastica con stent. Presenta rischi minori rispetto all'operazione?
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Dr. Valerio Piscitelli Chirurgo vascolare 26 1
Certamente il trattamento con angioplastica è gravato da minori complicanze. Se il collega ha valutato che vi è indicazione al trattamento endovascolare, e questo avendo valuto le caratteristiche morfologiche ed emodinamiche della stenosi, credo che i rischi di stroke legati alla procedura siano inferiori al rischio di stroke in seguito a completa ostruzione della stenosi.
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