Trombosi arteria poplitea
Gentili dottori,
vorrei sottoporre alla vostra attenzione il mio caso, sperando di poter ricevere qualche prezioso consiglio. Purtroppo sarò un po’ lungo e di questo mi scuso in anticipo, sperando che ciò non influisca con la possibilità di ricevere un aiuto.
Sono un ragazzo di 18 anni e nella mia vita ho sempre praticato costantemente dello sport, in particolare ho fatto circa 6 anni di nuoto e 6 di karate. Purtroppo, quasi un anno fa’, ho avuto una lunga serie di problemi che, oltre ad avermi impedito di proseguire la mia attività fisica (spero possiate comprendere la mia frustrazione psicologica), non mi consentono attualmente di vivere sereno e tranquillo.
Descrivo brevemente la sintomatologia che mi afflisse all’insorgere del problema: in un primo periodo soffrii di ridotta sensibilità tattile al piede sinistro, forte formicolio al piede e alla gamba sinistra, fastidiosa sensazione di piede freddo fino ad arrivare ad un qualcosa simile ad un gelone al pollice, con conseguente dolore. I sintomi si aggravavano durante la deambulazione ma tendevano a ridursi quando per esempio correvo sul tapis roulant (infatti il tutto accadde in un periodo in cui facevo palestra coi pesi e il riscaldamento prevedeva una corsetta di qualche minuto). Faccio notare che i disturbi si limitavano alla sola gamba sinistra.
Questa sintomatologia mi fu inizialmente diagnosticata dal medico di famiglia come fenomeno di Raynaud, ma per precauzione mi fu prescritto un ecocolordoppler. Nel frattempo i sintomi si aggravarono fino al punto di non essere più in grado di correre, a causa di un sempre più crescente dolore alla pianta del piede e al polpaccio, il tutto unito ai sintomi precedentemente descritti. I fastidi erano percettibili anche nella normale deambulazione. Ovviamente, a causa di una crescente preoccupazione, smisi ogni attività fisica.
Il giorno 30/04/2010 (circa una settimana dopo dalla visita del medico di famiglia) feci l’ecocolordoppler prescrittomi, con il seguente referto: “Al controllo strumentale si rileva, a livello del cavo popliteo sinistro, la mancata monitorizzazione dell’arteria poplitea sinistra e la presenza di un apparente grossolano collaterale che, solo distalmente all’interlinea articolare parrebbe rifornire ancora la poplitea distale. A valle anche la t.a. appare monitorabile solo sino al 1/3 medio distale di gamba. Assente la pedidia. Presente la tp e la peroniera con flusso trifasico”.
Mi furono subito prescritte numerose analisi del sangue, eseguite il giorno 03/05/2010, dalle quali però non uscì nulla di rilevante. Se può essere utile un qualunque valore, sono disponibilissimo a fornirlo.
Il giorno 12/05/2010 feci un’angiotac addome completo, arto inferiore destro/sinistro con il seguente referto: “Regolari per calibro e decorso l’aorta addominale, le arterie iliache e femorali bilaterali. Trombosi del tratto intermedio dell’arteria poplitea sinistra all’altezza del suo decorso tra il capo mediale del muscolo gastrocnemio, apparentemente ipertrofico, ed il condilo femorale mediale: reperti compatibili con sindrome da intrappolamento popliteo. Riabilitato il tratto distale dell’arteria poplitea attraverso circoli collaterali da rami articolari e genicolati. Parzialmente compressa dal capo mediale del muscolo gastrocnemio anche l’arteria poplitea di destra che appare comunque pervia. Normalmente rappresentate le arterie tibiali e peroneali bilateralmente”.
Il giorno 24/05/2010 feci un esame riguardo la conduzione elettrochimica dei nervi della gamba (esame di cui ignoro il nome) con le seguenti conclusioni: “Non rallentamento segmentario al cavo popliteo sinistro. Si segnala unicamente che tutte le VdC mot max dei nervi testati sono ai limiti inferiori della norma in rapporto all’età”.
Questi sono gli unici esami che mi sono stati prescritti. Mi è stata suggerita una cura per 4 mesi a base di cardioaspirina che io ho seguito. Da quello che mi hanno spiegato e da quello che sono riuscito a capire, si pensa che il problema possa essere stato causato da continui traumi subiti dall’arteria poplitea a causa del polpaccio ipertrofico e che, a causa di questi continui traumi, l’arteria si sia lesionata ed infiammata, con conseguente formazione di un trombo. Tuttavia nessuno mi ha voluto presentare una possibile cura per questo problema, sconsigliandomi qualsiasi tipo di intervento (secondo loro “non duraturo” a causa della zona articolare fortemente sollecitata e difficilmente raggiungibile per la presenza di tendini e legamenti).
A distanza di quasi un anno, molti dei sintomi sono migliorati, tuttavia i dolori sono comunque presenti e quelle poche volte che faccio qualche corsetta al parco, cosa che prima era molto piacevole e distensiva, adesso per me è quasi un inferno, anche perché temo che si possa ripetere l’evento ischemico in altre parti, ed è frustrante vivere nella paura di un infarto o di un ictus. L’unica attività fisica che pratico ogni tanto è il nuoto, nei quali i disturbi sono ridotti. Vi prego di aiutarmi, perché io non so più a chi rivolgermi e anche in famiglia (solo mia madre) nessuno sa cosa fare. Devo davvero vivere così per tutta la vita? Non c’è una possibile cura che mi permetta di ritornare quello di un tempo e di riprendere regolarmente lo sport?
PS: non ho mai fumato, fatto uso di droghe o doping, mai assunto sostanze strane o proteine. Ritengo di seguire uno stile di vita sano, magari un po’ sedentario a causa degli studi.
Confido in un vostro aiuto e mi scuso nuovamente per la lunghezza del post.
Cordiali saluti.
vorrei sottoporre alla vostra attenzione il mio caso, sperando di poter ricevere qualche prezioso consiglio. Purtroppo sarò un po’ lungo e di questo mi scuso in anticipo, sperando che ciò non influisca con la possibilità di ricevere un aiuto.
Sono un ragazzo di 18 anni e nella mia vita ho sempre praticato costantemente dello sport, in particolare ho fatto circa 6 anni di nuoto e 6 di karate. Purtroppo, quasi un anno fa’, ho avuto una lunga serie di problemi che, oltre ad avermi impedito di proseguire la mia attività fisica (spero possiate comprendere la mia frustrazione psicologica), non mi consentono attualmente di vivere sereno e tranquillo.
Descrivo brevemente la sintomatologia che mi afflisse all’insorgere del problema: in un primo periodo soffrii di ridotta sensibilità tattile al piede sinistro, forte formicolio al piede e alla gamba sinistra, fastidiosa sensazione di piede freddo fino ad arrivare ad un qualcosa simile ad un gelone al pollice, con conseguente dolore. I sintomi si aggravavano durante la deambulazione ma tendevano a ridursi quando per esempio correvo sul tapis roulant (infatti il tutto accadde in un periodo in cui facevo palestra coi pesi e il riscaldamento prevedeva una corsetta di qualche minuto). Faccio notare che i disturbi si limitavano alla sola gamba sinistra.
Questa sintomatologia mi fu inizialmente diagnosticata dal medico di famiglia come fenomeno di Raynaud, ma per precauzione mi fu prescritto un ecocolordoppler. Nel frattempo i sintomi si aggravarono fino al punto di non essere più in grado di correre, a causa di un sempre più crescente dolore alla pianta del piede e al polpaccio, il tutto unito ai sintomi precedentemente descritti. I fastidi erano percettibili anche nella normale deambulazione. Ovviamente, a causa di una crescente preoccupazione, smisi ogni attività fisica.
Il giorno 30/04/2010 (circa una settimana dopo dalla visita del medico di famiglia) feci l’ecocolordoppler prescrittomi, con il seguente referto: “Al controllo strumentale si rileva, a livello del cavo popliteo sinistro, la mancata monitorizzazione dell’arteria poplitea sinistra e la presenza di un apparente grossolano collaterale che, solo distalmente all’interlinea articolare parrebbe rifornire ancora la poplitea distale. A valle anche la t.a. appare monitorabile solo sino al 1/3 medio distale di gamba. Assente la pedidia. Presente la tp e la peroniera con flusso trifasico”.
Mi furono subito prescritte numerose analisi del sangue, eseguite il giorno 03/05/2010, dalle quali però non uscì nulla di rilevante. Se può essere utile un qualunque valore, sono disponibilissimo a fornirlo.
Il giorno 12/05/2010 feci un’angiotac addome completo, arto inferiore destro/sinistro con il seguente referto: “Regolari per calibro e decorso l’aorta addominale, le arterie iliache e femorali bilaterali. Trombosi del tratto intermedio dell’arteria poplitea sinistra all’altezza del suo decorso tra il capo mediale del muscolo gastrocnemio, apparentemente ipertrofico, ed il condilo femorale mediale: reperti compatibili con sindrome da intrappolamento popliteo. Riabilitato il tratto distale dell’arteria poplitea attraverso circoli collaterali da rami articolari e genicolati. Parzialmente compressa dal capo mediale del muscolo gastrocnemio anche l’arteria poplitea di destra che appare comunque pervia. Normalmente rappresentate le arterie tibiali e peroneali bilateralmente”.
Il giorno 24/05/2010 feci un esame riguardo la conduzione elettrochimica dei nervi della gamba (esame di cui ignoro il nome) con le seguenti conclusioni: “Non rallentamento segmentario al cavo popliteo sinistro. Si segnala unicamente che tutte le VdC mot max dei nervi testati sono ai limiti inferiori della norma in rapporto all’età”.
Questi sono gli unici esami che mi sono stati prescritti. Mi è stata suggerita una cura per 4 mesi a base di cardioaspirina che io ho seguito. Da quello che mi hanno spiegato e da quello che sono riuscito a capire, si pensa che il problema possa essere stato causato da continui traumi subiti dall’arteria poplitea a causa del polpaccio ipertrofico e che, a causa di questi continui traumi, l’arteria si sia lesionata ed infiammata, con conseguente formazione di un trombo. Tuttavia nessuno mi ha voluto presentare una possibile cura per questo problema, sconsigliandomi qualsiasi tipo di intervento (secondo loro “non duraturo” a causa della zona articolare fortemente sollecitata e difficilmente raggiungibile per la presenza di tendini e legamenti).
A distanza di quasi un anno, molti dei sintomi sono migliorati, tuttavia i dolori sono comunque presenti e quelle poche volte che faccio qualche corsetta al parco, cosa che prima era molto piacevole e distensiva, adesso per me è quasi un inferno, anche perché temo che si possa ripetere l’evento ischemico in altre parti, ed è frustrante vivere nella paura di un infarto o di un ictus. L’unica attività fisica che pratico ogni tanto è il nuoto, nei quali i disturbi sono ridotti. Vi prego di aiutarmi, perché io non so più a chi rivolgermi e anche in famiglia (solo mia madre) nessuno sa cosa fare. Devo davvero vivere così per tutta la vita? Non c’è una possibile cura che mi permetta di ritornare quello di un tempo e di riprendere regolarmente lo sport?
PS: non ho mai fumato, fatto uso di droghe o doping, mai assunto sostanze strane o proteine. Ritengo di seguire uno stile di vita sano, magari un po’ sedentario a causa degli studi.
Confido in un vostro aiuto e mi scuso nuovamente per la lunghezza del post.
Cordiali saluti.
[#1]
gentile utente,
lei conosce i limiti di una valutazione a distanza.
ritengo sia in cura con uno specialista, non mi sembra sia stato mai citato (chirurgo vascolare?).
è importante poter vedere le immagini oltre poter confrontare il referto. è pertanto estremamente importante che si sottoponga quindi ad una visita specialistica.
cordiali saluti
lei conosce i limiti di una valutazione a distanza.
ritengo sia in cura con uno specialista, non mi sembra sia stato mai citato (chirurgo vascolare?).
è importante poter vedere le immagini oltre poter confrontare il referto. è pertanto estremamente importante che si sottoponga quindi ad una visita specialistica.
cordiali saluti
Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Utente
In primis la ringrazio per la sua attenzione.
Esatto, in quel periodo ero in cura presso un chirurgo vascolare. Tuttavia alla fine è stato deciso di non intervenire in alcun modo e di lasciar compensare all'organismo il problema dell'arteria ostruita (grazie allo sviluppo dei vasi collaterali). Solo che a distanza di quasi un anno, per quanto qualcosa sia migliorato, accuso ancora diversi disturbi all'arto, percependo dolore durante semplici attività come la corsa o generiche attività fisiche scolastiche.
Sono consapevole dei limiti in una valutazione a distanza e che sarà obbligatorio un'ulteriore visita specialistica. Chiedo solo dei semplici consigli e suggerimenti, per quanto siano limitati dalle scarse informazioni fornibili.
Vorrei sapere, in linea generale, in questi casi simili al mio, quale possa essere stata la causa che ha comportato la formazione del trombo (sempre se sia possibile avanzare delle ipotesi, anche le più generiche) e quali sono le soluzioni possibili e più adottate per questo tipo di problema (sempre se ce ne siano). Se per esempio è ancora possibile eliminare il trombo in modo non invasivo oppure se è necessario un intervento chirurgico e se questo mio problema può diventare più grave e colpire altre parti del corpo (per esempio se ci può essere il pericolo di altre trombosi in altri organi, tipo polmoni, cuore e cervello).
Ringrazio nuovamente per la disponibilità.
Cordiali saluti.
Esatto, in quel periodo ero in cura presso un chirurgo vascolare. Tuttavia alla fine è stato deciso di non intervenire in alcun modo e di lasciar compensare all'organismo il problema dell'arteria ostruita (grazie allo sviluppo dei vasi collaterali). Solo che a distanza di quasi un anno, per quanto qualcosa sia migliorato, accuso ancora diversi disturbi all'arto, percependo dolore durante semplici attività come la corsa o generiche attività fisiche scolastiche.
Sono consapevole dei limiti in una valutazione a distanza e che sarà obbligatorio un'ulteriore visita specialistica. Chiedo solo dei semplici consigli e suggerimenti, per quanto siano limitati dalle scarse informazioni fornibili.
Vorrei sapere, in linea generale, in questi casi simili al mio, quale possa essere stata la causa che ha comportato la formazione del trombo (sempre se sia possibile avanzare delle ipotesi, anche le più generiche) e quali sono le soluzioni possibili e più adottate per questo tipo di problema (sempre se ce ne siano). Se per esempio è ancora possibile eliminare il trombo in modo non invasivo oppure se è necessario un intervento chirurgico e se questo mio problema può diventare più grave e colpire altre parti del corpo (per esempio se ci può essere il pericolo di altre trombosi in altri organi, tipo polmoni, cuore e cervello).
Ringrazio nuovamente per la disponibilità.
Cordiali saluti.
[#3]
Gentile utente,
con i limiti insiti in un consulto a distanza, cerco di dare una risposta ai suoi quesiti. Dal referto dell'esame angioTC, si evince che la causa della trombosi dell'arteria poplitea deriva da un fattore meccanico, determinato verosimilmente da un'anomala inserzione del muscolo gastrocnemio (per intenderci di un muscolo del polpaccio). Sempre parafrasando il referto da Lei riportato, l'apporto di sangue alla gamba è garntito, anche se non in maniera ottimale, dai circoli collaterali che nascono a monte dell'ostruzione. Da questa prima considerazione, ne deriva che Lei non ha nulla da temere per quanto riguarda infarto del miocardio o ictus, poichè la causa della trombosi è meccanica ed è localizzata all'arto inferiore interessato.In questi casi la terapia, qualora la sintomatologia dolorosa dovesse manifestarsi precocemente, dopo attività fisica, è chirurgica, realizzando un by pass a livello dell'arteria trombizzata ed eventualmente rimuovere la causa di compressione. Ovviamente, sarà il chirurgo vascolare che la segue a stabilire i tempi di questa eventuale soluzione.
Cordiali saluti
con i limiti insiti in un consulto a distanza, cerco di dare una risposta ai suoi quesiti. Dal referto dell'esame angioTC, si evince che la causa della trombosi dell'arteria poplitea deriva da un fattore meccanico, determinato verosimilmente da un'anomala inserzione del muscolo gastrocnemio (per intenderci di un muscolo del polpaccio). Sempre parafrasando il referto da Lei riportato, l'apporto di sangue alla gamba è garntito, anche se non in maniera ottimale, dai circoli collaterali che nascono a monte dell'ostruzione. Da questa prima considerazione, ne deriva che Lei non ha nulla da temere per quanto riguarda infarto del miocardio o ictus, poichè la causa della trombosi è meccanica ed è localizzata all'arto inferiore interessato.In questi casi la terapia, qualora la sintomatologia dolorosa dovesse manifestarsi precocemente, dopo attività fisica, è chirurgica, realizzando un by pass a livello dell'arteria trombizzata ed eventualmente rimuovere la causa di compressione. Ovviamente, sarà il chirurgo vascolare che la segue a stabilire i tempi di questa eventuale soluzione.
Cordiali saluti
Nicola Palumbo
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 21.6k visite dal 20/03/2011.
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