Varici gamba sx e confusione in merito al metodo in cui intervenire(stripping -c.h.i.v.a.-t.r.a.p.)
Buongiorno,
ho 29 anni e dopo la seconda gravidanza sono cominciati i primi sintomi (circa 8 anni fa)alla gamba sx ,prima leggere macchie sul polpaccio ,poi la prima comparsa di vene in evidenza e via via che il tempo passava il problema si estendeva,con sintomi associti quali prurito e pesantezza nella zona interessata dove oramai le vene sono blu e molto sporgenti,a dimenticavo da un po' di tempo comincio a sentire un fastidio nell'interno coscia fino all'inguine della gamba in questione.
l'ultimo eco color doppler dinamico eseguito nel settembre 2007 riferisce:
reflusso diastolico femorale-safenico(di origine ostiale)esteso lungo la Vena Grande Safena che ha calibro medio di 5 mm. La v g safena non presenta gozzi varicosi. A livello del 1/3 superiore di coscia e' presente vena collaterale safenica ,refluente in diastole,responsabile delle varicosita' visibili.Al di sotto della collaterale la Safena interna risulta continente ed ipoplastica. Tale collaterale si suddivide in due rami in cui uno rientra in Vena Piccola Safena(R4 T)e l'altro in vena perforante non safenica di gamba(PR3). A Sin normo-continente la cross safeno-poplitea.si seganalano PEFS,LIPEDEMA.
documentandomi su questo problema ho visto che ci sono molti metodi chirurgici e non ,per trattare le safene e questo ha creato in me un po' di confusine ,
premetto ,che considerata la mia eta', la mia intenzione sarebbe quella di operarmi per risolvere il problema, ma quale tra le tante metodiche sarebbe quella piu' efficace anche a livello estetico e con il minor rischio di recidive? e' meglio conservare il circolo venoso, magari intervenendo con metdiche quali C.H.I.V.A. T.R.A.P SCLEROSANTI ,oppure con il tradizionale STRIPPING?
mi scuso per l'essermi dilungata nel messaggio ma ho cercato di inserire quanto piu' possibile per poter avere un consulto indicato!!!
vi ringrazio per la pazienza e il tempo che dedicate a questa attivita, per noi pazienti molto importante! aspetto un vostro parere!grazie
ho 29 anni e dopo la seconda gravidanza sono cominciati i primi sintomi (circa 8 anni fa)alla gamba sx ,prima leggere macchie sul polpaccio ,poi la prima comparsa di vene in evidenza e via via che il tempo passava il problema si estendeva,con sintomi associti quali prurito e pesantezza nella zona interessata dove oramai le vene sono blu e molto sporgenti,a dimenticavo da un po' di tempo comincio a sentire un fastidio nell'interno coscia fino all'inguine della gamba in questione.
l'ultimo eco color doppler dinamico eseguito nel settembre 2007 riferisce:
reflusso diastolico femorale-safenico(di origine ostiale)esteso lungo la Vena Grande Safena che ha calibro medio di 5 mm. La v g safena non presenta gozzi varicosi. A livello del 1/3 superiore di coscia e' presente vena collaterale safenica ,refluente in diastole,responsabile delle varicosita' visibili.Al di sotto della collaterale la Safena interna risulta continente ed ipoplastica. Tale collaterale si suddivide in due rami in cui uno rientra in Vena Piccola Safena(R4 T)e l'altro in vena perforante non safenica di gamba(PR3). A Sin normo-continente la cross safeno-poplitea.si seganalano PEFS,LIPEDEMA.
documentandomi su questo problema ho visto che ci sono molti metodi chirurgici e non ,per trattare le safene e questo ha creato in me un po' di confusine ,
premetto ,che considerata la mia eta', la mia intenzione sarebbe quella di operarmi per risolvere il problema, ma quale tra le tante metodiche sarebbe quella piu' efficace anche a livello estetico e con il minor rischio di recidive? e' meglio conservare il circolo venoso, magari intervenendo con metdiche quali C.H.I.V.A. T.R.A.P SCLEROSANTI ,oppure con il tradizionale STRIPPING?
mi scuso per l'essermi dilungata nel messaggio ma ho cercato di inserire quanto piu' possibile per poter avere un consulto indicato!!!
vi ringrazio per la pazienza e il tempo che dedicate a questa attivita, per noi pazienti molto importante! aspetto un vostro parere!grazie
[#1]
Gentile Utente,
le manifestazioni dell'insufficienza venosa si avvalgono allo stato attuale di una vasta gamma di possibilità terapeutiche che vanno dalla terapia medica, alla elastocompressione, alla scleroterapia, alla chirurgia con diverse metodiche; per non parlare delle terapie complementari tipo mesoterapia, massoterapia, pressoterapia, ecc..
E' evidente che ciascuna metodica, associata o meno ad altre, trova diverse indicazioni, la cui scelta è affidata alla sensibilità e competenza dell'Operatore scelto.
Resta il problema di quelle tecniche la cui diffusione è talvolta limitata alla sola esperienza dell'inventore, nonostante la corposa pubblicità spesso ampiamente elargita attraverso i media.
Esistono a tal proposito precise linee guida opportunamente e periodicamente diffuse dalle Società scientifiche accreditate, ma che vengono per altro puntualmente contestate con varie argomentazioni dai sostenitori di metodiche avveniristiche e strabilianti nei risultati.
Le sue perplessità sono quindi ampiamente comprensibili e l'unico consiglio che è possibile fornire agli Utenti è quello di affidarsi a Flebologi di comprovata esperienza e che siano in grado di attuare tutte le metodiche, non escluse quelle chirurgiche.
Nel suo caso in particolare, e CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA, ritengo che il ricorso alla chirurgia sia inevitabile, salvo identificare la tecnica (o anche più di una associate) più indicate al suo caso, mentre il ruolo della scleroterapia potrebbe essere solo complementare.
le manifestazioni dell'insufficienza venosa si avvalgono allo stato attuale di una vasta gamma di possibilità terapeutiche che vanno dalla terapia medica, alla elastocompressione, alla scleroterapia, alla chirurgia con diverse metodiche; per non parlare delle terapie complementari tipo mesoterapia, massoterapia, pressoterapia, ecc..
E' evidente che ciascuna metodica, associata o meno ad altre, trova diverse indicazioni, la cui scelta è affidata alla sensibilità e competenza dell'Operatore scelto.
Resta il problema di quelle tecniche la cui diffusione è talvolta limitata alla sola esperienza dell'inventore, nonostante la corposa pubblicità spesso ampiamente elargita attraverso i media.
Esistono a tal proposito precise linee guida opportunamente e periodicamente diffuse dalle Società scientifiche accreditate, ma che vengono per altro puntualmente contestate con varie argomentazioni dai sostenitori di metodiche avveniristiche e strabilianti nei risultati.
Le sue perplessità sono quindi ampiamente comprensibili e l'unico consiglio che è possibile fornire agli Utenti è quello di affidarsi a Flebologi di comprovata esperienza e che siano in grado di attuare tutte le metodiche, non escluse quelle chirurgiche.
Nel suo caso in particolare, e CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA, ritengo che il ricorso alla chirurgia sia inevitabile, salvo identificare la tecnica (o anche più di una associate) più indicate al suo caso, mentre il ruolo della scleroterapia potrebbe essere solo complementare.
Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.8k visite dal 09/01/2010.
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