Caviglie gonfie e linfodrenaggio

Spero di trovare risposta a domande che saranno certamente banalità per Voi, ma problemi per me. Inoltre non specifico la mia situazione personale perchè mi sembra che le domande così poste possano rappresentare domande 'generiche' a cui dare risposte che siano di aiuto a molti. Dunque, Vi chiedo:

1) Ipotizzando che un problema di caviglie entrambe gonfie non dipenda da un deficit di circolazione venosa, quali indagini vanno avviate per individuare un eventuale problema linfatico?

2) Nel caso si tratti di un problema linfatico, potrebbe essere utile (non da solo, ovviamente) un drenaggio linfatico con prodotti naturali o farmaceutici, o si tratta di cose poco affidabili?

3) Se la causa del gonfiore fosse invece un problema di circolazione venosa, si tratterebbe di un fenomeno reversibile o, per lo meno, arrestabile? E se invece fosse un problema linfatico, quali potrebbero essere gli sviluppi?

Ringrazio in anticipo per l'attenzione.
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 234
Gentile Utente,
le richieste che ci vengono poste non vengono mai da noi considerate banali.

Lei in pratica ci chiede su quali elementi si basa la diagnosi differenziale tra stasi linfatica e manifestazioni di insufficienza venosa e quali provvedimenti terapeutici sono più efficaci nelle due evenienze.

Si tratta di argomento complesso e difficilmente esauribile con il mezzo che stiamo impiegando.

Proverò comunque a rispondere sinteticamente e per quanto possibile a distanza alle sue domande.

1) Le affezioni a carico del sistema linfatico vengono generalmente identificate con una corretta anamnesi (familiarità, traumi, affezioni addominali, pregressi interventi chirurgici, ecc), un attento esame clinico (esistono segni specifici che consentono di differenziare il tipo di edema) e, solo in casi specifici, indagini strumentali mirate (ecocolordoppler, linfoscintigrafia, linfografia, RM, ecc.)

2) il linfodrenaggio manuale, applicato da chi abbia competenza specifica, rappresenta uno dei cardini della terapia dei linfedemi.

3) Gli edemi di origine venosa possono derivare da diverse patologie a carico di questo settore, che richiedono terapie diversificate e hanno prognosi diverse. Gli edemi linfatici, per loro natura tendenti alla cronicità e alla progressione, prevedono trattamenti a volte molto impegnativi con metodiche integrate (pressoterapia, linfodrenaggio, elastocompressione, t. farmacologiche, ecc.)

Purtroppo in questo caso la "genericità" da Lei invocata non può essere molto di aiuto; più utile sarebbe rapportarsi a problematiche specifiche.
Nella nostra sezione MinForma tuttavia potrà avere la possibilità di leggere articoli che potranno esserLe utili.

Tenga infine presente che altre patologie (metaboliche, cardiache, ortopediche, ecc) possono dare manifestazioni cliniche di questo genere, che vanno opportunamente differenziate.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

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Utente
Utente
Gentilissimo Dott. Piscitelli,
La ringrazio infinitamente per la velocità e la completezza della risposta.
Non è il primo post che invio su questo mio problema, ma in questo mese le cose non sembrano migliorare, e mi sto cominciando a preoccupare, perchè basta anche mezz'ora che io stia fermo (in piedi o seduto) per accentuare il fatto.
Il mio medico curante ha già anticipato che, nel caso continui, mi farà fare un doppler, ma non ha neanche visto le caviglie, e non so quale tipo di visita sia più appropriata al momento.
Nello specifico, queste appaiono entrambe leggermente ma diffusamente gonfie intorno al 'collo' del piede, con un maggiore rigonfiamento nella parte interna e posteriore. Erano prima più dolenti, in 'superficie', ora un po' meno, ma il dolore è altalenante.
Mio padre ha sofferto dalla mezza età di caviglie e gambe gonfie, senza sapere bene di cosa si trattasse, pur non risparmiandosi visite ed analisi, appurando solo che non c'era soluzione (c'è chi ha attribuito la sua improvvisa scomparsa non tanto allo scompenso cardiaco diagnosticato ufficialmente, quanto ad un embolo partito proprio dalle gambe gonfie).
Non vorrei aver ereditato già alla mia età questa malattia; ho 41 anni, sposato, faccio sport, non ho problemi al cuore, ex fumatore, e non ho altri problemi di salute (almeno apparenti).
Infine, preciso che il linfodrenaggio a cui mi riferivo non era quello manuale, ma uno di tipo 'farmacologico' (due tipi di gocce di composizione naturale), consigliatomi da un farmacista.
So bene che si tratta solo di informazioni che hanno un senso soprattutto accompagnate da una visita, ma spero di essere riuscito a fornire più elementi per farmi consigliare meglio.
RingraziandoLa ancora, resto in attesa di un'altra Sua eventuale e sperata risposta.
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 234
Non posso che confermarLe quanto già riportato.

Certamente il precedente familiare va tenuto nella giusta considerazione e richiamerebbe (sottolineo il condizionale) la possibilità di una affezione linfatica.
Non ho molto da dirLe sul "drenaggio farmacologico": alcuni principi attivi svolgono una qualche azione sul sistema linfatico, ma non possono in alcun modo paragonare il loro effetto o sostituirsi al linfodrenaggio manuale.

Mi preme in ogni caso raccomandarLe in questa fase di insistere soprattutto per una precisa definizione diagnostica, piuttosto che con la ricerca di soluzioni terapeutiche non mirate ad un obiettivo identificato.
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Utente
Utente
Grazie ancora.
Seguirò certamente il Suo consiglio e richiederò una visita più accurata al mio medico curante piuttosto che passare prima dalla farmacia, e Le farò sapere quanto prima possibile.
La ringrazio sentitamente e Le auguro buon lavoro.