Broncoectasia dubbi situazione clinica attualmente in corso
In questi giorni ho molti dubbi sul quadro clinico della mia ragazza operata giovedì 2 ottobre ed attualmente ancora ricoverata ma con forti dolorio e miglioramenti non tangibili.
Lei ha 26 anni.
Riporto sotto crono storia di quanto avvenuto fino ad oggi, vi chiedo cortesemente din leggerla ed esprimere una Vs . Opinione.
Con ricovero programmto, è stata operata giovedì 2 ottobre scorso, durante l'operazione è stato rimosso il lobo medio del polmone destro in quanto presentava una broncoectasia (che abbiamo identificato con una tac ad alta risoluzione effettuatta a gennaio di quest'anno).
L'intervento risultava necessario in quanto a cadenza mensile lei era affetta da bronchite e a settembre dello scorso anno ha avuto anche una broncopolmonite.
Durante l'intervento sono stati inseriti n° 3 drenaggi, due grandi con confluimento verso un "bottiglione" da almeno 3 litri in vetro con scala graduata ed uno piu piccolo connesso ad un flacone in plastica di piccole dimensioni da circa 1 litro.
Già il mattino dopo l'intervento le è stata rimossa la pompa elastometrica che somministrava le sostenze antidolorifiche,dopo di che , fino al lunedì 6 non è stata più controllata da alcun medico(in quanto il suo chirurgo era fuori città per il fine settimana dal gievdì sera stesso), nel mentre le hanno somministrato antibiocici (3 volte al giorno con ignezione di Tazocin 4,5 i.m.), anticoagulante (1 volta al giorno) ed iniezioni di antidolorifico(toradol) su sua richiesta quando lo ritenesse necessario(provando a resistere al massimo al dolore circa 2-3 volte al giorno); venerdì e sabato hanno effetuato radiografia di controllo.
In oltre le hanno dato un apperecchio con tre palline(una rossa una gialla ed una verde) da cui aspirare aria per fare esercizio riabilitaztivo.
Al lunedì hanno tolto due drenaggi lasciando installato solo 1 dei due più grandi e il flacone di vetro da 3 litri(senza effettuare radiografia di controllo).
Martedì 7 il chirurgo ci ha comunicato (dopo radiografia di controlla) che c'è stata una complicazione, ovvero c'è aria dove non dovrebbe (pare sull'apice superiore polmone) e che avrebbe dovuto iniziare una terapia per cercare di rimuoverla.
In pratica già da subito il chirurgo ha iniziato a tentare di estrarre l'aria tramite una siringa connessa ad un condotto in platica che lui andava ad inserire all'interno del tubo di drenaggio e che pilotava manualmente(causando al paziente dolori atroci) riuscendo ad estrarre circa 1 siringa di aria (50 cc).
Mercoledì 8, sempre come terapia, l'hanno messa su un letto idoneo alla posizione che credo si chiami TRENDELLEMBURGH ,in pratica con la fisioterapista le hanno fatto mettere i piedi in alto ed il torace in basso asserendo al fatto che così l'uscita dell'aria sarebbe stata facilitata, poi , come il giorno precedente, il chirurgo ha tentato l'estrazione dell'aria manualmente.
Giovedì 9 non hanno effettuato alcuna fisioterapia, il chirurgo ha tentato nuovamente di estrarre l'aria manualmente , tra l'altro , viste le urla di dolore della mia ragazza si è permesso di dire che lei ha la soglia del dolore troppo bassa e che se non la smetteva di piangere l'avrebbe presa a schiaffi.
Finito l'ennesimo tentativo se ne è andato per il week end anche questa settimana.
Ieri, dopo diverse sollecitazone al personale di reparto, è stata vista da un'altro chirurgo il quale le ha spiegato (visto che nessun altro fino a quel momento l'aveva fatto) che (non vorrei dire sciocchezze ma le ripeto quanto mi hanno riferito), in pratica, c'è aria tra il lobo superiore e quello inferiore all'altezza dell'incisione e che la presenza di quest'aria non consente ai lembi di cicatrizzarsi. Lui ha comunque provveduto ad estrarre circa 5 siringhe(da 50 cc) d'aria (senza far provare dolore al paziente) ed ha dato indicazioni agli infermieri per installare un'apparecchiatura collegata al Vuoto che inserita sul drenaggio dovrebbe agevolare l'espusione di quest'aria.
Duarante la mattinata odierna, la mia ragazza ha notato che dal drenaggio non fuorisciva più aria, così allertato il chirurgo egli ha provvedutto ad effetuare un nuovo tentativo di estrazione dell'aria manualmente, ma , appena staccato il drenaggio dal "bottiglione" è uscito un coaugulo di rilevanti dimesioni.
Il chirurgo ha dedotto cos' che ldrenaggio fosse otturato facendo poi riaccompagnare lam paziente in camera e ricollegando il dispositivo di estrazione collegato al vuoto, rimandando nuovi controlla a lunedì prossimo.
In tutte questi giorni la paziente non ha manifestato febbre e dal drenaggio fuoriesce aria ad ogni colpo di tosse, formando bolle nel liquido rossastro presente nel contenitore in vetro.
Ad oggi la nostra preoccupazione è aumentata in quanto si ventila l'ipotesi che al primo segnale positivo, dimettano la mia ragazza pur lasciandole installato il drenaggio toracico e considernado la posizione logistica della sua abitazione (circa 1 ora di macchina dal primo ospedale sprovvisto comunque di chirurgia toracica) .
Sono dunque a richiedere cortesemente Vs. opinione in merito , almeno per capire se ciò che stà avvenendo è nella norma o se bisogna prendere provvedimenti diversi.
Vi ringrazio fin da ora per l'attenzione.
Mi scuso se le terminologie di questa mail non sono appropriate dal punto di vista medico.
Distinti Saluti
Lei ha 26 anni.
Riporto sotto crono storia di quanto avvenuto fino ad oggi, vi chiedo cortesemente din leggerla ed esprimere una Vs . Opinione.
Con ricovero programmto, è stata operata giovedì 2 ottobre scorso, durante l'operazione è stato rimosso il lobo medio del polmone destro in quanto presentava una broncoectasia (che abbiamo identificato con una tac ad alta risoluzione effettuatta a gennaio di quest'anno).
L'intervento risultava necessario in quanto a cadenza mensile lei era affetta da bronchite e a settembre dello scorso anno ha avuto anche una broncopolmonite.
Durante l'intervento sono stati inseriti n° 3 drenaggi, due grandi con confluimento verso un "bottiglione" da almeno 3 litri in vetro con scala graduata ed uno piu piccolo connesso ad un flacone in plastica di piccole dimensioni da circa 1 litro.
Già il mattino dopo l'intervento le è stata rimossa la pompa elastometrica che somministrava le sostenze antidolorifiche,dopo di che , fino al lunedì 6 non è stata più controllata da alcun medico(in quanto il suo chirurgo era fuori città per il fine settimana dal gievdì sera stesso), nel mentre le hanno somministrato antibiocici (3 volte al giorno con ignezione di Tazocin 4,5 i.m.), anticoagulante (1 volta al giorno) ed iniezioni di antidolorifico(toradol) su sua richiesta quando lo ritenesse necessario(provando a resistere al massimo al dolore circa 2-3 volte al giorno); venerdì e sabato hanno effetuato radiografia di controllo.
In oltre le hanno dato un apperecchio con tre palline(una rossa una gialla ed una verde) da cui aspirare aria per fare esercizio riabilitaztivo.
Al lunedì hanno tolto due drenaggi lasciando installato solo 1 dei due più grandi e il flacone di vetro da 3 litri(senza effettuare radiografia di controllo).
Martedì 7 il chirurgo ci ha comunicato (dopo radiografia di controlla) che c'è stata una complicazione, ovvero c'è aria dove non dovrebbe (pare sull'apice superiore polmone) e che avrebbe dovuto iniziare una terapia per cercare di rimuoverla.
In pratica già da subito il chirurgo ha iniziato a tentare di estrarre l'aria tramite una siringa connessa ad un condotto in platica che lui andava ad inserire all'interno del tubo di drenaggio e che pilotava manualmente(causando al paziente dolori atroci) riuscendo ad estrarre circa 1 siringa di aria (50 cc).
Mercoledì 8, sempre come terapia, l'hanno messa su un letto idoneo alla posizione che credo si chiami TRENDELLEMBURGH ,in pratica con la fisioterapista le hanno fatto mettere i piedi in alto ed il torace in basso asserendo al fatto che così l'uscita dell'aria sarebbe stata facilitata, poi , come il giorno precedente, il chirurgo ha tentato l'estrazione dell'aria manualmente.
Giovedì 9 non hanno effettuato alcuna fisioterapia, il chirurgo ha tentato nuovamente di estrarre l'aria manualmente , tra l'altro , viste le urla di dolore della mia ragazza si è permesso di dire che lei ha la soglia del dolore troppo bassa e che se non la smetteva di piangere l'avrebbe presa a schiaffi.
Finito l'ennesimo tentativo se ne è andato per il week end anche questa settimana.
Ieri, dopo diverse sollecitazone al personale di reparto, è stata vista da un'altro chirurgo il quale le ha spiegato (visto che nessun altro fino a quel momento l'aveva fatto) che (non vorrei dire sciocchezze ma le ripeto quanto mi hanno riferito), in pratica, c'è aria tra il lobo superiore e quello inferiore all'altezza dell'incisione e che la presenza di quest'aria non consente ai lembi di cicatrizzarsi. Lui ha comunque provveduto ad estrarre circa 5 siringhe(da 50 cc) d'aria (senza far provare dolore al paziente) ed ha dato indicazioni agli infermieri per installare un'apparecchiatura collegata al Vuoto che inserita sul drenaggio dovrebbe agevolare l'espusione di quest'aria.
Duarante la mattinata odierna, la mia ragazza ha notato che dal drenaggio non fuorisciva più aria, così allertato il chirurgo egli ha provvedutto ad effetuare un nuovo tentativo di estrazione dell'aria manualmente, ma , appena staccato il drenaggio dal "bottiglione" è uscito un coaugulo di rilevanti dimesioni.
Il chirurgo ha dedotto cos' che ldrenaggio fosse otturato facendo poi riaccompagnare lam paziente in camera e ricollegando il dispositivo di estrazione collegato al vuoto, rimandando nuovi controlla a lunedì prossimo.
In tutte questi giorni la paziente non ha manifestato febbre e dal drenaggio fuoriesce aria ad ogni colpo di tosse, formando bolle nel liquido rossastro presente nel contenitore in vetro.
Ad oggi la nostra preoccupazione è aumentata in quanto si ventila l'ipotesi che al primo segnale positivo, dimettano la mia ragazza pur lasciandole installato il drenaggio toracico e considernado la posizione logistica della sua abitazione (circa 1 ora di macchina dal primo ospedale sprovvisto comunque di chirurgia toracica) .
Sono dunque a richiedere cortesemente Vs. opinione in merito , almeno per capire se ciò che stà avvenendo è nella norma o se bisogna prendere provvedimenti diversi.
Vi ringrazio fin da ora per l'attenzione.
Mi scuso se le terminologie di questa mail non sono appropriate dal punto di vista medico.
Distinti Saluti
[#1]
Gentile Utente,
la complicanza da Lei descritta si chiama incompleta riespansione del polmone dopo resezione ed è una delle complicanze più frequenti in chirurgia toracica, spesso si accompagna a perdite aeree che si definiscono prolungate se superano i 7 gg post-operatori.
Il trattamento è quello di mantenere il drenaggio collegato ad una valvola ad acqua che si chiama Bulau (il bottiglione) e se il chirurgo lo ritiene opportuno mantenere in aspirazione continua il sistema in modo da ripristinare la fisiologica(cioè la normale)depressione intrapleurica, permettendo così al polmone residuo di "riabitare" il cavo pleurico.
Le perdite aeree possono essere valutate guardando le bolle che si formano nella Bulau e che provengono dal torace. Se l'aria esce soltanto con i colpi di tosse è buon segno perchè vuol dire che è necessaria una elevata pressione intrapolmonare perchè l'aria esca nel cavo pleurico.
Le fistole (comunicazioni) bronchiali di piccole dimensioni tendono a risolversi spontaneamente in tempi variabili da Paziente a Paziente.
Il drenaggio può essere rimosso solo quando non si hanno più perdite d'aria.
Di tutto quanto esposto le mie uniche perplessità riguardano il sistema di aspirazione dell'aria con la siringa e la dichiarata assenza di medici per più giorni al fianco di una giovane Paziente nel decorso post-operatorio; cosa che mi pare singolare all'interno di un ospedale.
Resto a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
Cordiali saluti.
la complicanza da Lei descritta si chiama incompleta riespansione del polmone dopo resezione ed è una delle complicanze più frequenti in chirurgia toracica, spesso si accompagna a perdite aeree che si definiscono prolungate se superano i 7 gg post-operatori.
Il trattamento è quello di mantenere il drenaggio collegato ad una valvola ad acqua che si chiama Bulau (il bottiglione) e se il chirurgo lo ritiene opportuno mantenere in aspirazione continua il sistema in modo da ripristinare la fisiologica(cioè la normale)depressione intrapleurica, permettendo così al polmone residuo di "riabitare" il cavo pleurico.
Le perdite aeree possono essere valutate guardando le bolle che si formano nella Bulau e che provengono dal torace. Se l'aria esce soltanto con i colpi di tosse è buon segno perchè vuol dire che è necessaria una elevata pressione intrapolmonare perchè l'aria esca nel cavo pleurico.
Le fistole (comunicazioni) bronchiali di piccole dimensioni tendono a risolversi spontaneamente in tempi variabili da Paziente a Paziente.
Il drenaggio può essere rimosso solo quando non si hanno più perdite d'aria.
Di tutto quanto esposto le mie uniche perplessità riguardano il sistema di aspirazione dell'aria con la siringa e la dichiarata assenza di medici per più giorni al fianco di una giovane Paziente nel decorso post-operatorio; cosa che mi pare singolare all'interno di un ospedale.
Resto a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
Cordiali saluti.
Dr. G.L. Natali
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.1k visite dal 11/10/2008.
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